Usa, Melody Di Bona: dalla ricerca sul cancro a Ny alla copertina di “Science”

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La sua scoperta scientifica è stata così importante da essere pubblicata sulla copertina di Science, rivista tra le più prestigiose al mondo. È il frutto di una ricerca condotta a New York da Melody Di Bona, 35 anni, cresciuta ad Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria. Dopo le scuole superiori a Novi Ligure, al liceo Classico, prosegue gli studi universitari tra la Calabria e Genova dove ottiene un dottorato in Fisica con specializzazione in “Microscopia a super risoluzione ottica”. Poi il trasferimento a New York per il post dottorato e, ora, il tentativo di tornare a fare ricerca in Europa. “Il gruppo di cui faccio parte, il Bakhoum lab – spiega in una intervista a La Stampa -, si occupa di studiare tumori affetti da instabilità cromosomica. Significa che le cellule del cancro, quando si dividono, si lasciano dietro cromosomi o pezzi di dna che poi vengono reincorporati in micronuclei, strutture strane e diverse dal nucleo primario che spesso si rompono senza possibilità di essere riparate. Quando si rompono, rilasciano il dna che sta all’interno, questo si spezza, viene riarrangiato male attivando segnali all’interno delle cellule che portano a metastasi e sostanzialmente peggiorano la prognosi dei pazienti. Sapere come e perché i micronuclei si rompono è fondamentale per disegnare farmaci che vanno specificatamente a inibire questo processo. La mia speranza è che qualcuno, con competenze adeguate in Farmaceutica, possa fare buon uso di questo risultato e sviluppare terapie che prevengano le metastasi”. Che effetto fa essere finita su Science? “Ero contenta, ma ho realizzato davvero solo quando ho visto le visualizzazioni al mio post su Twitter: 27 mila persone avevano visto l’articolo che avevo scritto, quando di solito ricevo una trentina di view. Anche vedere che la copertina di Science ne ha avute 256 mila mi ha fatto venire i brividi. È una soddisfazione dopo cinque anni di lavoro”. E conclude: “Mi piacerebbe avere un mio gruppo e laboratorio per continuare a studiare come i mitocondri influenzano le proteine e regolano i meccanismi cellulari. Dove, ancora non si sa: speriamo in Europa. Inoltre, mi sposo l’anno prossimo e il mio futuro marito è anche lui un ricercatore qui a New York e sta cercando una posizione futura. Bisognerà vedere dove riusciremo a trovare qualcosa che piaccia a entrambi. Ciò detto, sono sicura che rimarrò nel settore della ricerca sul cancro. Vorrei provare a espandere la mia attività anche alla Neurodegenerazione, perché molti processi di morte neuronale sono mediati dai radicali liberi mitocondriali”.