Van Gogh ritrovato La direzione olandese stravince in gestione

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Capodimonte in festa ospita per qualche giorno ancora i due quadri di Van Gogh ritrovati. Evviva. Le autorità celebrano, i media anche. Il Museo di Capodimonte regala ai suoi visitatori una formidabile occasione: due quadri di Van Gogh, che da metà marzo saranno visibili solo ad Amsterdam nel museo dedicato all’artista, sono ora esposti in una teca a uso e consumo dei visitatori del museo napoletano. Una perfetta operazione di marketing del direttore del Museo olandese che, dopo il ritrovamento in provincia di Napoli di queste due tele che nel 2002 erano state rubate al museo legittimo proprietario, prima di riportarle in patria ha concordato una loro breve esposizione proprio al Museo di Capodimonte. Un assaggino dell’opera di Van Gogh, un invito a proseguire la visita nel posto giusto dove le opere riprenderanno la legittima postazione, cioè in Olanda. Applauso, ad Axel Rüger direttore del Van Gogh Museum. L’incremento di visite che un perfetto luogo delle meraviglie come Capodimonte avrà avuto da questa esposizione, probabilmente resterà nel regno degli zerovirgola. Certamente un esposizione maggiormente strutturata avrebbe avuto risultati diversi. Ogni dipinto di Van Gogh è un pezzo della sua vita. I due quadri affiancati in una teca, e non legati dal filo del racconto provocano disorientamento nell’osservatore occasionale: sono paragrafi scelti a caso dal libro della vita dell’artista. Probabilmente anche solo la semplice foto bianco e nero dei “Mangiatori di patate”, l’opera conclusiva del periodo della vita in cui il pittore realizzò quelle tele, avrebbe potuto rendere l’esposizione più completa e coinvolgente. L’unicum del confronto diretto tra Van Gogh e Caravaggio, per sottolineare la vicinanza tra i due pittori nel raccontare la coincidenza tra arte e vita, avrebbe emozionato maggiormente il pubblico costretto invece a oscillare tra due sale per cercare di cogliere il fil rouge tra i due artisti. Sarebbe bastato tenere le opere nello stesso ambiente, e guidare la lettura del confronto con faretti che puntassero sui particolari dell’una e dell’altra che si desiderava mettere in evidenza. Nell’ambito della capacità gestionale la decisione del direttore Rüger ha evidenziato come un accurata strategia di marketing preveda l’esposizione delle opere di un museo anche in luoghi diversi da quello d’appartenenza. Le alzate di scudi contro lo spostamento, ovviamente temporaneo e finalizzato, dei Bronzi di Riace da Reggio Calabria o dell’opera di Caravaggio dal Pio Monte della Misericordia non hanno avuto la lungimiranza del direttore olandese che ha capito che un assaggio dell’opera di Van Gogh a Napoli, proprio in un periodo di successo turistico, avrà riscontri di pubblico anche maggiori in Olanda, nel museo da lui diretto e dedicato per intero a Van Gogh. La tecnica espositiva usata per mostrare le due grandi opere sarebbe stata valida per esporre anche due opere religiose, due cammei o il naso di Pinocchio. Bisogna rendere unica ogni esposizione. Si è cercato di dare maggior peso al ritrovamento e alle peripezie delle due opere più che ai due quadri in quanto tali. Una foto delle sale del museo depredato, prive degli esemplari oggi ritrovati, avrebbe consentito un maggior coinvolgimento emotivo sul tema legale se non su quello artistico. Da qualsiasi lato si guardi la vicenda emerge come sempre in Italia una grande défaillance gestionale. Eppure il nuovo direttore non è italiano. I collaboratori magari si. Non è facile scardinare un modo di procedere sedimentato nel tempo su vecchi schemi. Il pubblico però vuole di più. Quanti di quelli che si sono chinati sulla teca e.. “OOHH!” hanno ammirato le due opere hanno percepito l’inquietudine di un artista che arriverà al suicidio? Quanti hanno percepito il vuoto narrativo che il furto ha provocato al Museo Van Gogh? Quanti hanno immaginato il luogo terribile nel quale erano stati nascosti dal 2002? Tutto quello che la tecnologia mette a disposizione, deve essere usato. La teca old style, usata fin dall’inaugurazione, con il vetro ricurvo che uccide la visione inquinandola con mille riflessi, poteva essere risparmiate sia al pubblico esperto sia a quello dei curiosi. L’esposizione “ a mano” fatta dagli uomini della Finanza durante la conferenza stampa post ritrovamento è stata più emozionante e godibile. Gestire e interpretare son competenze diverse ma complementari. E’ sempre più necessario apprenderle.