Arriva l’autunno delle vertenze: coinvolti oltre 10mila addetti campani

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Superano quota 10mila unità, secondo le stime che ildenaro.it raccoglie dai sindacati, le persone coinvolte nelle vertenze di lavoro che interessano la Campania a partire da questo mese. Una mappa, quella degli accordi e delle trattative, dei licenziamenti e degli scontri tra dipendenti e aziende, che ha ovviamente come centro nevralgico Napoli e la sua provincia. 
 
Il nodo dell’ex articolo 18
Lunedì 5 settembre a Roma, al ministero dello Sviluppo Economico, è in programma una nuova riunione del Tavolo per la risoluzione della vicenda Gepin Contact e in quella sede si decide il futuro dei 220 dipendenti del centro di Casavatore (Napoli). Sindacati e vertici aziendali si sono visti per l’ultima volta il 3 agosto scorso e non hanno trovato, dopo 19 ore di trattativa, un accordo sulle tutele previste dall’ex articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. 
 
L’enigma di Moretti
L’altro fronte caldo che si apre nelle prossime settimane è quello relativo agli stabilimenti ex Alenia, oggi divisione Aerostrutture di Leonardo-Finmeccanica, di Nola e Pomigliano d’Arco (Napoli). I sindacati, dopo aver ricevuto rassicurazioni verbali, chiedono adesso un impegno vero e strutturato a Mauro Moretti, l’amministratore delegato del gruppo. Nel futuro, secondo quando ha riportato ildenaro.it qualche settimana fa, ci potrebbe essere un trasferimento del sito di Pomigliano sotto le insegne della Boeing. Gli americani, infatti, già adesso stanno pensando di spostare in Puglia, a Grottaglie (Taranto), operai e ingegneri per dare manforte a una fabbrica considerata poco affidabile. 
Restando su Pomigliano c’è da prendere in considerazione la vicenda del contratto di solidarietà attivato presso lo stabilimento della Fiat Chrysler Automobiles (Fca). I sindacati nei prossimi giorni incontreranno il direttore della fabbrica, Francesco Eroico, per chiedere un riequilibrio dei turni di lavoro visto che adesso 3.200 operai lavorano 20 giorni al mese e 1.300 solo per 7 giorni. Tutti, però, hanno l’identica decurtazione di 189 euro in busta paga. Un’idea avanzata nelle ultime ore è quella di aumentare i turni da 10 a 12. 
Il 6 settembre, martedì, i vertici della Regione Campania incontrano a Roma, al ministero dello Sviluppo Economico, i rappresentanti della Ericsson, la multinazionale delle telecomunicazioni che in Campania ha già chiuso uno stabilimento a Marcianise (Caserta) e progetta di dismettere anche le attività su Napoli, con un danno in termini di posti lavoro che supera le 200 unità. I 400 già licenziati nel casertano sono poi stati riassorbiti dalla Jabil Circuit. Ora, però, la Regione prova a trovare un’intesa che consenta alla Ericsson di investire nuovamente sulla Campania, a condizioni vantaggiose. 
 
Il presidente in campo
Attendono novità i dipendenti dello stabilimento di Castellammare di Stabia (Napoli) della Fincantieri, la società di costruzioni navali partecipata dallo Stato. Dai 2mila impiegati dei tempi d’oro si è passati a non più di 800 negli ultimi tempi. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dopo la pausa estiva ha in mente di tornare all’attacco per ricordare a Giuseppe Bono, ad di Fincantieri, la promessa fatta qualche mese fa circa l’assegnazione di almeno due appalti, entro il 2016, al cantiere stabiese. 
 
Dall’industria al deserto
Sarà un autunno di duri confronti anche presso il cosiddetto Bacino di Crisi di Caserta, l’ex area industriale ormai diventata una sorta di incubatore di cassintegrati (erano 300mila nel 2007, sono 400mila adesso). Le principali vertenze: Morteo Container (produzione di prefabbricati) intende rinunciare agli ammortizzatori sociali e vuole licenziare 88 dei 98 dipendenti in organico; Immobilgi Federici Stirling (costruzioni) annuncia il licenziamento di 200 operai dopo che la Seconda Università di Napoli ha rescisso il contratto di appalto; Mirabella ed Editellana (costruzioni) hanno invece chiesto la cassa integrazione per un totale di 400 dipendenti. 
 
Americani indecisi
Grande attenzione anche su Carinaro e Teverola, dove si attendono le decisioni della Whirlpool, la multinazionale americana che produce elettrodomestici. Ad ottobre dovrebbero iniziare i primi investimenti (in totale l’azienda spenderà nel casertano 18 milioni sugli 83 previsti per i siti italiani). 
Ma c’è il nodo relativo a 250 esuberi dichiarati da Whirlpool presso le fabbriche di Carinaro e Teverola: 40 operai saranno dirottati presso altre sedi italiane della compagnia, per gli altri bisogna trovare un accordo e le prossime settimane sono decisive. Nell’avellinese tiene banco la vicenda della Calcestruzzi Irpini, costretta a licenziare 35 dipendenti a causa del blocco delle attività estrattive presso le cave di Salerno. L’azienda ha vinto da qualche giorno il ricorso al Consiglio di Stato e adesso deve confrontarsi con i sindacati per le operazioni di riassorbimento del personale. 
 
Ipotesi fallimento
Resta invece critica la situazione della Elital, azienda che produce pannelli fotovoltaici e che dà lavoro a 78 dipendenti. Gli ammortizzatori sociali sono scaduti e mancano all’appello diversi compensi, visto che secondo i sindacati nel 2015 i lavoratori hanno ricevuto solo qualche acconto dell’importo di 500 euro ciascuno. Intanto il 23 settembre è prevista la terza udienza presso la sezione Fallimentare del Tribunale di Avellino. Non va meglio alla Mondial Group, società che produce refrigeratori per uso commerciale, dove sono a rischio 40 dei 73 dipendenti del sito di Montemiletto.  A giorni i sindacati si confronteranno nuovamente con l’azienda per cercare di salvare tutte le posizioni lavorative. 
 
Una difficile collocazione
Nel salernitano due le situazioni più critiche: Btp Tecno (Ict), con 100 dipendenti della sede di Battipaglia divisti tra mobilità e cassa integrazione e quelli trasferiti alle aziende Sesa (17) e Hirtec (23) senza stipendio da mesi. Poi c’è la Ergon (raccolta e smaltimento rifiuti), che ha da poco ottenuto la cassa integrazione per 45 lavoratori. 
Non mancano i problemi nemmeno all’università di Salerno dove da oltre un mese hanno incrociato le braccia 150 dipendenti addetti alle pulizie. Alla ripresa delle attività il rettore Aurelio Tommasetti incontrerà i sindacati per trovare una soluzione e ed evitare che si vada allo scontro. 
Quello che si avvicina sarà l’ennesimo autunno di tensione sul fronte del lavoro.