Whirlpool, Napoli non molla: in corteo a Roma anche il funerale di una lavatrice

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(foto fonte Facebook)

“Napoli non molla”: è lo striscione che apre il corteo delle lavoratrici e dei lavoratori Whirlpool oggi in piazza a Roma per la manifestazione nazionale e lo sciopero di 8 ore contro la decisione dell’azienda di avviare la procedura di cessione dello stabilimento di Napoli, dove lavorano circa 410 persone e si producono lavatrici. La frase viene ripetuta nei cori e riportata sulle magliette che molti di loro indossano, tra le bandiere di Fim, Fiom e Uilm. A sfilare in corteo anche una lavatrice, portata a spalla da quattro lavoratori, con croce di legno e ceri ai lati, in un funerale che i lavoratori non vogliono celebrare. “Siamo disposti a tutto per far rispettare a Whirlpool l’accordo che ha firmato un anno fa, con il quale si impegnava a investire in Italia 250 milioni di euro fino al 2021”, afferma Rocco Palombella, segretario generale Uilm. “Dove sta la credibilità della multinazionale americana?- continua il leader Uilm- Dove sta il rispetto dei 420 lavoratori napoletani che l’azienda vuole buttare in mezzo alla strada?”. “Questa situazione intollerabile è resa possibile- prosegue- anche dall’incapacità e debolezza del governo italiano che non riesce a far rispettare un accordo firmato il 25 ottobre 2018 al Ministero dello Sviluppo economico. Un fatto gravissimo che può essere l’inizio di una fuga dall’Italia della Whirlpool, con la perdita di 6mila posti di lavoro”. “Un anno fa Whirpool, mentre con una mano firmava l’accordo al Mise per proseguire l’attività industriale in Italia – continua – con l’altra trovava un’intesa con una start up svizzera senza requisiti né economici né industriali per la vendita dello stabilimento di Napoli. Una situazione vergognosa e irrispettosa nei confronti sia dei lavoratori che delle organizzazioni sindacali e del governo italiano”. “Ora si vuole mettere la vita di 420 lavoratori – aggiunge – nelle mani di una società con sede in Svizzera che ha un capitale sociale insufficiente per sostenere un importante investimento come l’acquisizione del sito di Napoli e che garantirà al massimo il ritorno al lavoro di 300 persone e non prima del 2021. Una follia a cui noi ci opporremo con tutte le nostre forze”.
“Per Napoli serve un piano serio e credibile- continua- con una valutazione delle caratteristiche economiche e industriali dopo un’attenta e approfondita selezione tra i potenziali acquirenti. Serve un controllo pubblico sul destino di centinaia di famiglie che rischiano”. “Non vogliamo che sia una nuova Embraco- prosegue- con una società che non ha mezzi sufficienti per far partire la produzione e con una scelta sbagliata fatta dal governo italiano due anni fa, scegliendo un’azienda senza quelle caratteristiche di solidità economica e industriale per garantire un futuro occupazionale a 417 lavoratori. Una società, tra l’altro, che mentre non fa partire la produzione versa oltre un milione e mezzo di consulenze ai vertici aziendali”. “Non è accettabile in nessun modo- conclude- che una multinazionale che ha beneficiato di tanti milioni di euro di ammortizzatori sociali da parte dello Stato italiano per rendere possibile il suo piano industriale dal 2015 a oggi, dal giorno dopo la firma di un accordo decida di andare via mettendo in ginocchio un intero territorio già in grave difficoltà sociale ed economica”.
“I lavoratori si trovano in mezzo ad un rimpallo tra la scarsa affidabilità aziendale e le innumerevoli promesse fatte dall’ex ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio ha trattato la vicenda più come si cura un collegio elettorale dentro una campagna elettorale”, dice Marco Bentivogli, segretario generale Fim. “In questo gioco – sottolinea il leader della Fim – il tempo scorre e arriviamo al 12 ottobre”, dichiara riferendosi alla data di scadenza della procedura dell’art. 47 ed evidenziando come allo scadere della fase di consultazione “l’azienda con o senza accordo avrà la mano libera”. Per Bentivogli “bisogna sospendere la procedura di cessione e apire lo spazio alla discussione per trovare una soluzione”. “Il pieno sostegno della Cisl alla mobilitazione dei lavoratori della Whirlpool”, viene espresso anche dalla segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, secondo la quale “il Governo ai massimi livelli deve intervenire per riaprire la trattativa e far rispettare gli impegni all’azienda. Napoli non può perdere quella produzione industriale ed i posti di lavoro”.