Università, la direttrice del Cern Gianotti premiata alla Federico II: E’ la sete di sapere il motore del progresso

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di Giuseppe Abazia

“A volte mi si chiede in che modo la scoperta del Bosone di Higgs cambierà il mondo. La risposta è che l’ha già cambiato. La sete di sapere, la comprensione del mondo che ci circonda sono ciò che spinge in avanti l’umanità”: Sono parole dalle quali traspaiono un sincero amore per la scienza e una curiosità inesauribile per i misteri dell’universo, caratteristiche che hanno condotto Fabiola Gianotti al vertice di una delle più importanti organizzazioni di ricerca scientifica al mondo. Direttrice del Cern di Ginevra dal 1° gennaio 2016, Gianotti è stata premiata col dottorato di ricerca honoris causa in Fisica dall’Università degli Studi di Napoli Federico II. Impossibile, parlando della sua carica, non menzionare il fatto che lei sia la prima donna a dirigere l’Organizzazione, ma la direttrice preferisce non darvi più rilievo del dovuto: “Non mi sento un role model, ma spero di essere d’ispirazione per altre donne a perseguire una carriera scientifica”.
Gianotti rappresenta una delle personalità più brillanti che l’Italia abbia mai “esportato” nel mondo. Per dare un’idea, basti ricordare alcune delle onoreficenze che ha ricevuto nel corso del tempo: Premio Speciale in Fisica Fondamentale della Fondazione Milner, premio Enrico Fermi della Società Italiana di Fisica, medaglia d’onore del Niels Bohr Institute di Copenhagen, medaglia Wilhelm Exner di Vienna, numerosi dottorati honoris causa in Europa, in Usa e in Canada. Nel 2012 il Time Magazine l’ha collocata al quinto posto tra le persone più importanti dell’anno e nel 2013 Forbes l’ha inserita tra le 100 donne più influenti al mondo. Nel 2014, ancora, è stata nominata Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Vienna dall’ex capo dello stato Giorgio Napolitano.
Un curriculum così prestigioso poggia le sue fondamenta su di una carriera dedicata con passione alla ricerca scientifica, carriera che ha trovato uno dei suoi apici nel progetto Atlas – dal nome di uno dei sei rivelatori di particelle costruiti per l’acceleratore di particelle Lhc. Gli esperimenti del progetto Atlas, guidato dal 2009 al 2013 da Gianotti, in collaborazione col Progetto Cms permisero di osservare per la prima volta nella storia il cosiddetto Bosone di Higgs, una delle particelle elementari più sfuggenti della fisica.
E’ per questo e per altri meriti scientifici che l’Università Federico II ha voluto onorare la direttrice del Cern con il titolo di Dottore in Ricerca Honoris Causa in Fisica. Il magnifico rettore Gaetano Manfredi ha sottolineato il vanto che rappresenta per l’Italia una figura come Fabiola Gianotti, ma ha anche ricordato l’importanza del Cern non solo quale espressione tra le più alte della cultura scientifica, ma anche come insostituibile terreno di confronto fra diverse scuole di pensiero e diverse etnie. Sono inoltre intervenuti Pasquale Arpaia, responsabile scientifico dell’accordo quadro vigente tra il Cern e l’Università di Napoli, Salvatore Capozziello, coordinatore del Dottorato di ricerca in Fisica e Leonardo Merola, direttore del Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini”. Sempre il prof. Merola ha pronunciato la Laudatio Academica, ripercorrendo la storia professionale e i successi della direttrice del Cern e introducendo la sua lectio magistralis.
La lezione, coordinata da Giuseppe Longo, ordinario di Astronomia e Astrofisica presso il Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini”, ha spaziato su numerosi argomenti. “Affrontare le questioni aperte sulla comprensione dell’universo, sulla formazione della materia, sull’energia oscura; questa è la missione del Cern. Il momento attuale è particolarmente entusiasmante per la fisica, siamo alla ricerca di modelli che vadano oltre quello standard e ci consentano di andare al di là di quel 5% che rappresenta ciò che attualmente conosciamo dell’Universo.” Gianotti, oltre ad entrare più nel dettaglio sugli obiettivi del Cern, ha rimarcato il significativo contributo dell’Italia sia in termini qualitativi, sia per numero di scienziati coinvolti. Ha ricordato l’importanza del Cern nella formazione dei giovani ricercatori e dunque quale fucina di nuovi talenti in campo scientifico. Si è soffermata sui potenti strumenti necessari alla realizzazione di esperimenti così complessi e ha ricordato l’assoluta necessità della ricerca di base per il suo valore sia intrinseco che trasversale, poichè le sue scoperte spesso trovano applicazione anche in altri campi come la ricerca medica.
“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”: citando Dante, Gianotti ci consegna un messaggio importante, ossia che una società che guarda al futuro e al benessere dell’individuo non può prescindere dalla ricerca scientifica.