Piccole startup crescono, un paio di consigli per fare di più

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Continuano a crescere, almeno in quantità. Sono le startup italiane, che a fine 2015 hanno superato la soglia simbolica delle 5000, per la precisione Infocamere ne ha censite 5.143. Tutto bene? Non proprio, perché a leggere bene i dati ci si rende conto che il giro d’affari medio di una startup è di circa 80mila euro l’anno per un totale di non più di tre unità lavorative impiegate. Ben poca cosa rispetto agli startupper d’Oltralpe o di quelli spagnoli e tedeschi (secondo il Monitor Startup realizzato con il contributo di KPMG, il fatturato medio delle sole startup berlinesi supera quota 300 mila euro).  

Un significativo contributo in vista di un miglioramento delle performance delle nostre imprese innovative lo svolgono senz’altro gli incubatori, si guardino per esempio i casi di Talent Garden o di Digital Magics, protagonisti di un vero e proprio cambio di paradigma lavorativo comune a moltissimi startupper, ovvero il co-working. Ma per migliorarsi occorre saper guardare a chi è riuscito prima e più di noi, penso a alla “startup nation”, Israele, che ci insegna come per diventare vincenti sul piano delle nuove economie e dei mercati fondati sulla creatività serva innanzitutto fare sistema, rendere cioè vantaggioso l’intreccio e la collaborazione tra imprese, università e territorio.

Un altro dato su cui serve riflettere per far crescere le nostre startup è quello che si potrebbe definire del “principio di realtà”. Se per ottenere successo è infatti importante avere un’idea, lo è tuttavia ancora di più la capacità realizzativa della stessa. Quando nacque Facebook esistevano già i social network, eppure Facebook ha sbaragliato la concorrenza tanto da diventare il social per eccellenza. 
Credo i giovani startupper possano trarne un messaggio inequivocabile: per vincere la sfida del lavoro bisogna prepararsi bene, serve formarsi con adeguate skills, analizzare bene le informazioni, essere sì creativi e geniali, ma anche attenti e pragmatici nell’organizzare la propria impresa nel mondo digitale.

Ps: Oggi inizia il mio blog su ildenaro.it, una “conversazione” per provare a capire la rivoluzione digitale in atto, le sue mille facce e, soprattutto, per provare a intercettare le opportunità che il futuro (prossimo) ci tiene in serbo.