Una corsa ad ostacoli senza fine

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di Nico Dente Gattola*

All’indomani del varo della contrastata riforma della Magistratura Onoraria , la riforma Cartabia , dal nome  della Guardasigilli che l’aveva promossa, era chiaro a tutti che così com’era la nuova disciplina era inapplicabile . Troppi i punti da chiarire , sui quali gravava un punto interrogativo : nulla era previsto infatti circa il trattamento retributivo indipendentemente se si optasse per il regime di esclusività o non esclusività , lo stesso circa il regime previdenziale e altri aspetti.

Nonostante i punti da chiarire fossero molteplici le procedure partivano e puntualmente si verificava lo scenario peggiore da molti paventato: all’esito del D.M di conferma , gli interessati  si trovavano nella paradossale condizione di lavorare ma senza essere pagati! E si perché i funzionari degli uffici competenti non sapevano come dover pagare le toghe onorarie che avevano superato la procedura, ritenendo che non si potesse più utilizzare nemmeno nelle more il vecchio sistema  e non avendo alcuna indicazione su come procedere .

Problemi si dirà prevedili, visto che parliamo di una riforma varata in tutta fretta, con l’evidente scopo di porre un freno anzi bloccare la procedura per infrazione europea per il trattamento riservato alla Magistratura Onoraria. Un quadro in ogni caso che rischiava  anzi rischia di aggravarsi di giorno in giorno, visto che la prima tornata di valutazione si è ormai conclusa e i decreti di conferma , sono sempre di più. Davanti a tutto ciò , allo scopo di uscire dalla situazione di stallo , il Ministero della Giustizia ha varato una circolare , che nelle intenzioni deve far uscire la riforma dallo stallo in cui si trova, assicurando certezze dal punto di vista retributivo ai magistrati onorari che hanno superato la procedura .

Circolare, che come chiaramente , non chiude a ragione il dibattito sul destino della Magistratura Onoraria, alimentato da varie sensibilità. Ma al di là di tutto l’obiettivo   per cui la circolare è stata pensata al Ministero è stato  raggiunto? Diciamo in tutta onestà che ci si aspettava qualcosa di più e soprattutto ben altre certezze , anche se va dato atto al nuovo ministro e agli uffici competenti, di aver cercato di porre rimedio ad una situazione ereditata. Per dirla tutta la circolare diffusa nella giornata del 30 marzo lascia anche l’amaro in bocca , poiché dimostra che nonostante tutto persiste il pregiudizio   che da sempre accompagna la magistratura onoraria, ovvero di cercare ad ogni costo un equiparazione con la magistratura professionale.

Non si spiega altrimenti perché precisare che la riforma della categoria deve tenere conto si delle sollecitazioni sovrannazionali ma sempre nel rispetto dei limiti imposti dalle norme interne ; come dire che in magistratura si può accedere solo tramite concorso. Ora il problema è che nessuno dei cinquemila onorari aspira a ciò ma semplicemente a ricevere un trattamento adeguato dal punto di vista economico e delle tutele previdenziali e assistenziali all’attività svolta. Tanto più che è stato lo stato stesso a volere questa situazione con continue proroghe , trovando più vantaggioso rivolgersi alla M.O. anziché bandire concorsi per  gli organici professionali.

Per inciso viene da dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio , visto che sono previsti nuovi bandi , anche se con le regole post riforma Orlando. Ma adesso torniamo alla tanto attesa circolare , per chiarire qualcosa che è chiaro anche ai suoi estensori, vale a dire che ha una valenza del tutto parziale , limitata all’aspetto retributivo . Per capirci ci sono aspetti che sono ancora da scrivere  e sui quali piaccia o meno si brancola nel buio più totale . Nulla infatti si dice circa l’aspetto previdenziale , sul quale si desume vige il caos assoluto e tanto meno per quanto concerne l’aspetto fiscale , per i quali si ammette che sono incorso interlocuzioni.

A tutti è chiaro , che non vi sono riferimenti normativi cui ancorare la figura del Magistrato Onorario , persistendo dubbi su come inquadrare il rapporto di lavoro Problemi che erano evidenti anche all’atto del varo della riforma Cartabia e che forse avrebbero dovuto spingere ad una maggiore attenzione, quando questa era in fase di scrittura, perché era chiaro a tutti che aspetti come la previdenza o la retribuzione erano stati affrontati in modo superficiale. Vale a dire anche a costo di correre dei rischi circa la procedura aperta dall’Europa , sarebbe stato meglio strutturare meglio le cose, perché era chiaro   a tutti , che la riforma aveva necessità di alcuni integrazioni. Questo a prescindere dall’aspirazione o meno ad un suo superamento, perché era chiaro che così com’era la Cartabia non poteva essere applicata  e che presto o tardi si sarebbe entrati in un territorio sconosciuto. In ogni caso anche se è una  magra consolazione anche in sede istituzionale , si è finalmente preso contezza della delicatezza della situazione , con alcune precisazioni in circolare che rappresentano un piccolo raggio di luce. Per dire si chiarisce che anche una volta compiuta la scelta del tipo di rapporto , l’interessato potrà nuovamente chiederne la trasformazione , passando dal tempo pieno al tempo parziale e viceversa. Aspetto questo non di poco conto , in un momento in cui molti Giudici Onorari, sono chiamati a fare quella che per molti di loro è una vera e propria scelta di vita , con l’abbandono dell’attività svolta i precedenza  e che almeno adesso potranno decidere con più serenità. Certo come vedremmo la situazione è tutt’altro che definita , ma per lo meno si avrà la possibilità di poter tornare sui propri passi , se si riterrà non soddisfacente quanto scelto.

