Unire le due culture, roba da multilinguisti

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IL Bazar delle Follie non espone un cartello che porta scritto “dobbiamo inventare una nuova saggezza per una nuova età” (John Maynard Keynes). Per 50 anni del secondo dopoguerra, più occupazione e più produttività hanno accelerato il ritmo dell’economia. Oggi, a scala mondiale, la rapida crescita di allora corre il serio pericolo di rallentare considerevolmente a causa del declino della popolazione in età lavorativa. Secondo uno studio dal McKinsey Global Institute “la diminuzione della quota di popolazione in età lavorativa comporta una diminuzione del 19% della crescita del reddito pro capite nel corso dei prossimi 50 anni” nel corso dei quali il trend demografico contribuirebbe a ridurre ad appena lo 0,3% annuo la crescita dell’occupazione. Questi sono segni premonitori della necessità di un cambiamento epocale nella struttura dell’economia. La prossima età dell’abbondanza che corrisponde, come ricordava Keynes citando un suo grande collega americano, John Rogers Commons (1862-1945), alla massima espansione della libertà individuale si manifesterà sull’onda di innovare l’innovazione imbastendo una relazione molto stretta tra innovazione scientifica e innovazione imprenditoriale. C’è allora da ridefinire i modelli organizzativi dell’innovazione trainata dalle scoperte scientifiche, come pure i modelli di business dell’imprenditorialità che attinge dal bacino della scienza. Una ridefinizione che non può che vedere in prima fila i protagonisti della scienza e dell’innovazione che assurgono al ruolo imprenditoriale. Il modello di trasferimento tecnologico dalla ricerca universitaria al mondo commerciale messo a punto da Isis Innovation – l’impresa di trasferimento tecnologico dell’Università di Oxford – sotto la direzione di Tim Cook ha fatto scuola nel mondo. L’incontro tra due culture così diverse – la cultura accademica e quella del business – l’Isis lo ha realizzato mettendo in campo quelli che Tim Cook ha chiamato i “multilinguisti”, cioè gli intermediari capaci di comprendere le due culture. D’ora in poi, la sfida che abbiamo davanti è quella di incentivare l’innovazione per la creazione di nuove imprese che agiscono sulla cultura dei multilinguisti, sia nel mondo accademico che nelle imprese, in modo che possano diventare imprenditori. Ricercatori multilinguisti che creano imprese e i loro pari dal lato business – questi imprenditori scientifici di entrambi i luoghi sono il motore della crescita della società imprenditoriale basata sulla conoscenza. Allo stesso modo, la forza motrice della crescita della società industriale è stata l’imprenditorialità inaugurata da operai e tecnici durante le rivoluzioni industriali dell’Ottocento e Novecento. Ciò che l’età industriale ha separato con le due culture della ricerca e dell’imprenditorialità, l’età della conoscenza più che farle interagire tende a fondere i loro linguaggi e le loro iniziative. Se ne vedono già i primi segni nelle università imprenditoriali nate in questo primo scorcio del XXI secolo attraverso l’iniziativa di imprenditori scientifici. I primi due nomi che vengono alla mente sono quelli di Ray Kurzweil, informatico, e di Peter Diamandis, medico, entrambi imprenditori multilinguisti che hanno fondato nella Silicon Valley la Singularity University. Questa è un’istituzione educativa che alimenta i motori della nuova imprenditorialità a base scientifica perseguendo l’obiettivo di “educare, stimolare e responsabilizzare i leader ad applicare le tecnologie esponenziali per affrontare le grandi sfide dell’umanità”.