Usa, Yellen: entro l’anno il rialzo dei tassi

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Negli Stati Uniti i tassi di interesse probabilmente verranno alzati entro la fine dell’anno. Ad affermarlo è stata Janet Yellen, il governatore della Federal Reserve in un lungo discorso tenuto ieri alla University of Massachusetts. Un discorso così lungo da averle provocato addirittura un malore (un portavoce della Fed ha spiegato che “Yellen si è sentita disidrata alla fine di un discorso lungo e sotto luci forti) che però non ha modificato l’agenda dei suoi impegni. In quel discorso da 40 pagine, con 40 citazioni accademiche e 35 note a piè di pagina, il governatore ha spiegato che “fortunatamente, le prospettive per l’economia americana sembrano generalmente solide”, che il mercato del lavoro continuerà a “migliorare ulteriormente” e che l’inflazione “ritornerà verso il target del 2% nei prossimi anni con il venire meno di fattori temporanei” che la tengono a freno. Per questo “molti dei miei colleghi, inclusa me stessa, attualmente anticipano che il raggiungimento di quelle condizioni probabilmente richiederà un’iniziale incremento dei tassi più avanti nell’anno, seguito da una stretta graduale”. Yellen ha rassicurato: “Se l’economia ci sorprende, il nostro giudizio su [quale sia] la politica monetaria appropriata cambierà”. E’ da mesi che la Fed segnala di volere alzare il costo del denaro quest’anno ma gli investitori avevano iniziato a spostare nel 2016 il momento di una stretta, soprattutto dopo la decisione del 17 settembre scorso di lasciare i tassi sui minimi storici alla luce dei “recenti sviluppi economici e finanziari” nel mondo. Yellen ha ripetuto quella frase, contenuta nel documento diffuso al termine della riunione scorsa, senza nominare la Cina. Come allora, Yellen ha detto che la Fed “sta monitorando gli sviluppi all’estero” ma ieri ha aggiunto che il Fomc “attualmente non anticipa che gli effetti di quegli sviluppi recenti sull’economia Usa siano abbastanza forti da avere un effetto significativo sulla strada della politica” monetaria. Parlando in un teatro capace di ospitare 1.800 persone, l’ex professore dell’università di Berkeley (California), ha messo in guardia: aspettare troppo a lungo ad alzare i tassi, costringerebbe probabilmente la Fed a optare per una stretta “piuttosto repentina”. Ciò “rischierebbe di creare tensioni nei mercati finanziari e magari di spingere inavvertitamente l’economia in recessione”. Inoltre, “continuare a tenere i tassi vicino allo zero ben dopo il ritorno dell’attività reale alla normalità e dopo il venire meno dei venti contrari potrebbe incoraggiare un leverage eccessivo e altre forme inappropriate di assunzione dei rischi che potrebbero compromettere la stabilità finanziaria”. Ecco perché, ha concluso Yellen, “la strategia più prudente è iniziare ad alzare i tassi con l’opportuna tempistica e a un passo graduale, adeguando la politica monetaria come necessario in base ai dati macroeconomici in arrivo”.

