Vulcani, un modello fisico per individuare le future bocche eruttive

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in foto l'isola di Stromboli

Fornire un modello fisico per individuare la posizione delle future bocche eruttive al fine di determinare i percorsi delle colate di lava e la distribuzione delle nubi di cenere: e’ l’obiettivo dello studio “Stress inversions to forecast magma pathways and eruptive vent location”, pubblicato su Science Advances e condotto dal German Research Center for Geosciences (GFZ) di Potsdam, dall’Università di Roma Tre e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). “Nell’immaginario comune, durante un’eruzione, il magma fuoriesce dalla cima del vulcano”, spiega Mauro Di Vito, ricercatore della Sezione “Osservatorio Vesuviano” dell’INGV. “In realta’, non e’ raro che l’eruzione avvenga lungo i fianchi dell’edificio vulcanico. Dopo aver lasciato la camera magmatica, infatti, il magma in risalita puo’ farsi strada lateralmente fratturando le rocce, a volte per diversi chilometri. Raggiungendo la superficie, in questi casi, il magma forma una o piu’ bocche eruttive, anche dando luogo ad eruzioni esplosive”.
Per i vulcanologi individuare dove si stia dirigendo il magma e dove rompera’ la superficie e’ una grande sfida. I fianchi dei vulcani sono punteggiati da decine di bocche, spesso attive durante una sola eruzione, i cui allineamenti evidenziano le vie dove il magma proveniente dal sottosuolo ha raggiunto la superficie. “Tutti i vulcani possono produrre questo tipo di bocche eruttive, dette monogeniche, ma alcuni lo fanno piu’ di altri”, prosegue l’esperto dell’INGV. “Il modello proposto in questo studio unisce la fisica dei vulcani , che permette di comprendere come il magma fratturi le rocce per muoversi nel sottosuolo, le procedure statistiche e la conoscenza della struttura e della storia del vulcano in esame. Tramite la statistica, i parametri del modello fisico vengono affinati fino a quando il modello non riproduce i processi eruttivi passati”. Il nuovo approccio e’ stato applicato alla caldera dei Campi Flegrei, vicino alla citta’ di Napoli. Le caldere sono vulcani caratterizzati dal collasso del tetto della camera magmatica a seguito di una grande eruzione: non hanno, quindi, una parte sommitale nella quale si concentrano le eruzioni, generando una maggiore incertezza nella definizione dell’ubicazione di future bocche eruttive.