Altro aspetto positivo è che finalmente si fa chiarezza circa la retribuzione per i non esclusivisti, poiché viene esclusa la parametrazione in base agli impegni che avrebbe portato per costoro ad una retribuzione pari ai 2/5 della retribuzione del rapporto in esclusiva. Dove sussistono perplessità  e questo va detto e circa le modalità di pagamento, in questo periodo di transizione, poiché si ritiene di applicare una modalità in acconto salvo conguaglio successivo delle somme dovute. Nello specifico si prevede di applicare a tutti esclusivisti e non esclusivisti , il regime economico previsto per questi , il che ci si consenta è il classico “ pannicello caldo” , vediamo perché. Infatti si sposta semplicemente più avanti la soluzione del problema , senza per altro nemmeno indicare una data in cui ciò avverrà , con la conseguenza che questa situazione , potrà andare avanti anche a lungo, con soggetti che si troveranno a lavorare nell’immediato con uno stipendio non rispondente all’impegno richiesto.

Si dirà che una volta definita la questione si applicheranno i dovuti conguagli, ma ci si consenta in un paese come il nostro in cui nulla è più definitivo del provvisorio è ben poca cosa. Per non parlare del caos che ne deriverà per gli uffici competenti, che si troveranno di sicuro in grande difficoltà nel fare i conteggi , con errori dietro l’angolo e che inevitabilmente saranno fonte di ritardo nella definizione della questione. Ma l’aspetto che meno convince sotto l’aspetto retributivo è dato dal fatto che nulla sarà corrisposto a coloro che hanno già una partita stipendiale aperta e che loro malgrado se vorranno continuare a svolgere il proprio lavoro di magistrati onorari, si troveranno a lavorare gratis per un tempo indefinito.

Piaccia o meno questa è la realtà , che viene avallata sul presupposto che vi sarebbe una duplicazione di trattamenti economici e che però bisogna contestare con forza. Si tratta infatti di professionalità che hanno anch’esse superato una procedura valutativa e che devono vedersi riconosciuto un corrispettivo per l’attività di Magistrato Onorario che svolgono . Altro aspetto che desta qualche perplessità è legato ai buoni pasto , poiché per lo meno per il momento la loro concessione è legata al superamento delle sei  ore , con attestazione da parte del dirigente dell’ufficio giudiziario.

Anche qui spiace ma si rileva ancora il pregiudizio o meglio la preoccupazione di bloccare potenziali vertenze lavorative , come spiegare del resto l’esigenza di mantenere in vita la certificazione da parte del funzionario competente ? Senza contare che si dà ulteriore lavoro e responsabilità ai funzionari competenti e si grava il magistrato onorario di un lavoro inutile e per altro con il processo telematico è fin troppo facile verificare l’orario di chiusura dell’udienza.

Questo è il quadro all’esito della circolare che ovviamente fa riferimento alla riforma Cartabia, se poi quest’ultima sarà superata dipende dalle determinazioni che l’esecutivo in carica intenderà adottare. Il problema è che il sistema giudiziario italiano ha bisogno dell’apporto della Magistratura Onoraria, ma manca il coraggio di dare una piena legittimazione a questa figura professionale, eppure è fin troppo chiaro che non sussistono rischi di equiparazione con la magistratura togata, perché si tratta di due figure ben distinte. Sino a quando non si prederà atto di  questo aspetto , purtroppo le problematiche in ordine alla magistratura onoraria ci saranno sempre.

Per dire al di là della circolare , agganciare la retribuzione di un magistrato onorario a quella di un funzionario amministrativo ma con esclusione degli incrementi previsti è di sicuro garanzia di ulteriori contenziosi . Se questa è la prospettiva( senza soffermarsi sulla correttezza o meno) almeno si garantiscano tutti i diritti e le garanzie della figura prescelta. E’ proprio il caso di dire che la magistratura onoraria è impegnata in una corsa ad ostacoli senza fine.

*Magistrato Onorario Tribunale Torre Annunziata