Università, collaborazione Orientale-Istao: ecco il master “Global management for China”

107

Avvicinare la Cina alle imprese e viceversa. Arriva nelle Marche l’opportunità di formazione del “Global management for China”, un master per creare figure professionali che, partendo dalla conoscenza già acquisita del cinese e della cultura del Paese, possano avere anche competenze manageriali fondamentali per favorire gli scambi fra le aziende italiane e asiatiche. Le lezioni dell’ottava edizione del master si svolgeranno all’Istao di Ancona. Il corso nasce dalla collaborazione fra cinque atenei: Università di Macerata, organizzatore per l’anno accademico 2018-2019, Università degli Studi Roma Tre, dove il master ha debuttato, Università Ca’ Foscari Venezia, dove si sono svolte le prime edizioni, Università degli studi di Napoli “L’Orientale”, Università di Bergamo. Il corso, per massimo 40 iscritti, ha spiegato il direttore Francesca Spigarelli, ha un taglio pratico, con la partecipazione di docenti esperti provenienti dal mondo delle imprese e delle professioni di supporto al business in Cina, con un tirocinio finale di tre mesi che si svolgerà in realtà imprenditoriali e istituzionali italiane in Cina o cinesi in Italia. “L’obiettivo è rendere manageriale un sinologo – ha detto Spigarelli -, per operare in Cina, infatti, non è sufficiente una buona conoscenza dell’inglese e delle tecniche di marketing. Occorre sapere bene la lingua e soprattutto la cultura del Paese. Per questo, partiamo da laureati che hanno già questo background culturale, per specializzarli in gestione aziendale, marketing, diritto commerciale e cinese approfondendo i temi della società e della politica economica cinese, con lo studio dell’inglese e del cinese per affari”. Il master nasce anche dal fatto che “la Belt and road initiative, meglio conosciuta come la nuova Via della Seta – ha detto Filippo Fasulo, coordinatore scientifico Centro studi per l’impresa della Fondazione Italia-Cina -, aumenterà le occasioni di incontro con la Cina, ma la Cina che incontreremo sarà profondamente diversa da quella degli ultimi decenni. È necessario prepararsi a questo nuovo scenario”. Il modello del “miracolo cinese” degli ultimi trent’anni, ha aggiunto anticipando alcuni contenuti della IX edizione del Rapporto annuale CeSif, “non viene ritenuto attuale dalla Cina stessa e lascia il posto a nuovi pilastri che prevedono la crescita dell’economia a velocità più ridotta, meno investimenti, più servizi, meno export ma più consumo interno e di maggiore qualità”.