Borse asiatiche

L’ottava si chiude di nuovo con una seduta mista per i mercati asiatici, anche se le diverse piazza si scambiano di posto: Giappone e Hong Kong in positivo, Cina e Australia in negativo (chiuse quelle di India e Filippine). Le dichiarazioni del numero uno della Fed Janet Yellen, secondo cui il rialzo dei tassi in Usa dovrebbe comunque arrivare entro la fine dell’anno, hanno rafforzato il dollaro, mentre i future sul petrolio hanno tenuto sui guadagni in overnight (dopo avere toccato un progresso fino all’1%) in seguito a stime di un calo dell’offerta in Usa. L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ha toccato una flessione dello 0,4% avviandosi a un declino del 5% nell’ottava. A Sydney, l’S&P/ASX 200 ha chiuso con una perdita dello 0,58% in un’ottava, condizionata dal dato più debole sul manifatturiero della Cina addirittura dal 2009 (e per l’Australia Pechino rappresenta la prima destinazione del suo export, che ha visto l’indice scendere sotto quota 5.000 punti per la prima volta dal giugno 2013. Alla fine la settimana si chiude con una flessione del 2,5% dopo l’ultima seduta appesantita soprattutto dai titoli del settore energia, ma anche da quelli bancari. Tokyo, invece, recupera, ma giovedì aveva perso il 2,76% nella prima seduta dell’ottava (da lunedì a mercoledì la piazza nipponica era rimasta chiusa per una serie di festività nazionali). La giornata si chiude con un guadagno dell’1,76% per il Nikkei 225 nonostante u na congiuntura economica tutt’altro che esaltante. L’inflazione su base annua è cresciuta in agosto dello 0,2% come in luglio (dopo lo 0,5% di maggio e lo 0,4% di giugno), sopra allo 0,1% atteso dagli economisti. Il dato core, escludendo cioè gli alimenti freschi, segna invece un declino dello 0,1% in linea con il consensus e dopo la lettura piatta di luglio (in maggio e giugno la lettura era stata per un incremento dello 0,1%). Risultato migliore delle attese ma ben lontano dagli obiettivi del governo che, non a caso, per la prima volta dall’ottobre 2014 ha peggiorato l’outlook economico. Nel bollettino economico mensile, Tokyo ha espresso timori per il rallentamento della Cina e per la normalizzazione dei tassi d’interesse in Usa. “Anche se i profitti delle imprese crescono e anche se le condizioni dell’occupazione migliorano, il consumo rimane in gran parte piatto”, ha dichiarato un funzionario del governo nel corso della conferenza stampa di presentazione del rapporto. “Un rallentamento è in atto”, ha ammesso. Di tutt’altro tenore la seduta per i mercati cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzen Csi 300 perdono circa l’1,50% mentre lo Shenzhen Composite, che era stata il migliore dei tre principali indici della Cina continentale durante l’ottava con gli investitori che preferivano scommettere sulle small cap, ha sfiorato una perdita addirittura del 3% nella giornata. In recupero, invece, l’Hang Seng di Hong, anche se i suoi guadagni sono moderati.

Borsa Usa

A New York i principali indici, nonostante il recupero nel finale, hanno chiuso la seduta in ribasso in vista del discorso del numero uno della Fed, Janet Yellen. Il Dow Jones ha lasciato sul terreno lo 0,48%, l’S&P 500 lo 0,34% e il Nasdaq Composite lo 0,38%. Gli indici erano arrivati a perdere oltre un punto percentuale. Luci ed ombre dai dati macroeconomici pubblicati in giornata. L’Indice Chicago Fed National Activity nel mese di agosto si è attestato a -0,41 punti, da 0,51 punti registrati nel mese di luglio, risultando inferiore alle attese fissate su un indice pari a 0,24 punti. Nello stesso mese gli ordini di beni durevoli hanno fatto registrare una variazione negativa del 2% su base mensile dal +2,2% rilevato in luglio (rivisto da -2,2%), a fronte di un incremento del 3% stimato dagli addetti ai lavori. L’indice “core”, ovvero depurato dal settore trasporti per la difesa, è invece rimasto invariato su base mensile dopo l’incremento dello 0,4% della rilevazione precedente (rivisto da +0,6%). Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 18 settembre si sono attestate a 267 mila unità, superiori al dato rilevato la settimana precedente pari a 264 mila unità ma inferiore alle attese degli analisti fissate su un valore di 271 mila unità. Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,242milioni, superiore ai 2,235 milioni attesi. Le vendite di nuove abitazioni sono salite a agosto del 5,7% rispetto al mese precedente, attestandosi a 552 mila unità (consensus 515 mila), rispetto alle 522 mila unità della rilevazione precedente. Sul fronte societario Caterpillar -6,28%. Il produttore di macchine movimento terra ha abbassato le stime di ricavi per l’esercizio in corso a 48 miliardi di dollari (un miliardo in meno rispetto alla precedente guidance) e per il 2016 (previsto un giro d’affari in calo del 5% rispetto al 2015). La società ha anche annunciato che taglierà entro fine del 2018 dieci mila posti di lavoro (4-5 mila unità entro fine del prossimo anno). Monster Beverage +2,07%. Goldman Sachs ha alzato il rating sul titolo del gruppo delle bevande energetiche a buy da neutral. Accenture -0,06%. Lo specialista della consulenza aziendale ha pubblicato una trimestrale in crescita e superiore alle attese ma ha fornito un outlook deludente. Conatus Pharmaceuticals +1,6%. La casa farmaceutica ha comunicato al mercato che gli studi clinici condotti con un farmaco da impiegare su pazienti affetti da cirrosi epatica, hanno ottenuto i primi successi. Coca-Cola +1,01%. Il colosso delle bibite analcoliche ha annunciato l’intenzione di cedere nove stabilimento produttivi negli Stati Uniti.

