Federico II, dalla donna scimmia di Ferreri alle serie tv in digitale: sempre più corsi sull’audiovisivo

67
In foto un'immagine tratta dal film di Marco Ferreri "La donna scimmia"

di Rosina Musella

Venerdì 6 dicembre la sede di Via Marina dell’Università Federico II di Napoli ha ospitato una lezione speciale della professoressa dell’Università Roma Tre Stefania Parigi, che ha presentato agli studenti del corso di storia del cinema il regista Marco Ferreri, attivo in Italia nella seconda metà del secolo scorso, partendo dal suo film “La donna scimmia”, proiettato al Cinema Astra giovedì 5 e offerto gratuitamente a tutta la città di Napoli.
Le storie dei film di Ferreri sono abbastanza scarne, “riassumibili in poche parole”, afferma la Parigi che, facendo una rapida carrellata della sua produzione cinematografica, ne ha analizzato gli obiettivi e le tecniche, tra le quali salta all’occhio la giustapposizione delle scene, come in un quadro impressionista, senza particolari raccordi, scelta che causò non poche critiche al regista, che però puntava a unire una scena e l’altra non attraverso la trama, bensì la forza delle immagini; il suo era un set aperto alla casualità e alle emozioni del momento, in cui diede vita a “comunità amicali”, costituite da gruppi di attori che presero parte a diversi suoi film, come Tognazzi, Mastroianni, Piccoli.
Dopo l’introduzione, la docente ha analizzato i dettagli del film proiettato il giorno precedente all’Astra, rivelandoli agli studenti: la critica alla colonizzazione, soprattutto da parte della Chiesa, la spettacolarizzazione della “donna scimmia” protagonista, che coincide con la spettacolarizzazione del diverso, la scelta di Ferreri di non adottate primissimi piani, se non in prossimità della morte di uno dei personaggi.
La lezione della professoressa Parigi non è stata l’unica tenuta nell’ateneo napoletano, infatti il 21 novembre, il professore Guglielmo Pescatore, dell’Università di Bologna, ha approfondito la serialità televisiva, definendo i diversi fattori da analizzare per comprendere il meccanismo dietro i successi e gli insuccessi delle serie tv: l’essere un prodotto in fieri, non concluso, quindi spesso influenzato da cause esterne (esigenze lavorative o morte di un attore, mancanza di fondi,…); il giorno di messa in onda; la rete su cui vengono trasmesse; il cambiamento della serialità dall’arrivo di piattaforme digitali, come Prime Video e Netflix. “Ormai nelle case italiane si sentono tutte le lingue del mondo. Netflix è frutto della globalizzazione.”, afferma Pescatore.
Opportunità messe a disposizione degli studenti dell’ateneo ed alla sua comunità tutta, per approfondire lo studio dell’audiovisivo, ormai parte integrante della vita di tutti noi.