Un algoritmo che combina informazioni sul divario territoriale e indicatori di prestazione, per una valutazione piu’ equa delle Università: è la proposta di un gruppo di ricercatori baresi per “ripensare i ranking universitari attraverso la scienza della complessita’”. La ricerca Uniba e’ stata pubblicata su Scientific Reports, Nature Italy e Nature Portfolio, esaminando oltre cento indicatori di sviluppo socio-economico degli ultimi cinque anni. E’ stata realizzata dai ricercatori di Fisica Applicata Uniba e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, guidati dal professor Roberto Bellotti, in collaborazione con Vincenzo Aquaro (Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite) e Marco Bardoscia (Banca d’Inghilterra). Lo studio e’ stato condotto su oltre mille Università nel mondo, classificate attraverso la britannica Times Higher Education, e a livello italiano, analizzando la classifica delle Università del CENSIS. I ricercatori ritengono che “lo strumento proposto per l’elaborazione di nuovi ranking, mitigando gli effetti del condizionamento territoriale, possa supportare politiche di sviluppo e coesione che puntino a ridurre il divario tra Universita’ del centro-nord e del sud, anziche’ aumentarlo”. Dalla ricerca emerge infatti che 5 Università vengono premiate come virtuose, migliorando di oltre 10 posizioni la propria graduatoria: Foggia (+26 posizioni), Teramo (+15), Cassino (+14), Milano San Raffaele (+13) e Napoli L’Orientale (+11). Alcune Universita’, collocate in un contesto socio-economico favorevole, peggiorano invece la loro posizione: luav di Venezia (-26), Pisa (-14), Torino (-12), Aosta (-10) e Verona (-10). Infine, lo studio rivela la stabilita’ dei punteggi conseguiti da alcuni atenei, come Bocconi, Universita’ di Trento e Politecnico di Milano.