Yellen: l’obiettivo della Fed è mantenere l’economia sana

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Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in calo. L’indice Stoxx Europe 600 cede lo 0,3%, il Ftse Mib -0.45%, il Dax30 di Francoforte -0.24%, il Cac40 di Parigi lo 0,01%, il Ftse100 di Londra lo 0,00%, l’Ibex di Madrid -0.32%.

Future sugli indici azionari americani in ribasso dello 0,1% circa. Le chiusure dei principali indici della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,07%, Nasdaq Composite +0,05%, Dow Jones Industrial +0,01%.

Mercato azionario giapponese in rosso, il Nikkei 225 termina a -0,27%. Borse cinesi incerte: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen chiude a +0,35%, l’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong al momento segna -0,8% circa.

BORSE ASIATICHE

Giornata complessivamente negativa per i mercati dell’Asia a causa di diversi fattori ribassisti: a partire dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e Corea del Nord, alle elezioni presidenziali in Francia, fino alle parole della chaiwoman Janet Yellen che ha confermato lunedì i piani della Federal Reserve per un graduale ma costante incremento dei tassi d’interesse Usa. Abbastanza per spingere gli investitori verso beni-rifugio come oro (terza seduta consecutiva di progresso per il metallo prezioso) e yen.

A fronte di un Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, poco mosso, la valuta nipponica è infatti in progresso dello 0,30% nella seconda sessione consecutiva di rafforzamento e questa non è mai una buona notizia per la piazza di Tokyo. Il Nikkei 225 chiude con un declino dello 0,27% (performance appena peggiore per l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,36%). Si allinea al clima anche Seoul, con il Kospi in flessione dello 0,40% circa.

Tra i mercati azionari, però, a trascinare al ribasso l’Asia è soprattutto la Cina che già nella seduta di lunedì aveva segnato la peggiore performance della regione. I titoli della Corporate China che scambiano a Hong Kong si muovono sui minimi di oltre un mese. A circa un’ora dallo stop alle contrattazioni comunque lo Shanghai Composite riduce le perdite e, pur rimanendo in negativo, si avvicina alla parità. Non così lo Shanghai Shenzhen Csi 300, in flessione intorno allo 0,40% circa, né lo Shenzhen Composite il cui declino è dello 0,70% circa.

Fa ancora peggio Hong Kong: l’Hang Seng è infatti in arretramento di quasi l’1% (intorno all’1,20% invece la perdita dell’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China). Unica voce fuori dal coro, tra i principali indici della regione, è quella di Sydney: l’S&P/ASX 200 guadagna infatti lo 0,40% circa.

BORSA USA

La Borsa di New York ha chiuso la prima seduta della settimana in leggero rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,01%, l’S&P 500 lo 0,07% e il Nasdaq Composite lo 0,05%. Il petrolio (Wti) ha superato i 53 dollari al barile.

Nel corso della settimana (più corta a causa della chiusura di venerdì) saranno presentati i risultati di alcuni colossi bancari (JPMorgan, Citigroup e Wells Fargo).

I DATI MACRO

Per Yellen target della Fed ora è mantenere l’economia sana

Secondo Janet Yellen gli obiettivi della Federal Reserve (Fed) sono passati dalla cura dell’economia Usa successiva la crisi, al mantenimento della salute raggiunta. “Se prima tenevamo premuto il piede sul pedale del gas cercando di dare all’economia tutta la grinta che potevamo, oggi l’obiettivo è rimanere in equilibrio, dosando l’acceleratore”, ha spiegato la chairwoman della Fed parlando lunedì presso la Gerard Ford School of Public Policy della University of Michigan ad Ann Arbor. Per Yellen la disoccupazione al 4,5% è un po’ sotto il tasso di disoccupazione che la maggior parte dei rappresentanti della Fed pensa segnali la piena occupazione, mentre l’inflazione è “ragionevolmente vicino” all’obiettivo del 2% dell’istituto di Washington. “Pensiamo che un percorso graduale di aumenti dei tassi d’interesse a breve termine ci possa portare dove abbiamo bisogno di essere, ma non vogliamo aspettare troppo a lungo per far sì che questo accada”, ha aggiunto. Yellen, il cui mandato scadrà all’inizio del prossimo anno, ha messo in guardia sul quanto l’indipendenza della Fed da interferenze politiche sia in pericolo a causa di due proposte di legge che circolano all’interno del Congresso Usa, sottolineando come gli istituti centrali che funzionano meglio siano proprio quelli di Paesi in cui non ci sono interferenze della politica.


Giappone: ordinativi macchine utensili balzano del 22,6%

Nel mese di marzo, secondo la stima preliminare della Japan Machine Tool Builders’ Association (Jmtba), gli ordinativi di macchine utensili in Giappone sono rimbalzati del 22,6% su base annua, in ulteriore netta accelerazione rispetto al progresso del 9,1% di febbraio e al 3,5% di gennaio (4,4% in dicembre, primo incremento dopo sedici mesi consecutivi di contrazione).

Gran Bretagna: vendite retail in calo dell’1,0% annuo in marzo

Secondo quanto comunicato dal British Retail Consortium (Brc), in Gran Bretagna le vendite al dettaglio a perimetro costante sono calate in marzo dell’1,0% annuo, in peggioramento rispetto allo 0,4% di flessione registrato in febbraio e contro il declino dello 0,3% atteso dagli economisti.

Fmi prevede economia globale in miglioramento in 2017 e 2018

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) prevede una performance migliore per 2017 e 2018 rispetto a quella registrata lo scorso anno dall’economia globale, ma restano timori per gli sviluppi successivi. A dichiararlo, lunedì, è stato il direttore generale Christine Lagarde. “Le nostre previsioni per 2017 e 2018 sono certamente più favorevoli rispetto a quello che abbiamo visto nel 2016, e probabilmente un po’ più di quanto avessimo stimato in precedenza”, ha spiegato, come riporta la Cnbc. “La prospettiva positiva di breve termine all’orizzonte è però purtroppo contaminata dai rischi che permangono”, ha aggiunto. “Ho anche individuato due delle principali preoccupazioni che abbiamo al Fondo: la prima è la persistente bassa produttività, l’altra le disuguaglianze eccessive che crescono insieme a quella bassa produttività”.

Cina: Pil in frenata secondo gli economisti di Pechino

Se le aspettative generali sono di una crescita del 6,8% del Pil della Cina nel trimestre appena concluso, gran parte degli economisti ufficiali di Pechino prevedono un rallentamento nell’attuale periodo e nell’intero 2017. Gli analisti di Goldman Sachs, come pure il consensus di Bloomberg, sono concordi nello stimare il progresso dell’economia cinese al 6,8% annuo già registrato nel quarto trimestre 2016 anche nel periodo gennaio-marzo e previsto lo scorso mese dal think tank governativo National Academy of Economic Strategy. Secondo l’Institute of Finance and Economics dell’Academy of Social Sciences cinese la crescita complessiva nel primo semestre dovrebbe invece essere del 6,7% mentre l’Economic Policy Research Group dell’università di Pechino prevede che cali gradualmente fino al 6,5% nel corso dei prossimi tre trimestri.

IL CALENDARIO DI OGGI
Martedì 11 Aprile 2017

01:01 GB Indice BRC (retail);
08:00 GIA Ordini macchine utensili preliminare mar;

10:30 GB Inflazione mar;

10:30 GB Indice prezzi alla produzione mar;

11:00 GER Indice ZEW (fiducia investitori istituzionali) apr;

11:00 EUR Produzione industriale feb;

16:00 USA Indice JOLTS feb.