Un’app rivolta anche ai bambini per fruire digitalmente delle opere d’arte del Museo Madre di Napoli “Come un gioco da bambini” e “Axer/desaxer” dell’artista francese Daniel Buren. La presentazione è avvenuta nell’ambito della seconda tappa del roadshow del progetto Remiam (Rete dei Musei Intelligenti ad Alta Multimedialità) sviluppato da Databenc, che ha visto la partecipazione di Angelo Chianese, responsabile scientifico del progetto Remiam, Luca Cerchiai, direttore del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale Università degli Studi di Salerno, aria Giuseppina De Luca, docente ordinario di Estetica all’Università degli Studi di Salerno, Francesco Vitale, docente associato di Estetica Università degli Studi di Salerno, Pio Manzo, borsista di ricerca Università degli Studi di Salerno, Sara Matetich, assegnista di ricerca Università degli Studi di Salerno, Daniela Liguori, assegnista di ricerca Università degli Studi di Salerno.
“L’opera di Buren, posta all’ingresso e luogo di continuo transito – ha detto la professoressa De Luca -, determina un abbraccio solidale tra Napoli e il museo, che rendiamo fruibile ed esperibile all’utente grazie alle nuove tecnologie. Il senso dell’opera è interloquire con la città e far sì che la città interloquisca col museo. L’utente entra a far parte della progettualità, dei contenuti teorici, delle emozioni, connesse all’attività creativa dell’artista”.
“Nell’ambito del progetto è stata realizzata un’app per smartphone che contiene le immagini della storia dell’opera, la sua contestualizzazione architettonica con il museo e un’intervista di Andrea Villani a Buren, focalizzata sui concetti base dell’opera site-specific – ha spiegato Vitale – L’app “Ludo” dà la possibilità a utenti giovani di cambiare ordine e volumi dell’installazione “Comme un jeu d’enfant”, e di costruire lo spazio, mettendolo in relazione con la città, in interazione con altri interventi di altri utenti”.
“Dal dibattito sulla digitalizzazione dell’arte emerge l’interrogativo se la fruizione digitale possa sostituirsi all’emozione della visita al museo. Remiam non vuole sostituirsi all’emozione ma affiancarsi all’opera d’arte per conoscerla – ha sottolineato Chianese – Le opere moderne del Madre sono difficili da raccontare e spiegare perché il messaggio viene raccolto solo vivendole. Remiam stimola l’esperienza diretta di un’installazione del Madre ricca di significato per l’arte moderna e per Napoli”.
“Remiam nasce nella scia virtuosa di progetti analoghi dei musei italiani ispirati a quanto realizzato per il Metropolitan di New York. Con il Madre si è sperimentata una sinergia efficace con Distretto, Università e componente scientifica, perché i contenuti e il significato dell’opera scelta si esprimono in un prodotto che parla i linguaggi dei visitatori – ha detto Cerchiai – Il Madre è uno dei grandi ingressi alla città che porta al centro storico e l’opera “Axer / Désaxer” di Daniel Buren ci fa entrare nella dimensione di Napoli come metropoli in continua trasformazione”.
“Le fonti bibliografiche restituiscono informazione al percorso espositivo e ai luoghi di esposizione. È stato necessario intervenire sul software di data entry per ampliare le schede con nuovi campi e modelli descrittivi, con link a contenuti e oggetti sulla Rete, per fornire ulteriori chiavi di ricerca sull’interfaccia front-end” l’intervento di Manzo.
“L’app per l’opera di Buren e il video d’arte registrato per le vie di Napoli dimostrano il valore politico dell’opera di abbraccio con la città. Le forme e i colori dell’opera “Comme un jeu d’enfant” sono ispirate a un gioco di costruzioni dell’800 e l’app “Ludo” pone il bambino in relazione con gli oggetti circostanti, sviluppando la sua intelligenza e capacità combinatoria, per prospettare modi creativi di immaginare la città” hanno evidenziato Matetich e Liguori.
Si parlerà di “Opera d’arte nell’epoca della sua digitalizzazione” e del lavoro sulle opere di Buren all’interno del progetto Remiam in un convegno in programma domani sui canali del Dispac dell’Università degli Studi di Salerno.