Xi punta sull’Africa: promesse per quasi 50 mld di euro

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Roma, 5 set. (askanews) – La Cina punta sull’Africa, continente giovane e ricco di materie prime necessarie per le nuove tecnologie. Il presidente cinese Xi Jinping, in un atteso discorso al Forum sulla cooperazione Cina-Africa (FOCAC), ha fatto una serie di promesse per 10 pacchetti di sviluppo, totale 360 miliardi di yuan (46,7 miliardi di euro), nonostante la situazione di esposizione debitoria che la Repubblica popolare sta vivendo.

“Tenendo a mente la sua futura crescita, propongo che le relazioni bilaterali tra la Cina e tutti i paesi africani che hanno relazioni diplomatiche con la Cina siano elevate al livello di relazioni strategiche”, ha affermato Xi durante la cerimonia di apertura del forum nella Grande Sala del Popolo, davanti a oltre 50 leader e dirigenti africani presenti al forum. “Grazie a quasi 70 anni di sforzi instancabili da entrambe le parti, le relazioni Cina-Africa sono ora al loro apice storico”, ha continuato il leader cinese.

Dei 360 miliardi di yuan di finanziamenti, 210 miliardi saranno sotto forma di prestiti, mentre il resto sarà fornito tramite varie forme di assistenza, tra cui 70 miliardi di yuan per promuovere gli investimenti delle imprese cinesi in Africa. I prestiti corrispondono a una media di circa 10 miliardi di dollari all’anno per i prossimi tre anni, simile agli impegni annuali promessi attraverso l’Iniziativa Belt and Road circa un decennio fa.

Il leader di Pechino ha tra l’altro proposto un rafforzamento della cooperazione militare, annunciando uno stanziamento di 1 miliardo di yuan (127 milioni di euro) che sarà utilizzato per l’addestramento di 6.000 militari e 1.000 agenti di polizia e ufficiali delle forze dell’ordine dei paesi africani, nell’ambito dell’Iniziativa di sicurezza globale, lanciata dal Repubblica popolare.

“La Cina è disposta ad aiutare l’Africa a migliorare la sua capacità di mantenere autonomamente pace e stabilità”, ha detto Xi. Non è tuttavia chiaro quali siano i paesi destinatari, ma lo scorso anno alcuni lavoratori cinesi in una miniera d’oro nella Repubblica centrafricana sono stati uccisi da gruppi armati. Inoltre, in Gibuti esiste l’unica base militare all’estero di Pechino.

Pechino – ha spiegato ancora Xi – è pronta a lavorare con l’Africa “per creare una piattaforma di condivisione delle esperienze di governance, una rete di conoscenza Cina-Africa per lo sviluppo e 25 centri di studi su Cina e Africa”. Inoltre “inviterà 1.000 membri dei partiti politici africani per approfondire gli scambi sulle esperienze di governance statale e di partito”.

Il presidente cinese ha anche annunciato che la Cina aprirà “volontariamente il proprio mercato” alle merci africane e ha concederà ai paesi meno sviluppati, che intrattengono relazioni diplomatiche con la Cina (e quindi non con Taiwan), inclusi 33 paesi africani, “un trattamento a zero dazi su tutte le linee tariffarie”. La Cina sarà quindi il primo grande paese in via di sviluppo a fare un tale passo, che, secondo Xi, trasformerà il grande mercato cinese in una “grande opportunità per l’Africa”. Espanderà, inoltre, l’accesso ai prodotti agricoli africani e intensificherà la cooperazione in settori come l’e-commerce, oltre a lancerà un “programma di miglioramento della qualità Cina-Africa”.

Su base bilaterale, Xi ha spiegato che verranno stipulati accordi quadro di partenariato economico con i paesi africani. Per rafforzare la cooperazione nelle catene industriali, la Cina intende inoltre promuovere la Zona pilota per la cooperazione economica e commerciale Cina-Africa e lanciare un programma di empowerment per le piccole e medie imprese africane, con la costituzione congiunta anche di un centro di cooperazione digitale Cina-Africa, e saranno avviati 20 progetti dimostrativi digitali.

Xi, ancora, ha chiarito che la che Pechino realizzerà 30 progetti di connettività infrastrutturale in Africa nell’ambito dell’Iniziativa Belt and Road.

Sul fronte della salute, Xi ha annunciato la creazione di un’alleanza ospedaliera per inviare 2mila operatori sanitari e lanciare 20 programmi per la costruzione di strutture sanitarie e per la cura della malaria. Verranno inviati anche decine di milioni di euro in assistenza alimentare d’emergenza e lavorerà per un’alleanza nel campo dell’innovazione agricola per il rafforzamento degli investimenti.

In termini di scambi culturali, la Cina stabilirà un’accademia di tecnologia ingegneristica e costruirà 10 officine Luban in Africa, offrendo 60mila opportunità di formazione, principalmente per donne e giovani. Le due parti hanno anche concordato di designare il 2026 come “Anno degli scambi tra i popoli Cina-Africa”.

Nel campo dello sviluppo sostenibile, la Cina lancerà 30 progetti di energia pulita in Africa, creerà un forum Cina-Africa sull’uso pacifico della tecnologia nucleare e collaborerà su progetti di telerilevamento satellitare e esplorazione spaziale.

Un menù molto ricco, insomma, che però pone qualche dubbio negli osservatori. In particolare la struttura dei prestiti, che in altri paesi asiatici (come lo Sri Lanka e il Pakistan) hanno creato grossi problemi, appare piuttosto stretta. Inoltre ci sono dubbi sulla capacità dei paesi africani di restituire questi prestiti, alla luce della poca capacità regolatoria e dell’instabilità politica. Nello stesso tempo, i governi di molti paesi sentono il bisogno di raggiungere obiettivi di sviluppo per i quali servono fondi. E la proposta cinese, quindi, ha un profilo piuttosto allettante.