Usa, oggi Janet Yellen (Fed) parla al Congresso

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Il punto.Borsa italiana rimbalza: Il Ftse Mib segna +2,15%, il Ftse Italia All-Share +2,09%, il Ftse Italia Mid Cap +1,78%, il Ftse Italia Star +1,59%.

Mercati azionari europei in verde: DAX +1%, CAC 40 +1,2%, FTSE 100 +0,6%, IBEX 35 +1,8%.
Tokyo in ulteriore calo con il Nikkei 225 a -2,31%. Borse cinesi chiuse per tutta la settimana (Hong Kong riaprirà giovedì 11 febbraio) per la festività del nuovo anno lunare.
Future sugli indici azionari americani in rialzo dello 0,2-0,4 per cento. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -0,07%, Nasdaq Composite -0,35%, Dow Jones Industrial -0,08%.
Euro ritraccia contro dollaro dal massimo dal 22 ottobre a 1,1338 toccato ieri pomeriggio. EUR/USD al momento oscilla in area 1,1270.
Inizio seduta positivo per l’obbligazionario eurozona, rimbalzano i BTP. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente è stabile allo 0,24%, quello del BTP scende di 9 bp all’1,63%. Lo spread si riduce di 9 bp a 139.
Avvio positivo per i bancari che tentano un rimbalzo con l’indice FTSE Italia Banche a +4,7%.
Attenzione: nel pomeriggio il numero uno della Fed Janet Yellen terrà un discorso davanti alla commissione Servizi Finanziari della Camera.

Borse asiatiche
Tokyo e Sydney continuano il loro declino mentre gran parte delle Borse dell’Asia rimangono chiuse per la celebrazione del capodanno lunare, caduto quest’anno lunedì 8 febbraio (solo Singapore ha riaperto, Hong Kong e Seoul riavvieranno gli scambi giovedì, mentre per Shanghai e Shenzhen le festività proseguiranno per l’intera ottava).
Il Nikkei 225 dopo essere crollato del 5,40% martedì (peggiore performance giornaliera dal giugno 2013) ha chiuso in declino del 2,31% ma nel corso della seduta era arrivato a perdere il 3,5% azzerando di fatto tutti i guadagni realizzati da quando nell’ottobre del 2014 la Bank of Japan aveva aumentato il riacquisto di bond a 80.000 miliardi di yen l’anno (quasi 620 miliardi di euro). Peggio ha fatto l’indice più ampio Topix, deprezzatosi del 3,02% al termine degli scambi.
Com’era già successo martedì gli investitori si sono buttati sullo yen, considerato un bene-rifugio, e la valuta nipponica ha guadagnato lo 0,40% sul dollaro Usa, salendo ai massimi dal 2014. Sul fronte macroeconomico, secondo quanto comunicato dalla Bank of Japan, in gennaio l’indice dei prezzi all’ingrosso alle imprese (Cgpi, Corporate Goods Price Index) segna un declino s u base annuale del 3,1% dopo il calo del 3,4% di dicembre e quello del 2,8% del consensus. Si tratta del decimo mese consecutivo di arretramento.
Dopo la seduta negativa di martedì per i listini del Vecchio Continente, e le perdite decisamente più moderate di Wall Street, gran parte dei riflettori sono puntati ancora sui corsi del greggio, che sui mercati asiatici hanno recuperato terreno dopo il crollo di martedì in Europa e Usa. A sostenere i prezzi del petrolio (Wti in crescita del 2% comunque sempre sotto 29 dollari al barile, e Brent del 2,4% oltre i 31 dollari) è stato soprattutto l’Iran. Bijan Zangeneh, ministro del Petrolio di Teheran, ha dichiarato in televisione che l’Iran è pronto a trattare con l’Arabia Saudita circa l’attuale congiuntura. “Sosteniamo ogni forma di dialogo e di cooperazione con gli Stati membri dell’Opec tra cui l’Arabia Saudita”, ha detto Zangeneh. Martedì Brent e Wti si erano deprezzati di quasi l’8% e di oltre il 6% dopo che la U.S. Energy Information Administration aveva tagliato l’outlook sull’andamento dei prezzi nel 2016. L’agenzia Usa prevede un prezzo medio del Wti quest’anno a 37,59 dollari al barile, rispetto a precedenti stime di 38,54 dollari. Rivisti anche i corsi del Brent da 40,15 a 37,52 dollari per quest’anno.
A Sydney, però, il recupero non c’è stato. L’S&P/ASX 200 ha chiuso in declino dell’1,17% dopo la perdita del 2,88% registrata martedì. Ad appesantire il listino sono stati soprattutto i settori energetico (1,32% il deprezzamento) e delle materie prime (in calo dell’1,46%), mentre i titoli finanziari, pur in declino, hanno sovra-performato l’indice. Di fatto la piazza di Sydney è entrata in bear market (territorio ribassista), avendo perso il 20,17% dal picco dell’ultimo anno toccato nel l’aprile 2015.

