Unione Industriali Napoli, in un documento l’Autonomia differenziata possibile

185
In foto, da sinistra, Cesare Mirabelli, Adriano Giannola, Gaetano Manfredi, Vito Grassi, Sergio Rizzo
Il presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Vito Grassi, ha presentato ieri pomeriggio, presso la sede dell’associazione a Piazza dei Martiri, un documento sull’Autonomia differenziata e sul modello che le imprese auspicano possa essere applicato. Al dibattito che ha anticipato l’annuncio (“Autonomia differenziata. Il percorso possibile”) hanno preso parte Cesare Mirabelli, giurista e già presidente della Corte Costituzionale, Adriano Giannola, presidente della Svimez, Gaetano Manfredi, rettore dell’università Federico II di Napoli, e i giornalisti Marco Esposito e Sergio Rizzo. Ma vediamo il documento nel dettaglio: rapido avvio del processo di riconoscimento delle competenze – come richiesto da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna – in base al principio del trasferimento finanziariamente neutrale delle risorse; contestuale definizione, per ciascuna delle competenze già assegnate o da trasferire agli enti locali, dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; previsione nella legge attuativa di un sistema di monitoraggio pubblico affinché il Governo, come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, possa tempestivamente sostituirsi a organi delle Regioni e degli altri enti locali a tutela dei livelli essenziali delle prestazioni; riconoscimento nella legge attuativa di un ruolo esplicito del Parlamento sia per il monitoraggio degli effetti sia per la potestà di effettuare, con procedura ordinaria, le modifiche che dovessero manifestarsi come necessarie; correzione delle norme incoerenti con il pieno finanziamento delle funzioni pubbliche assegnate agli enti locali, a partire dalla rimozione del dimezzamento del target perequativo (legge 232/2016, comma 449, lettera c); recupero della piena potestà statale in materia di perequazione per superare gli attuali sistemi di solidarietà conflittuale tra enti locali del medesimo livello, collegando l’erogazione di risorse alla puntuale verifica dell’efficienza della spesa; recupero della potestà statale di indirizzo per le materie nevralgiche per lo sviluppo economico nazionale.