Whirlpool, i sindacati campani: A rischio anche 800 lavoratori dell’indotto 

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In foto la sede napoletana di Whirlpool presidiata dai sindacati

Napoli, in viaggio verso Roma, per arrivare alle porte del ministero dello Sviluppo Economico e attendere l’esito del tavolo di confronto convocato dal ministro Luigi Di Maio per la vertenza Whirlpool. I 400 lavoratori della sede napoletana del colosso industriale rischiano di perdere il lavoro, se lo stabilimento chiuderà,cancellando gli accordi sottoscritti sempre al Mise il 25 ottobre scorso. E c’è preoccupazione anche per gli 800 lavoratori dell’indotto campano collegato allo stabilimento Whirlpool di via Argine. “In tutte le vertenze in cui si parla di riconversione – sottolinea il segretario generale della Uilm Campania Antonio Accurso – alla fine riusciamo a tutelare solo i posti di chi è nello stabilimento, ma l’indotto è perso per sempre”. Le attese sono tutte concentrate sul tavolo tecnico di oggi. “Pensiamo che si debba giungere a un discorso sui costi – spiega Accurso – se l’azienda vuole discutere di queste difficoltà per mantenere gli impegni di ottobre, noi siamo disponibili a ragionare”. Per il segretario della Fim Cisl Campania Giuseppe Terracciano la vertenza Whirlpool è “emblematica del gap del Paese, di un’Italia a due velocità”. “Non possiamo permetterci di perdere altri posti di lavoro – prosegue Terracciano – sapendo che abbiamo perso complessivamente in Campania circa 10600 posti. C’è la necessità di avere politiche espansive e il Governo deve preoccuparsi dell’industria”. I lavoratori portano a Roma striscioni con su scritto “No Whirlpool, no Napoli”, a sottolineare il legame profondo di un’azienda attiva dal 1953 con il suo territorio. “È l’ultimo pezzo di eccellenza partenopea – rimarca il segretario della Fiom Cgil Campania, Massimiliano Guglielmi – e rischiamo di perderlo se non si avvia una fase nuova con investimenti pubblici e privati, che partano dal sud”.