Palumbo: Subito un fondo per le imprese che propongono nuovi progetti

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Il sostegno  alle imprese che hanno progetti validi da proporre vale più di mille incentivi. Si può riassumere così il pensiero di Francesco Giuseppe Palumbo, presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Salerno, alla vigilia del 31° Convegno di Capri dell’associazione degli industriali under 40. “I bonus fiscali vanno bene – dice – così come Garanzia Giovani e altre misure però credo che in questo momento sia necessario puntare forte sul sostegno delle aziende virtuose”. 

Una risposta innovativa alla crisi in corso, un modo per stimolare ancora di più chi ha idee valide per far crescere la propria azienda e, di conseguenza, l’intero sistema economico. Sulle misure da adottare si può discutere e Palumbo, dal canto suo, ha qualche suggerimento utile da dare. “Si può pensare alla costituzione di un fondo a capitale misto, pubblico e privato, e mettere le risorse a disposizione delle aziende che hanno dei validi progetti da proporre. Ovviamente si farebbe una selezione delle proposte e si valuterebbero le idee che meglio possono rispondere alle esigenze di sviluppo del territorio e che garantiscono l’applicazione di prodotti e processi innovativi e un conseguente aumento dell’occupazione”, dichiara a ildenaro.it il massimo esponente degli imprenditori under 40 di Salerno e provincia. In questo modo si affronterebbe il grande problema del finanziamento dei progetti, che spesso frena l’innovazione perché le aziende magari hanno delle buone idee da mettere in pratica ma non i capitali a disposizione per tramutarle in prodotti o processi da immettere sul mercato.  E forse al sistema economico nazionale manca proprio questa tipologia di strumento per poter assecondare finalmente il processo di crescita delle attività produttive. La leva degli incentivi, però, da sola non è sufficiente per assicurare sostegno alle imprese.  

“Le agevolazioni sono importanti perché aiutano le imprese a gestire i processi di difficoltà e a lavorare nelle aree di crisi. Ma la vera sfida, in questo momento, è quella degli investimenti. È necessario creare le condizioni affinché chi è in grado di rimettere in moto la macchina iniettando capitali possa farlo in tutta tranquillità. Ecco, se devo centrare il nocciolo della questione sviluppo direi che sta proprio qui l’elemento cruciale. Tornare a investire, sia mediante l’utilizzo di capitali pubblici che grazie all’apporto dei privati”. Con altri rappresentanti abbiamo intrapreso un discorso di prospettiva che sottoponiamo anche all’attenzione di Palumbo. È importante capire, in questa fase, se il futuro dell’economia italiana e meridionale sia ancora incentrato esclusivamente su dinamiche di mercato globale o se sia opportuno pensare a misure in grado di rilanciare la domanda interna. “Credo proprio di sì. Gli ultimi dati Istat ci dicono che da qualche mese a questa parte la domanda interna sta ricominciando a crescere, a discapito delle esportazioni. Questo significa che, a maggior ragione, bisogna aiutare quelle imprese che hanno buone idee da mettere in pratica e che possono stimolare una risposta positiva da parte del mercato domestico”. In definitiva tutto questo ragionamento a cosa conduce? “Conduce a capire che bisogna cogliere il momento e spingere sul rilancio degli investimenti e su tutta una serie di strumenti a disposizione degli imprenditori che vogliono investire nel territorio di appartenenza. Forse in questa fase è l’elemento che manca per poter ripartire”. Anche perché in caso contrario si rischia di vanificare i buoni risultati conseguiti dall’economia italiana nella prima parte del 2016. 

Nella nota di settembre diffusa dall’Istat si legge che  “i consumi nazionali sono stazionari in termini congiunturali (…) mentre gli investimenti fissi lordi hanno registrato una flessione dello 0,3 per cento”. Alla variazione del prodotto interno lordo, segnala l’Istat, hanno fornito un contributo nullo sia i consumi delle famiglie sia gli investimenti fissi. “La domanda interna, che finora era stata il motore della timida ripresa italiana, ora non contribuisce più alla crescita trimestrale”, è il commento degli esperti dell’istituto nazionale di statistica. Ecco, questo andamento altalenante dell’economia, che si accentua in contesti già critici come quello meridionale, è forse il principale segnale del fatto che bisogna intervenire. A livello nazionale e locale. “In Campania – dice l’imprenditore salernitano parlando con ildenaro.it – è necessario investire sia sul rilancio del settore manifatturiero che sulle aree retroportuali. Qui si gioca una partita importante che può attrarre capitali, creare un indotto di qualità e generare occupazione e sviluppo. Dalla logistica alla movimentazione delle merci fino ai trasporti c’è lavoro a sufficienza per dare respiro alla nostra economia”. 

Nel contesto campano si innesta la realtà salernitana. Composta da una città dove si riscontra un importante fermento dal punto di vista imprenditoriale e da una provincia dove ci sono realtà industriali di primo piano sia in ambito manifatturiero che agroalimentare e dei servizi. 

“Salerno – dichiara Palumbo – è una realtà che sta crescendo molto dal punto di vista turistico e che deve creare un sistema di attività collaterali in grado di migliorare l’offerta e dare al tempo stesso opportunità a chi vuole creare nuove imprese”. Chiusura su referendum e legge di stabilità. “Il referendum costituzionale è argomento di discussione da tempo e noi a Salerno siamo stati i primi a fondare un comitato per il Sì. È un grande sfida per accelerare sulle riforme. Vincesse il No il processo non si bloccherebbe ma sarebbe più lento e di sicuro non favorirebbe un rapido rilancio dell’economia sia a livello nazionale che locale”. 

G.S.