Zelensky e il giro delle sette chiese

72
in foto Volodymyr Zelensky

Zelensky negli ultimi giorni, ha compiuto, quasi a sorpresa, una sorta di tour per mezza Europa. Prima tappa è stata l’Inghilterra, dove è stato ricevuto calorosamente oltre che dal Primo Ministro, anche da Re Carlo III. Ha ringraziato entrambi per l’ importante sostegno dato dal loro paese all” Ucraina, sia in termini finanziari che reali. In più sta provvedendo ormai da tempo alla formazione dei soldati ucraini nei propri campi di addestramento. Il Premier in visita ha chiesto e ha ottenuto l’assicurazione che il governo di Londra continuerà a rimanere al fianco di quello di Kiyv fin quando la rabbia folle dell’Orso delle steppe non si sarà esaurita. Quindi Zelensky è partito per Parigi dove ha ripetuto la stessa litania riferita sopra, ricevendo assicurazioni dall’Eliseo più che concrete alle identiche richieste che aveva fatto durante le conversazioni poco lontano dal Tamigi. È rimasto a cena per lavoro insieme al Cancelliere Scholtz, ospiti di Macron. Con un altro balzo è arrivato a Bruxelles, dove ieri ha incontrato la Presidente del Consiglio della Eu Metsola e, insieme a altri, la Premier Meloni. Descritto per sommi capi il tour de force di Zelensky potrebbe far pensare che sia stato una specie di giro delle sette chiese originario dell’antica Roma e ancor oggi praticato nella Città Eterna. Con la differenza di essere questo mini tour una versione ridotta a sole tre fermate, a cui va aggiunta quella compiuta giorni fa a Washington. Tutto ciò non per confessare colpe- del resto, di che genere? – ma solo per chiedere indulgenze ben più concrete. Anche in Belgio é stato ricevuto come si conviene a un prossimo inquilino della Casa Comune, con una versione personalizzata del “Benvenuto tra noi”, più precisamente con grande cordialita. La Presidente del Parlamento Europeo Metsola infatti, lo ha ricevuto con l’accoglienza dovuta a un Capo di Stato, anche se in tenuta mimetica. L’ abito non fa il monaco, è risaputo, ancor più in quel genere di incontri. Il Primo Cittadino ucraino ha partecipato alla riunione straordinaria di quel Parlamento. Tanto è sembrato voler significare qualcosa in più di un episodio di circostanza. Una delle interpretazioni che si possono dare al fatto è che si sia trattato di un segnale di accelerazione, ancorché informale, dei tempi di ricongiunzlone. di quel paese martoriato, senza dubbio europeo dal punto di vista fisico da tempi immemori, al resto del continente costituito dai membri della Eu e dall’Inghilterra. Alla fine Zelensky, dopo essere stato ricevuto anche dal re del Belgio, Filippo, ha ripreso la via di casa con una sicurezza che gli necessitava, essendo fatto di carne e ossa come tutti i mortali. Ora più che mai può tranquillizzarsi almeno per una delle sue angosce: rimanere solo a fronteggiare la più che probabile nuova offensiva russa che è scadenzata di massima per la primavera ormai prossima. I giochi del Cremlino stanno assumendo sempre più le sembianze dei combattimenti che si svolgevano all’interno del Colosseo, cioè con un evidente squilibrio tra i combattenti. Del resto è possibile comprendere, senza mai provare a indulgere, l’acuirsi della furia russa. Partendo dall’inizio della “esercitazione militare speciale”, fu chiaro subito che quella forma vile di violenza che andava velocemente rafforzandosi all’ interno del Cremlino, era motivata prevalentemente da questioni economiche.
La grande ricchezza del paese di Zelenky è l’ Agricoltura, proprio con l’iniziale maiuscola, che soprattutto in quella parte del Mondo merita a pieno titolo di essere definita “Settore Primario”. Sulla validità di tale affermazione sono state varie le conferme nel corso dei combattimenti. Mosca contava di mettere le mani facilmente su quelle produzioni agricole e sui prodotti per l’ agricoltura, anche essi prodotti in loco. Avrebbe così, anche se non completamente, bilanciato le entrate nelle casse dello stato che al momento languono. Le stesse consistono prevalentemente nei proventi derivanti dalla vendita a altri stati degli idrocarburi estratti dal sottosuolo e solo in minima parte dall’industria pesante. Lo sconvolgimento delle modalità di approvvigionamento effettuata dall’ Occidente, Italia in pole position, mediante la diversificazione anche geografica dei fornitori, è già cominciata. Fin quando sarà necessario, quei carburanti fossili confluiranno nel grande condotto in cui hanno già cominciato a scorrere le energie da fonti rinnovabili. Non a lungo tale nuova configurazione del mercato degli idrocarburi causerà seri problemi, di diverso genere, alla Nomenklatura di Mosca. Quanto avanti descritto può dare un senso al comportamento degli inquilini del Cremlino, molto simile a quello delle vespe in un nido che ha ricevuto un disturbo: le sue inquiline cominciano a volare in tondo, senza alcuna destinazione. Con una differenza sostanziale: chi ha causato dall’ interno del nido quel parapiglia, in realtà avrebbe voluto demolire il favo delle api laboriose, la confinante Ucraina. Si può ben riassumere il tutto con l’ espressione usata con frequenza nel villaggio. Essa ricorda che in passato alcuni sprovveduti, convinti di potersi arricchire comportandosi male, finirono con l’ essere sommersi dai debiti.
A ben pensarci, quella formula ben si adatta e fa adeguatamente le veci di un’ altra espressione del contado ancor più colorita e rispondente, solo per decenza non riportabile.