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in leggero calo. Il Dow Jones ha perso lo 0,08%, l’S&P 500 lo 0,07% e il Nasdaq Composite lo 0,35%. Wall Street riesce a limitare i danni grazie al buon andamento del settore biotecnologico. Male invece il comparto energetico dopo il nuovo tonfo del petrolio.
C’è grande attesa per il discorso che il numero uno della Fed Janet Yellen terrà al Congresso degli Stati Uniti.
A dicembre le scorte all’ingrosso hanno fatto segnare un decremento dello 0,1% m/m, a fronte di attese fissate su un calo dello 0,2%. Nel mese di novembre le scorte erano diminuite dello 0,4% su base mensile.
L’indagine JOLTS (Job Openings and Labor Turnover Survey) segnala che le posizioni lavorative ricercate dai datori di lavoro a dicembre si sono attestate a 5,607 milioni, in rialzo rispetto a 5,346 milioni di novembre e superiori a 5,400 milioni attesi dagli economisti.
Sul fronte societario Coca-Cola +1,55%. Il colosso delle bevande analcoliche ha chiuso il quarto trimestre con profitti per 1,23 miliardi di dollari (0,38 dollari per azione), in crescita rispetto ai 770 milioni dello stesso periodo di un anno prima. I ricavi sono invece diminuiti a 10 miliardi da 10,9 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,37 dollari su ricavi per 9,9 miliardi.
Goodyear Tire & Rubber +4,21%. L’utile per azione adjusted del produttore di pneumatici è aumentato nel quarto trimestre più del previsto a 0,93 dollari da 0,59 dollari di un anno prima e contro i 0,75 dollari indicati dal consensus.
Omnicom +2,55%. Il gruppo pubblicitario ha aumentato l’utile nel quarto trimestre a 331,6 milioni di dollari (1,35 dollari per azione) da 329,5 milioni dello stesso periodo di un anno prima. I ricavi sono calati dell’1% a 4,15 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 1,33 dollari su ricavi per 4,18 miliardi.
Gap -2,96%. Il rivenditore di abbigliamento ha fornito un outlook superiore alle attese per l’esercizio 2015 ma le vendite del mese di gennaio 2016 sono calate più del previsto.
Viacom -21,48%. Il gruppo media ha annunciato un giro d’affari trimestrale inferiore alle attese.

Europa
Le principali Borse europee, dopo diverse sedute di pesanti cali, hanno aperto con il segno più. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,6%, il Cac40 di Parigi lo 0,7%, il Ftse100 di Londra lo 0,3% e l’Ibex35 di Madrid l’1,1%.
In Francia l’Insee ha reso noto che la produzione industriale nel mese di dicembre è diminuita per il secondo mese consecutivo registrando un calo dell’1,6% rispetto al mese precedente. Gli analisti si aspettavano un incremento dello 0,2% del valore della produzione.

Italia
Piazza Affari ieri ha chiuso ancora in deciso ribasso. Non c’è pace per i titoli del comparto bancario con tonfi che sono spaziati dal 4% all’8%. Ha continuato a salire il rendimento del Btp decennale che sul secondario si è portato sopra l’1,75%, con lo spread Btp-Bund oltre quota 150 punti base. L’indice Ftse Mib ha perso anche la soglia dei 16.000 punti scivolando sui minimi dal luglio del 2013 e chiudendo, infine, con un tonfo del 3,21% A 15.913 punti.
È proseguito, dunque, il sell-off sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto l’8,62% A 6,355 euro, Popolare di Milano l’8,35% a 0,5485 euro, Intesa SanPaolo il 6,2%, Ubi Banca l’8,86%. In deciso ribasso anche Unicredit (-7,91% a 2,77 euro) che ha chiuso il 2015 con un utile netto di 1,7 miliardi di euro, pari ad oltre 2,2 miliardi escludendo componenti non ricorrenti per circa 540 milioni. Nel quarto trimestre l’utile netto è stato di 153 milioni, in calo del 10% sempre a causa dei costi di ristrutturazione legati al piano strategico. Battute le attese di mercato che erano per una perdita trimestrale di 77 milioni.

Ancora in profondo rosso il settore oil: Eni ha mostrato un tonfo del 3,97% a 11,6 euro, aggiornando i minimi dal lontano settembre 2001, mentre Saipem è arretrata del 5,55%. Enel (-0,11%) ha limitato i danni sui risultati preliminari del 2015 archiviato con ricavi per 75,7 miliardi di euro e un Ebitda di 15,3 miliardi, in flessione del 3,2% rispetto ai 15,8 miliardi riportati nel 2014. I risultati sono tuttavia migliori rispetto alle attese degli analisti che si attendevano un fatturato di 73,6 miliardi di euro e un Ebitda di 15,1 miliardi.

Positiva Luxottica (+0,99%) con gli analisti di Jefferies che hanno alzato il giudizio sul titoli del gruppo di occhialeria a hold dal precedente underperform.

I dati macro attesi oggi
Mercoledì 10 febbraio 2016
CINA Mercati chiusi per festività;
00:50 GIA Indice prezzi alla produzione gen;
08:45 FRA Produzione industriale dic;
10:00 ITA Produzione industriale dic;
10:30 GB Produzione manifatturiera dic;
10:30 GB Produzione industriale dic;
16:00 USA Intervento Yellen (Fed) alla Camera: rapporto semestrale su politica monetaria;
16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati;
19:30 USA Intervento Williams (Fed).