Verso il “Premierato” assieme al referendum

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in foto Giorgia Meloni

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 9 aprile all’interno della rubrica Spigolature 

di Ermanno Corsi

Ora si è più certi che camminano uno accanto all’altro: il primo come “madre di tutte” le riforme, afferma  soddisfatta Giorgia Meloni sicuramente ultimo Presidente del Consiglio diventata tale alla “vecchia maniera”; il secondo come istituto di consultazione popolare imprescindibile quando si tratta non solo di cambiare significativi punti della nostra Costituzione, ma di determinare svolte fondamentali nella vita della Repubblica che, dice la nostra Storia, nacque con il Risorgimento, rinacque con la Resistenza, venne consacrata definitivamente con il “suffragio universale” del 2 giugno 1946.

ATTENTI A OSCAR WILDE. A tutto si può resistere tranne alle tentazioni, diceva il grande scrittore-provocatore inglese. In politica le tentazioni più pericolose sono quelle di personalizzare iniziative e progetti che appaiono dirompenti. Nel 2006 e nel 2016 Berlusconi e Renzi proposero riforme costituzionali bocciate dagli italiani. Non perché cervellotiche, ma perché i due leaders, ognuno a suo modo, misero davanti a tutto la propria faccia quasi si trattasse di referendum sulle loro persone. Giorgia Meloni è molto attenta a scansare l’errore. ”Il voto sul premierato non sarà né su di me, né contro”. Nello stesso tempo rassicura che i poteri del Presidente della Repubblica non saranno nemmeno scalfiti.

DOPPIO SCENARIO. Quello estero continua a essere tutto favorevole a Giorgia Meloni. Conferma autorevole viene da Golden Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo, sede a New York. Attraverso Jan Hatzins, analista e capo dell’economia, definisce la premier italiana “la più grande sorpresa del 2023”. Apprezzamento ribadito all’Ambrosetti forum di Cernobbio, sulle rilucenti acque del lago di Como. Meno rilucenti, anzi torbide, sono invece per lei le acque del Tevere che “lambiscono” Palazzo Chigi.

ATTENZIONE A QUEI QUATTRO. Due ministri e due sottosegretari. Quando ci sono conti aperti con la Giustizia, non diventano assolutorie le mozioni di sfiducia respinte dalle Camere. Così per il vicepremier Matteo Salvini, responsabile di Infrastrutture e Trasporti; così per la disinvolta Daniela Santanchè responsabile del Turismo. In posizione periclitante anche 2 esponenti della maggioranza sub iudicio: Vittorio Sgarbi che s’è dovuto dimettere da Sottosegretario alla Cultura e Andrea Del Mastro che deve rispondere di segreti d’ufficio rivelati all’anarchico Còspito sotto inchiesta.

LA CONFINDUSTRIA SI RINNOVA. Senza scossoni e interne lacerazioni (come troppo spesso avviene nei Partiti e nei Sindacati), Emanuele Orsini (classe 1973) succede a Carlo Bonomi. Una lezione di stile comportamentale nel seno della struttura che dal 1910 è impegnata a difendere mercati e imprese. Il neopresidente, attivo nei campi del legno e dell’alimentare, ha tutte le carte in regola -assicura Alfonso Ruffo attento ai cambiamenti che incidono nella tenuta del nostro Paese- “per svolgere al meglio un compito complesso e delicato come rimettere in sesto la più rappresentativa delle organizzazioni imprenditoriali”. Di partite da giocare ce ne sono molte, prosegue Ruffo, “se la Confindustria vuole tornare a essere il ponte tra gli interessi delle imprese e quelli del Paese”.

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IMPRENDITORI PUGLIESI. Significativo cambiamento anche nella regione meridionale che, una volta, era detta la “Lombardia del Sud”. I giovani hanno eletto leader Rocco Salatto, foggiano di 39 anni, impegnato nelle strutture sanitarie del territorio, considerato espressione di “progettualità vincenti”. Il nuovo presidente assume, di fatto, la rappresentanza dei giovani imprenditori meridionali in una fase molto delicata per le inquietanti vicende di Bari (ambigua posizione del presidente regionale Michele Emiliano e infiltrazione negli enti locali della malavita organizzata).

IL BUCO NERO DELLA CAMPANIA. Ci sono, qui, mille imprese che hanno chiesto crediti e sono venute meno agli impegni assunti figurando in “sofferenza”. Sesta regione sul piano nazionale nella preoccupante classifica di debiti contratti, la Campania figura prima fra le 8 regioni meridionali. Numerose le rate scadute e non onorate, con un accumulo progressivo di 2 miliardi e 163 milioni di crediti “ammalorati”.

FIORELLA MANNOIA E SUD. Compiuti settant’anni, la originale e rinomata cantante pubblica un nuovo album dedicato al Sud. Con parole e musica parla dei migranti “ai quali non facciamo mai domande; sono esseri invisibili che vivono in mezzo a noi”.