Usa, è di nuovo “guerra delle statue”: non c’è pace per Colombo (VIDEO)

122

L’America sconvolta dalle proteste per la morte di George Floyd deve fare i conti anche con la “guerra delle statue”. Nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 giugno, infatti, in Virginia, alcuni manifestanti hanno abbattuto una statua di Cristoforo Colombo per poi gettarla nel laghetto di Byrd Park e imbrattare il piedistallo con alcuni slogan (“Questa è la terra dei Powhatan” o “Colombo rappresenta il genocidio”). Anche a Boston è stata presa di mira una statua del grande navigatore: qui la polizia ha trovato a terra la testa decapitata. La “guerra delle statue” non è nuova nel panorama statunitense e Cristoforo Colombo, il navigatore genovese che alla guida delle tre caravelle scoprì le Americhe nel 1492, è sempre stato al centro delle polemiche. Gli ultimi episodi in ordine di tempo risalgono al 2017 quando le critiche si erano concentrate sul Columbus Day, un simbolo dell’emigrazione italiana. In quell’occasione tutto partì da Los Angeles che decise di cancellare dal calendario la festa nazionale sostituendola con la “Indigenous and Native People Day”, la festa degli indiani d’America. Colombo, simbolo per tutta la comunità italo-americana, è accusato di aver sterminato i nativi americani che trovò al suo arrivo. Anche in quel caso le statue furono prese di mira a suon di martellate.

Abbattuta un'altra statua di Colombo, davanti alla sede governativa dello stato del Minnesota. A me sinceramente interessa poco, perché non è più di tanto un simbolo italiano come Verdi o Dante. Ma gli italoamericani, che pure hanno sofferto pregiudizi e discriminazioni, si riconoscono in quel simbolo, perchè il Columbus day è la loro festa. Chiaramente se ne sentono un po' offesi. Anche se neanche più di tanto. Infatti non andranno in massa in piazza a protestare. La loro risposta è nella vita di tutti i giorni: lavorano, vivono, si costruiscono il futuro, sono felici e realizzati. Ce l'hanno fatta ad integrarsi nella nazione americana, nonostante gli ostacoli. E votano in tanti Trump.

Gepostet von Piero Armenti am Mittwoch, 10. Juni 2020