UniCredit, 500 milioni per l’agricoltura campana

59

In foto la sede di Napoli di UniCredit in collegamento con Milano

L’agricoltura campana ha raggiunto nel 2015 un valore aggiunto di 2,2 miliardi di euro, in crescita del 6,9 per cento (più 10 per cento in provincia di Napoli) rispetto all’anno precedente (seconda regione italiana per incremento del valore aggiunto nel 2015, dopo la Liguria), con una previsione di crescita di oltre il 2 per cento anche per il 2016 (più 3,3 per cento in provincia di Napoli). Su fronte degli occupati, la forza lavoro impiegata in Campania nel settore è di 109mila unità, con una previsione di crescita dell’occupazione nel 2016 dello 0,6 per cento nella regione e dell’1,4 per cento nella provincia di Napoli (elaborazioni UniCredit su dati Prometeia). Allargando il discorso all’intera filiera agroalimentare, si registra nel 2015 un incremento dei flussi delle esportazioni regionali pari al 9 per cento(2,97 miliardi), trainate in particolare dalle esportazioni agroalimentari della provincia di Napoli che nel 2015 sono crescite di oltre il 25 per cento. Proprio alla luce della centralità del settore nell’economia del Paese e della Campania e tenuto conto delle prospettive di crescita del settore nel medio-lungo termine, oggi UniCredit e il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) hanno illustrato un programma finalizzato a sostenere gli investimenti e favorire l’accesso al credito delle imprese operanti nel settore agroalimentare italiano e campano. Per il Sud, UniCredit si pone l’obiettivo di erogare 1 miliardo in tre anni, di cui oltre 500 milioni in Campania. E’ il “Progetto UniCredit Mipaaf. Coltivare il futuro”, che è stato descritto nei suoi contenuti da Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole, Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit, e Gabriele Piccini, country chairman Italy dell’Istituto. L’evento, tenutosi a Milano, è stato seguito in streaming in 40 città italiane, tra cui Napoli, presso la sede di UniCredit in Via Verdi 31, coinvolgendo complessivamente oltre 1.200 imprenditori in tutto il Paese. “La crescita registrata nel 2015, anno di Expo, ci dimostra come il Made in Italy agroalimentare sia sempre più protagonista – ha dichiarato il ministro  Martina – e in grado di offrire importanti opportunità, anche in termini di occupazione. Ma possiamo e vogliamo crescere ancora, soprattutto per quanto riguarda l’export. Con il progetto realizzato insieme a UniCredit facciamo un passaggio decisivo in questa direzione, migliorando il rapporto tra banche e imprese agroalimentari. C’è un’importante destinazione di risorse pari a 6 miliardi di euro, ma soprattutto torna ad esserci un credito specializzato per l’agricoltura e l’agroalimentare. Grazie a un approccio mirato e in grado di cogliere la specificità delle aziende del settore, facilitiamo non solo l’accesso al credito ma supportiamo le piccole e medie imprese su alcuni fronti chiave come formazione e promozione”. “L’agroalimentare – Ghizzoni  – è un settore strategico per il nostro Paese, che deve rappresentare sempre di più la nostra eccellenza all’estero. La crescita del settore nell’ultimo decennio è stata affidata alle esportazioni, aumentate ad un tasso medio annuo del 6 per cento. A fine 2015 le esportazioni agroalimentari valevano oltre 36 miliardi di euro, con un incremento del 7,4 per cento rispetto all’anno precedente. L’Italia è anche leader mondiale per numero di prodotti certificati. Al 31 gennaio 2015, si contavano 278 prodotti su un totale di 1.311 (21,1 per cento del totale), per un valore della produzione intorno a 6,5 miliardi e un valore al consumo più che doppio. Nonostante la qualità dei nostri prodotti e il crescente interesse per il made in Italy, l’Italia esporta meno dei principali paesi competitor. Il confronto internazionale indica che rimane un potenziale di export da valorizzare ancora molto elevato, come segnala lo stesso fenomeno dell’Italian sounding, stimato intorno a 60 miliardi di euro”.