Yellen, Draghi, Trump: mercati in surplace

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Il punto. Grande attesa sui mercati. Fari puntati sulla Bce, oggi. Ieri ha parlato il numero uno della Fed, Janet Yellen, Domani si insedia il nuovo presidente Usa, Donald Trump.

Le principali piazze finanziarie europee al momento si muovo tutte sotto la parità. Il Ftse Mib segna  -0,30%, il  DAX -0,12%, CAC 40 -0,31%, il FTSE 100 -0,61%, l’IBEX 35 -0,57%.

Ma procediamo con ordine. A conclusione della prima riunione del Consiglio direttivo, come da prassi, conferenza stampa del presidente Mario Draghi. L’appuntamento è per le 14,30. Ovviamente, le parole del banchiere saranno attentamente monitorate, dopo che nell’ultimo meeting di dicembre era arrivato l’annuncio di ridurre la portata del piano di Quantitative Easing, a partire dal mese di aprile.
Dal Beige Book pubblicato nella serata di ieri è emerso che l’economia Usa continua a crescere a ritmo modesto. Il numero uno della Fed, Janet Yellen, ha anticipato una crescita graduale dei tassi con un obiettivo entro la fine del 2019 al 3%.

Ancor prima di insediarsi alla Casa Bianca – come si sa – le dichiarazioni di Donald Trump hanno già scatenato una tempesta sul forex, che rischia di tradursi in una escalation della guerra valutaria e penalizzare ancora di più l’area euro, alle prese con una valuta, appunto l’euro, che rimane ostaggio del desiderio dei tedeschi di avere una moneta forte.

Intanto, il dollaro ha accelerato al rialzo (attualmente si muove in area 1.06) ed i rendimenti dei Treasury sono aumentati significativamente, mentre ilmercato azionario a Wall Street ha continuato invece a muoversi lateralmente, anche dopo l’intervento del numero uno della banca centrale. Le parole della Yellen hanno spinto in rialzo dell’1,1% (progresso più elevato in quasi un mese) il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la valuta Usa nei confronti delle altre dieci principali valute, in overnight.

Borse asiatiche
Asia contrastata ma a Tokyo il Nikkei 225 guadagna lo 0,94%. Alla riapertura dei mercati in Asia la divisa americana è poco mossa, così come lo yen, deprezzatosi però dell’1,8% a caldo dopo le dichiarazioni di Yellen. E questo è stato sufficiente per sostenere Tokyo nonostante il tracollo di Toshiba (che ha perso il 15,98% su indiscrezioni che gli aggravi miliardari legati alle attività nel nucleare in Usa potrebbero essere superiori a quanto previsto). Il Nikkei 225 ha chiuso con un guadagno dello 0,94% (performance identica per l’indice più ampio Topix). In positivo anche Seoul, con il Kospi che si apprezza dello 0,11% in chiusura.
Ma il rafforzamento del dollaro non è buona notizia per i mercati emergenti, e per questo la tendenza complessiva in Asia è stata negativa, come confermato dalla perdita intorno allo 0,40% dell’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso. 
La pressione ribassista che si è sentita anche sulle piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno infatti perso lo 0,38% e lo 0,30% rispettivamente al termine degli scambi. Performance simile anche per lo Shenzhen Composite, deprezzatosi dello 0,38% in chiusura. Nella stessa scia, in vista della chiusura,  le contrattazioni a Hong Kong con l’Hang Seng che perde circa lo 0,40%.

Ha chiuso invece in positivo Sydney: l’S&P ASX 200, peggiore tra i principali indici della regione mercoledì, ha guadagnato infatti lo 0,24% al termine degli scambi.

Borsa Usa
La Borsa di New York ha chiuso la seduta senza grosse variazioni. Il Dow Jones ha perso lo 0,11% mentre l’S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno guadagnato rispettivamente lo 0,18% e lo 0,31%. 

Dati macro

Usa – Janet Yellen, chairwoman della Federal Reserve (Fed), nella serata di ieri ha dichiarato di prevedere “diversi” incrementi dei tassi d’interesse ogni anno fino al 2019, anche se non si è sbilanciata su quando il prossimo rialzo possa avvenire né sull’entità dei singoli aumenti. 
Parlando al Commonwealth Club of California di San Francisco, Yellen ha però anticipato che tale processo dovrebbe permettere di tornare a un tasso più sostenibile del 3% anche se, ha precisato, tutto dipenderà da come l’outlook economico evolverà nella prossima amministrazione, quella del neo-eletto presidente Donald Trump. “A molti di voi piacerebbe sapere esattamente quando arriverà il prossimo aumento e di quanto saliranno i tassi. La semplice verità è che non posso dirvelo perché dipenderà da come l’economia si evolverà nei prossimi mesi”, ha aggiunto Yellen. “L’economia è vasta ed estremamente complessa e il suo percorso può registrare colpi di scena sorprendenti”, ha concluso.
Nel mese di dicembre l’indice grezzo dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,3% rispetto a novembre. Su base annuale l’indice ha registrato un incremento del 2,1%. L’indice Core (esclusi energetici ed alimentari) ha mostrato una variazione positiva pari allo 0,2% rispetto al mese precedente (consensus +0,2%). Su base annuale l’indice è salito del 2,2% dal 2,1% precedente.
La Produzione Industriale a dicembre ha evidenziato un incremento dello 0,8% rispetto al mese precedente. Il dato è risultato migliore delle attese, fissate su un incremento dello 0,6%, e in controtendenza rispetto alla variazione negativa dello 0,7% della rilevazione precedente. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva si è attestato al 75,5%, superiore alla rilevazione precedente (74,9%). 
L’Indice del Mercato Immobiliare NAHB si è attestato nel mese di gennaio a 67 punti (consensus 69 punti), inferiore alla rilevazione precedente (70 punti).

Canada – Bank of Canada, l’istituto centrale di Ottawa, ha come previsto ieri ha confermato i tassi di riferimento sui prestiti overnight allo 0,50% introdotto nel luglio 2015 (secondo taglio di 25 punti base dopo quello annunciato nel gennaio dello stesso anno che aveva ridotto per la prima volta dal settembre 2010 il tasso dall’1,00%).
Australia – Secondo quanto comunicato dal Bureau of Statistics di Canberra, il tasso di disoccupazione in Australia è salito in novembre al 5,8% rettificato stagionalmente contro il 5,7% atteso dagli economisti per una lettura invariata rispetto a novembre (5,6% in settembre e ottobre).

Svizzera – La banca svizzera ha raggiunto un accordo con l’U.S. Justice Department su contenziosi che riguardano la vendita di titoli tossici legati all’immobiliare fino allo scoppio della crisi subprime nel 2008. L’istituto elvetico pagherà 5,3 miliardi di dollari di sanzioni su accuse di avere fuorviato gli investitori.

I calendario di oggi
Giovedì 19 Gennaio 201710:00 EUR Bilancia partite correnti nov;
13:45 EUR Riunione BCE;
14:30 EUR Conferenza stampa Draghi (BCE);
14:30 USA Indice Philadelphia Fed gen;
14:30 USA Nuovi cantieri residenziali dic;
14:30 USA Licenze edilizie dic;
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
17:00 USA Scorte settimanali petrolio e derivati (EIA).