“Il lavoro eccellente svolto negli ultimi tre anni dall’Università Suor Orsola Benincasa dimostra che l’emergenza Covid-19 è stata certamente drammatica ma si è rivelata indirettamente anche un grande acceleratore di progresso e di nuove opportunità perché ci ha obbligati a trovare rapidamente nuove soluzioni per nuove esigenze ed in particolare in Italia il mondo dell’Università ha saputo dare una risposta pronta e adeguata”. Con queste parole il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha aperto la solenne cerimonia di inaugurazione del nuovo accademico dell’Ateneo napoletano, che si può rivedere online sul canale You Tube del Suor Orsola (www.youtube.com/unisobna). “In questo luogo magnifico, in questa antica cittadella che custodisce la solidità dei saperi del passato – ha evidenziato il Ministro – c’è un grande lavoro di innovazione nel presente che consentirà di costruire il futuro sostenibile di cui ha bisogno il nostro Paese”.
Un binomio virtuoso quello tra tradizione e innovazione con cui proprio il Rettore del Suor Orsola, Lucio d’Alessandro, aveva aperto la sua prolusione che rappresenta il formale abbrivio dell’anno accademico. “Tra le nostre mura storiche e monumentali – ha evidenziato d’Alessandro – siamo consapevoli di essere figli dei progetti tenacemente realizzati da chi ci ha preceduto e sentiamo perciò il dovere di progettare a nostra volta in favore delle nuove generazioni”.
Green economy e digital humanities sono due delle nuove sfide che il Suor Orsola, la più antica libera Università italiana, vuole portare avanti con sempre maggior vigore in questo suo centoventunesimo anno di storia accademica che fa parte di una più ampia storia monumentale di quasi 450 anni.
“Era il febbraio 2020 – ha ricordato d’Alessandro – quando l’Università Suor Orsola Benincasa ha tenuto in presenza e con la solennità che ci piace dare ogni anno a questo momento l’ultima cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico. Sono passati quasi tre anni solari, a dir poco emergenziali, che hanno cambiato il mondo. Eppure la nostra Università non ha mai chiuso, neppure per un giorno, ed è anzi ripartita con slancio ancora maggiore, con una straordinaria capacità di riprogettarsi e di adattarsi al mondo che le circonda, dimostrando come le Università in Italia siano un asset fondamentale per il nostro Paese”. Anni difficili in cui, però, le nuove opportunità della didattica anche digitale hanno offerto anche maggiore attrattività agli Atenei come il Suor Orsola che hanno saputo rimodulare prontamente la propria offerta formativa. “Abbiamo saputo cogliere con serietà le prospettive aperte dall’accelerazione impressa alle tecnologie dell’educazione – ha evidenziato il Rettore – registrando un considerevole aumento di studenti provenienti da altre sedi e da altre regioni che hanno scelto i nostri corsi, soprattutto di alta specializzazione (corsi di perfezionamento, Master), perché una buona didattica duale, non da “magazzino” ma sempre dal vivo e in diretta dalle nostre aule, ha garantito il superamento delle difficoltà d’accesso facendo prevalere l’appetibilità di una formazione qualificata e sempre in rete col mondo del lavoro come dimostrano i nostri elevati livelli di placement”.
Il nuovo anno accademico del Suor Orsola, come ha ricordato il Rettore, ha segnato anche la partenza del primo corso di laurea magistrale del Mezzogiorno in Digital Humanities per le materie letterarie e i beni culturali. Ed anche nel Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Ateneo napoletano si presta grande attenzione all’impatto delle nuove tecnologie sul mondo del diritto. Un tema che è stato oggetto della lectio inauguralis del nuovo anno accademico affidata a Lucilla Gatt, professore ordinario di Diritto civile e direttore scientifico del Research Centre of European Private Law, tra i massimi esperti italiani di diritto delle nuove tecnologie che al Suor Orsola è uno specifico indirizzo del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza, l’unico a numero programmato nel Mezzogiorno, aperto soltanto a 150 allievi all’anno.
