Via al 2015, anno di speranza o disperato?

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A cura di Pietro Funaro Quello che ci lasciamo alle spalle non è stato certo un anno iniziato bene e conclusosi ancora peggio per quando riguarda le tasche dei campani e dei A cura di Pietro Funaro Quello che ci lasciamo alle spalle non è stato certo un anno iniziato bene e conclusosi ancora peggio per quando riguarda le tasche dei campani e dei napoletani e la loro qualità della vita. Se facessimo riferimento ai dati pubblicati da vari istituti di studi economici italiani che riguardano occupazione, situazione finanziaria e prospettive per il futuro rileveremmo un Paese in continuo affanno ed un Mezzogiorno ormai all’asfissia e, quel che è peggio, non si individuano linee guida per uscire dalla ormai cronica crisi. E questo al di là delle affermazioni colme di ogni sorta di rassicurazione che gli attuali governanti diffondono a più non posso attraverso i mass media. Chiacchiere a volontà, fatti poco o nulla, insomma la solita commedia italiana. Il 2015 per i napoletani in particolare si è aperto con un lutto collettivo: la morte di Pino Daniele. Parlarne qui è superfluo viste le intere pagine di giornali e trasmissioni dedicate all’evento che ha colpito al cuore un’intera popolazione e di cui condividiamo il cordoglio. Ma quest’anno è anche quello in cui, a maggio, si svolgeranno le elezioni regionali che certo hanno una importanza centrale per il futuro della Campania. Mancano quattro mesi ma il quadro politico ancora non da risposte certe su chi saranno i contendenti dei vari schieramenti. A partire dal governatore uscente Stefano Caldoro che attende di riproporre la sua candidatura quando l’alleanza dei partiti che dovrebbero sostenerlo sarà chiarita. Intanto deve registrare il no di una parte consistente di Forza Italia, i cosiddetti Fittiani, che hanno annunciato la presentazione di una lista civica che non voterà Caldoro. Anche i Democrat hanno le loro gatte da pelare. I candidati attualmente in campo De Luca e Cozzolino non mollano la presa nonostante gli inviti della segreteria nazionale a superare le attuali candidature. In attesa delle Primarie i due affilano le armi e non si risparmiano reciproche coltellate. Intanto, dietro le quinte, i vertici del Pd lavorano per individuare un terzo nome che spiazzi gli attuali due contendenti e far convergere i consensi sul prescelto dalla segreteria politica. Insomma incertezze a tutto spiano mentre al riparo da occhi indiscreti le varie formazioni politiche lavorano per comporre il mosaico giusto che porti più acqua possibile ai propri mulini. In affanno anche i consiglieri uscenti di ogni schieramento: da 60 i seggi sono ridotti a 50 e quindi necessitano più voti per uno scranno e più consensi per essere eletti. I programmi da proporre ai cittadini? Vabbè se ne parlerà.