Europa

Mercati azionari in forte rialzo dopo le parole del numero uno della Fed. DAX +2,3%, CAC 40 +2,5%, FTSE 100 +1,9%, IBEX 35 +2%. Euro in forte arretramento contro dollaro: EUR/USD al momento oscilla in area 1,1130 dopo aver sfiorato quota 1,13 ieri pomeriggio. La spinta al biglietto verde è arrivata in serata dalle parole di Janet Yellen, presidente della Federal Reserve. Quest’ultima ha dichiarato che l’istituto centrale USA rimane in corsa per rialzare i tassi entro la fine dell’anno. Mercati obbligazionari molto deboli in avvio: il rendimento del BTP decennale sale di 6 bp rispetto alla chiusura precedente all’1,78%, quello del Bund si incrementa di 7 bp allo 0,65%. Lo spread è quindi in calo di 1 bp 113 bp (fonte: MTS). Sul fronte societario Volkswagen +2%. Secondo indiscrezioni stampa, il gruppo tedesco avrebbe scelto Matthias Müller, che dal 2010 guida il brand Porsche, per prendere il posto del chief executive Martin Winterkorn, dimessosi mercoledì in seguito allo scandalo sulla manipolazione dei test per le emissioni dei suoi motori diesel.

Italia

Il Ftse Mib segna +2,47%, il Ftse Italia All-Share +2,31%, il Ftse Italia Mid Cap +1,42%, il Ftse Italia Star +1,04%. Rimbalzano i titoli del settore auto con l’indice EURO STOXX Automobiles & Parts a oltre +3%. In evidenza BMW (+4,6%), FC A (+3,9%), Daimler (+3,5%), Peugeot (+4,3%). Poco mossa Volkswagen (+0,7%) Acquisti sul settore lusso in scia a Salvatore Ferragamo (+3,7%), su cui Bryan Garnier ha migliorato la raccomandazione da NEUTRAL a BUY. Molto bene anche Moncler (+3,8%), Luxottica (+3,1%) Sale Telecom Italia (+2,9%) nel giorno del cda chiamato a valutare la situazione della controllata Inwit (+1,7%). Nei giorni scorsi sono circolate indiscrezioni secondo cui la spagnola Cellnex (Abertis) e il fondo F2i sarebbero interessati ad acquisire una partecipazione in Inwit: Telecom Italia ne detiene il 60% e intende valorizzare la partecipazione.


I dati macro attesi oggi

Venerdì 25 settembre 2015

01:30 GIA Inflazione ago;

08:45 FRA Indice fiducia consumatori set;

09:00 EUR Intervento Weidmann (BCE e Bundesbank);

10:00 EUR M3 dest. ago;

10:00 ITA Salari contrattuali ago;

14:30 USA PIL T2 (3a e ultima stima);

15:45 USA Indice PMI servizi (flash) set;

16:00 USA Indice fiducia consumatori (Univ. Michigan) (finale) set.