Dai droni ai satelliti, dai veicoli self-driving ai contratti intelligenti, la responsabilità degli automi ai confini della soggettività giuridica è stato lo specifico ambito di riflessione della lezione di Lucilla Gatt. “Di fronte a queste nuove entità – ha evidenziato Lucilla Gatt – il problema del riconoscimento della soggettività giuridica non è legato necessariamente al tema della responsabilità ma alla relazione che si viene ad instaurare con l’essere umano che le percepisce non più come cose ma come soggetti, potendo arrivare, per esempio, anche a prevederne la qualifica di eredi testamentari di ingenti patrimoni, come, d’altra parte, già avviene per gli animali”.
Prima della lectio inauguralis la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico del Suor Orsola ha avuto il suo tradizionale sviluppo anche con gli interventi del rappresentante dei laureati eccellenti del Suor Orsola e del rappresentante del personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo. “Un laureato ALSOB non può non ricordare l’accoglienza e la cura ricevute nel suo percorso di formazione: da sempre, infatti, in questa Università lo studente è al centro dell’attenzione dei docenti e del personale tutto. L’organizzazione della didattica, la programmazione e i contenuti dei corsi di studio sono pensati per offrirgli una formazione completa e all’avanguardia che risponda alle esigenze del mondo del lavoro, attuali e future”. Così Sara Longobardi tra i più giovani professori associati italiani nel suo intervento in rappresentanza dei laureati eccellenti del Suor Orsola.
A rappresentare la macchina organizzativa e gestionale dell’Ateneo è intervenuta, invece, Annamaria Iardino, responsabile dell’Area Internazionalizzazione ed Erasmus dell’Ateneo. Una scelta che sottolinea anche la spiccata vocazione all’internazionalizzazione della didattica e della ricerca che il Suor Orsola porta avanti ormai da anni e che esattamente cinque anni orsono è culminata nella nascita del Centro per lo sviluppo di progetti europei che l’Ateneo napoletano ha aperto stabilmente a Bruxelles. “Le nuove competenze e le nuove conoscenze che ci ha richiesto la gestione dell’emergenza pandemica – ha spiegato la Iardino – ci hanno stimolato a sviluppare nuove best practices e ad accrescere sempre di più il senso di responsabilità ed appartenenza alla comunità universitaria, nella consapevolezza che il ruolo del personale tecnico amministrativo non può essere considerato un semplice “costo di funzionamento” o una “cornice all’attività didattica e di ricerca”, ma va valorizzato come “capitale umano” con il suo bagaglio di competenze e professionalità, necessario per il raggiungimento di elevati traguardi nella didattica, nella ricerca, nell’internazionalizzazione, nell’alta formazione e nella terza missione”.
Proprio per questo appassionato senso di appartenenza quello della Iardino è stato uno degli interventi più applauditi dagli oltre trecento presenti in aula magna dove nelle prime file per celebrare l’apertura formale dell’anno accademico del Suor Orsola c’erano, tra gli altri i massimi vertici nazionali del settore dell’Università e della Ricerca (dal neo presidente della CRUI, Salvatore Cuzzocrea al presidente dell’ANVUR, Antonio Felice Uricchio). Presenti al Suor Orsola anche numerose autorità accademiche, civili e militari come il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Pina Castiello, gli assessori alla Ricerca e alla Formazione della Regione Campania, Valeria Fascione e Armida Filippelli, il procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, il comandante delle Forze Operative Sud dell’Esercito italiano, Giuseppenicola Tota e il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che ha ricevuto un particolare ringraziamento dal Ministro Bernini perché “è stato con la sua esperienza da Ministro che per la prima volta il Ministero dell’Università e della Ricerca ha avuto autonomia rispetto a quello dell’istruzione ed è questo un percorso di grande importanza che dobbiamo impegnarci a rendere definitivo e strutturale affinché ognuno nel suo campo possa lavorare al meglio”.