VinArte 2022: diario del primo giorno.  A Guardia Sanframondi fino al 10 agosto per la kermesse Vinalia

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di Alba La Marra


Vino e arte: ebbrezza e conforto dell’uomo. In questa frase, piccola quanto un acino d’uva, è racchiusa l’essenza di Vinalia e VinArte 2022. Il nettare degli dei, figlio di questa feconda terra sannita – che accoglie in sé anche elementi vulcanici, provenienti da esplosioni flegree risalenti alla notte dei tempi – torna ad essere protagonista della kermesse quasi trentennale, inaugurata lo scorso 4 agosto a Guardia Sanframondi, insieme all’arte, altra grande presenza della settimana guardiese grazie alla parallela rassegna VinArte, giunta quest’anno alla dodicesima edizione. Fil rouge che lega l’una all’altra: il Conforto, i cui latori, come vedremo, sono gli artisti invitati a partecipare alla manifestazione.
Dislocati nel cuore antico del borgo, i luoghi deputati all’arte sono la chiesa interdetta al culto Ave Gratia Plena – dove si è svolta la consueta conferenza stampa di inaugurazione di Vinalia – l’adiacente Sagrestia, Palazzo Marotta, Monte dei Pegni.
Ave Gratia Plena dona la suggestione dell’altrove: pare di avvicinarsi a mondi lontanissimi evocati dalla trasparenza e dalla luce, si trova pace e quiete nel ferro lavorato che sa farsi poesia, si supera il limite tra il nostro mondo e l’aldilà, cercando conforto là dove i devoti lo fanno da sempre; su questi Altari dell’Arte si ritrovano tracce di memoria di popoli vicini e lontani, di conoscenza negata ma comunque perseguita, anche a costo della morte. Una liturgia laica officiata nel più sacro dei luoghi.
Artefici di questo malioso rito collettivo sono Max Coppeta, Leticia Mandragora, Ernesto Pengue, Aniello Scotto ,Emanuele Scuotto e Nicola Rivelli, ovvero gli artisti invitati dall’ideatore e direttore artistico Giuseppe Leone, che omaggia la rassegna con un proprio altare, quello del Conforto.Nella Sagrestia ci sono altri frutti di questa terra, il genius loci declinato nei vari linguaggi dell’arte grazie alle opere dei guardiesi Nicola Ciaburri, Francesco Garofano, Mariano Goglia e Margherita Palmieri. Scultura, pittura, fotografia con le radici ben piantate nella propria terra e lo sguardo rivolto lontano. Nelle opere qui esposte il conforto si cerca nel sentimento di abbandono e rinascita, nel passato che reca in sé i prodromi del futuro, nella dolce, amata terra natia e nella figura della Donna, legata a questa terra e allo stesso tempo emblema dell’eterno femminino.
Poco più avanti, nell’Atelier Pietre Vive, manca l’aria, e per precisa volontà dell’artista Carmine Carlo Maffei: un linguaggio – plurimo, stavolta: videoinstallazione, parola, allegoria – per un’opera che costringe a fermarsi e riflettere, col fiato corto.
Poi, fotografia, sempre nel cuore del borgo antico.
Un intreccio di linee, pieni e vuoti, una scala e, lassù, un ideale sfondamento inaspettato accolgono il visitatore a Palazzo Marotta, dove l’architettura inusuale e sempre sorprendente dell’edificio accoglie le opere dei fotografi la cui cura – e mai termine è stato meglio usato – è affidata ad Azzurra Immediato, direttrice della Sezione Fotografia, capace di valorizzare ogni singolo progetto espositivo e sublimarne l’essenza, pur tessendo un unico intreccio narrativo che appaga l’occhio e l’animo di chi, attento, osserva. E tutto ciò è reso possibile grazie alle opere di Alessandro Iazeolla, Maurizio Iazeolla, Fabio Ricciardiello, Anna Rosati e Natalino Russo. Ci raccontano di quotidianità urbana, di radici familiari, di rapporto uomo/natura. C’è chi cerca il conforto nel mare, chi in un angelo di marmo. Tutti offrono sguardi, mondi, visioni: incontestabile ricchezza donata al visitatore.
Affacciandosi sui monti del Taburno, si incrociano alcune delle opere itineranti di Nicola Rivelli che, quest’anno ha dato vita ad un progetto speciale, capace di abbracciare diversi punti del borgo antico e di sorprendere chi vi si incammina.
La sensazione che si prova varcando la soglia del Monte dei Pegni è straniante, l’impatto è forte: l’ingresso è angusto, volutamente difficoltoso, non per tutti: immergersi nella visione del progetto fotografico de LA ZONA è una scelta che richiede impegno ancor prima di entrare. Poi la suggestione invade il visitatore, e permane. Ci si trova in quello che, nelle parole degli autori, “è viaggio e scambio, è un incontro che si rinnova restituendo la meraviglia dello stupore”.
Il collettivo è formato da Angela Maria Antuono_ AMA, Federico Iadarola, Gianfranco Molinario, Pasquale Palmieri, Annibale Sepe, in collaborazione con Luigi Salierno.
Vinalia, poi, ospita il progetto indipendente a tema libero Collettiva di Fotografie in tour, ideato da Cosimo Petretti, direttore del Circolo Fotografico Sannita, in occasione dei quarant’anni dalla fondazione dello stesso.
A futura memoria di quanto finora descritto c’è il catalogo, che testimonia quanto fatto e quanto detto affinché niente venga perduto. I testi critici sono a cura di Azzurra Immediato, la grafica e l’impaginazione di Giovanna Bellonia, la supervisione di Ada Mancinelli.
Prima di ricordarla, però, c’è ancora tempo per viverla: la rassegna continua e la programmazione dei prossimi giorni è ricca di eventi.
C’è tempo fino al 10 agosto per lasciarsi inebriare dall’arte che ha invaso questa piccola perla del Sannio.