Case, ville e resort costruiti direttamente sulla spiaggia. Appartamenti piccoli che improvvisamente si allargano di stanze o piani. Garage o verande che spuntano dal nulla. Secondo le stime del Cresme Consulting, diffuse da Legambiente nel rapporto Ecomafie 2017, nel 2016 tra nuove costruzioni e ampliamenti di edifici esistenti gli abusi edilizi commessi in Italia sarebbero circa 17.000. Eppure, in questa campagna elettorale infuocata, si torna a parlare di promesse di condono. Nel ciclo del cemento, sono state accertate 4.426 infrazioni, sono state denunciate 5.662 persone e compiuti 11 arresti, mentre i sequestri sono stati 1.166. Il cemento illegale riguarda soprattutto la Campania che si conferma la regione tristemente leader sotto questo aspetto, con il 17,3% dei reati, seguita dalla Puglia con il 10,1%, dalla Calabria con il 9,3% e dal Lazio con l’8,5%. Ma i numeri, ci tiene a sottolineare Legambiente, non esauriscono il fenomeno, ma rappresentano solo l’emersione dell’illegalita’. E sono numeri “che non possono essere letti senza considerare il contesto generale, con i ripetuti tentativi di condono, a livello nazionale e in regioni calde come la Sicilia e la Campania, con l’attivita’ di demolizione intrapresa da alcune Procure della Repubblica e da alcuni comuni, con la vita sotto scorta di un sindaco, quello di Licata, che ha avuto l’ardire di abbattere le villette abusive sulla spiaggia per riportare un po’ di legalita’ nella sua citta’”. I circa 17mila abusi vanno da Terracina a Civitavecchia, da Palermo al Salento, dalla Liguria all’arcipelago della Maddalena in Sardegna, dalle spiagge del Barese ad Agrigento: il cemento in Italia si impasta piu’ facilmente se c’e’ la vista mare. Villette, piscine, ristoranti, lidi, campeggi e resort, spesso costruiti direttamente sulla sabbia. Un fenomeno che, spiega Legambiente, secondo un recente studio dell’Istat, nel decennio 2001-2011 ha fatto registrare quasi 18.000 nuovi immobili sulla costa, che sono andati ad aggiungersi a quelli preesistenti. Il record per costruito lungomare spetta alla Puglia e alla Sicilia, con oltre 700 manufatti per chilometro quadrato, segue la Calabria con 600.