Una strana e falsa angoscia serpeggia per la sorte degli ucraini bombardati

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(Imagoeconomica)

Queste riflessioni sono indirizzate soprattutto agli intellettuali, agli artisti, ai professionisti, al ceto produttivo e alle persone probe perché riflettano sul loro ruolo di guida della società cui hanno abdicato. Chi per ambizione o per bramosia di denaro, chi semplicemente per indolenza o perché mal consigliato, si sono tutti aggregati alla massa di questuanti che sostengono il potere e ne mendicano le briciole. Andiamo di male in peggio da quando il ceto medio si è disciolto, lasciando il paese senza esempio né cultura, e neppure coscienza. La borghesia deve riappropriarsi delle prerogative che le sono naturali per restituire dignità e diritti alla povera gente.

Benessere, libertà, dialogo, turismo e scambi commerciali sembravano avere sepolto le bramosie di conquista degli ultimi despoti. Che cosa chiedere alla vita in più di ciò che ormai quasi tutti abbiamo? Eppure ogni tanto qualcuno, arrivato non si sa come al comando, ha nostalgia della guerra e lo soddisfa vedere morire. Persino in nome di una fede che nessun Dio approva. Ma ancora più grave è che all’Onu, giudicando la proditoria aggressione all’Ucraina, 5 paesi su 193 si sono dichiarati favorevoli, mentre 35 non si pronunciano, come purtroppo qualcuno anche in Italia.

Bei tempi quelli dell’Urss. Che meraviglia quel comunismo, che si accontentava di arrivare all’Adriatico
Senza sparare un colpo, uccidendo solo i dissidenti, Noi sciocchi, non apprezzavamo la Cortina-di-ferro. Credevamo che segnasse la sconfitta del progresso e della civiltà contemporanea. Adesso la rimpiangiamo. Magari si potesse tornare indietro. Oggi rimane la magra certezza che prima o poi i criminali di guerra vengono acciuffati e processati. Perché, seppure la politica lo consenta, l’istinto dell’uomo è di sopravvivere, quindi punire chi deroga dalla legge naturale. Ma ogni prepotente è convinto che nel torto sia chi non lo asseconda nel progetto di espansione del potere.

La Russia disposta a interrompere l’occupazione in cambio dell’indipendenza di due repubbliche separatiste
Zelensky, però, non cede e chiede aiuto all’Occidente. Che ne faranno poi i russi di un paese distrutto, affamato e con migliaia di famiglie in lutto? La diplomazia è al lavoro, ma gli accordi non sono rispettati. Bombardati i corridoi umanitari. L’Europa se la fa sotto nel timore che il conflitto si allarghi. In Italia si piagnucola per il crollo della borsa e l’aumento delle materie prime. Chi era ammiratore di Putin ha cambiato idea, pronto, però, a ricredersi se dovesse convenire. La Farnesina fa largo ai giovani impreparati. l Cremlino minaccia i paesi che condannano la guerra.

Corriere, Stampa, Repubblica e la RAI stanno dando notevoli e preziose informazioni sulla guerra in Ucraina
Gli altri media sono imitazioni. Eppure li critichiamo accusandoli di dipendere dalla politica, nelle mani dei poteri forti, al servizio di questo o quel padrone. Ma oggi si stanno comportando da professionisti esemplari. Giornalisti, accusati di dipendere dal denaro e dal potere tramettono immagini e notizie obiettive dai luoghi più pericolosi del conflitto, dimostrando coraggio, passione e obiettività ammirevoli. Altri, standosene comodamente in redazione, interpretano e sfruttano i fatti secondo gli interessi di gruppi economici o coalizioni politiche che rappresentano.

Cirillo I, arcivescovo della Chiesa ortodossa, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, è favorevole alla guerra
Com’è possibile per un uomo di Dio?! Quindi, anche molti fedeli sono guerrafondai e sostengono l’insana tradizione imperialista del paese. Putin ne è solo interprete? Secondo il metropolita è pure una crociata contro l’omosessualità, piaga della società moderna. Non che in Ucraina ci siano più gay che altrove. Ma da qualche parte si doveva pur cominciare. Sono già morti 5mila soldati russi molti di più i cittadini ucraini, soprattutto bambini. Adesso il Cremlino intende ingaggiare mercenari stranieri, che combattono per mestiere. Con la benedizione di padre Cirillo.

Come nelle guerre tribali, la Russia in Ucraina bombarda gli ospedali pediatrici per eliminare i futuri nemici
C’è un’Africa tribale dove la civiltà non è ancora arrivata per la difficoltà di comunicazione, l’ignoranza, la miseria. Spesso scoppiano conflitti tra le varie etnie e la sopravvivenza è alimentata da antiche discordie. Lì il bersaglio non sono soltanto i guerrieri nemici, ma soprattutto le donne che si riproducono, e i bambini che, crescendo, saranno i nemici di domani e che sono anche più facili da uccidere. Il genocidio, però, è più lento perché corpo a corpo. Da noi lo sterminio è veloce. Con missili e bombe a grappolo, in un attimo muoiono centinaia di donne e bambini.

Quando leggo di crudeltà in Ucraina non penso solo ai bambini assassinati, tanto prima o poi si deve morire
Penso soprattutto ai giovani che, anziché scappare come faremmo noi (i nostri corridoi umanitari sarebbero a nuoto verso la Corsica o l’Albania), mettono in salvo madri, mogli e figli. Si armano per difendere il paese e rimangono tutti a combattere. Niente movida, né aperitivo serale, cui non sapremmo rinunciare. Penso pure ai poveri no vax che da noi non potrebbero protestare per la limitazione di libertà cui sono costretti dalle imposizioni di un governo filo nazista. Bravo chi sa scegliere vittime abituate a soffrire e alle quali la guerra non pesa come peserebbe a noi.