Quanto sono profonde le cicatrici che inevitabilmente una violenza lascia sulla vittima, quanto incide sul Dna delle donne con ricadute sulla salute a lungo termine? Sono le domande cui darà risposta la fase multicentrica del progetto EpiWe (Epigenetics for Women), che chiede la collaborazione di tutte le donne, attraverso un prelievo di sangue. L’iniziativa, insieme a un video realizzato per invitare le donne a partecipare, viene presentata oggi nel corso del convegno ‘Epigenomica della violenza sulle donne, studio multicentrico’. «La violenza contro le donne è un problema di salute pubblica globale persistente che riguarda tutte le classi sociali e le etnie con una notevole influenza negativa sulla loro salute – afferma Rocco Bellantone, Presidente dell’Iss. Questo lavoro transdisciplinare vuole proporre una serie di strategie innovative per garantire alla donna che ha subito violenza, un’assistenza di lungo periodo così da contrastare e limitare l’insorgenza di patologie croniche che potrebbero avere origine proprio dal trauma subito». Lo studio pilota ha in parte dimostrato che la violenza è in grado di alterare il livello di attività dei geni delle donne vittime di violenza – spiega Simona Gaudi coordinatrice di EpiWe ricercatrice del Dipartimento Ambiente e Salute; il nuovo studio, che prende il via grazie all’accordo tra il Ministero della Salute-Centro nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie (Ccm) e l’Iss, analizzerà l’intero genoma delle donne per studiarne alterazioni del profilo di attività . Saranno coinvolte 7 unità operative in 5 regioni – Lazio, Lombardia, Campania , Puglia e Liguria. Grazie alla medicina territoriale e ai suoi ambulatori, pronto soccorsi, caso antiviolenza, asl, le donne vittime di violenza relazionale o sessuale saranno informate sulla possibilità di fare prelievi di sangue almeno per 18 mesi, uno ogni sei mesi, per valutare nel tempo i cambiamenti e intercettare in ognuna di loro il prima possibile gli eventuali danni di salute intervenendo a livello multidisciplinare e integrato per prevenirli. Si valuterà nel tempo anche una serie di dati sul benessere psicofisico, con particolare riguardo alle patologie stress-correlate. Gli effetti della violenza a volte si manifestano 10-20 anni dopo. Con questo studio sapremo individuare le donne più a rischio di sviluppare malattie come tumori, o cardiovascolari.