Whirlpool bacchettata da Sepe: Licenzia chi ha rimpinguato i suoi conti

70
In foto il Cardinale Crescenzio Sepe

“Vogliamo dire con chiarezza che Napoli, la Campania, il Sud, l’Italia non sono territori da conquistare e abbandonare. Si abbia il coraggio di guardare in faccia i tanti padri e le tante madri di famiglia che, con il sudore della loro fronte e del loro lavoro, hanno consentito all’azienda di impinguare i suoi conti in banca”. Lo ha detto l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, nell’omelia alla celebrazione eucaristica nello stabilimento Whirlpool di via Argine. “L’atteggiamento della proprietà ci sgomenta – ha sottolineato il cardinale – il lavoro non può essere messo in discussione. La fabbrica non si chiude perché i lavoratori non sono birilli dei quali ci si può liberare quando si vuole, apponendo una X su una slide. Ai responsabili della decisione diciamo: provate a stare al posto di questi lavoratori e a subire un affronto come quello al quale volete sottoporre loro. Come reagireste? Cosa direste per salvare il presente e il futuro della vostra famiglia e dei vostri figli?”. “Mantenete fede agli impegni assunti – ha esortato il cardinale – pensate al tradimento da voi fatto nei confronti dei lavoratori, persone come voi, che sono stati al vostro fianco in questi anni. La dignità della persona deve prevalere su tutto e procedere ogni ragionamento di profitto e di comodo. Sappiate che la Chiesa è al fianco dei lavoratori. Il lavoro manca per tantissime famiglie e per migliaia di giovani. Non consentiamo a chicchessia di farci perdere anche il lavoro che già teniamo”. “Ravvedetevi – ha concluso il cardinale – rivedete i vostri piani aziendali, sedetevi al tavolo del confronto con il Governo e con i sindacati, con animo sgombro da ogni pregiudizio e da ogni progettato profitto. La vostra vita e quella della vostra famiglia non ha più valore di quella di tanti padri e tante madri che in questi anni di vostro successo aziendale hanno dato l’anima, tanto da conquistare premi ed encomi. Se ritenete che possiamo svolgere un ruolo nell’ambito del confronto riteneteci a disposizione. Ma sappiate che, come cristiani, non tradiremo mai i lavoratori, perché il lavoro è un diritto di ogni persona, perché la sacralità del lavoro è l’insegnamento di Cristo e della Chiesa”. Il cardinale ha poi concluso l’Omelia con il classico: “Dio Vi benedica e ‘AMaronna V’Accumpagna!”.