Una atmosfera “torbida” dentro e fuori Palazzo Chigi

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in foto Arianna e Giorgia Meloni

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 1° novembre all’interno della rubrica Spigolature

Sembra che accada proprio questo, da un po’ di tempo: la premier presiede i G7 in varie città, va all’estero in missioni proficue per i nostri interessi economici e oltre, ma quando rientra a Roma fa fatica a riorientarsi per quello che, in sua assenza, è accaduto. Solo fisiologici mutamenti umorali dovuti, magari, alla poca competenza che alcuni, fra ministri e sottosegretari, rivelano di fonte agli impegni cui costituzionalmente sono stati preposti? Sta di fatto che sempre più frequentemente vengono attribuiti a Giorgia Meloni momenti di irritazione e di nervosismo (sembra che, con qualche personaggio di sua “maggiore fiducia”, abbia sbroccato in un “stiano attenti, perché se perdo la pazienza, mando tutto all’aria, baracca e burattini, e chi si salva si salva…”).

INTRUSIONI NEL PRIVATO FAMILIARE. Un primo allarme suscitato da informazioni (o illazioni?) giornalistiche secondo cui ambienti della magistratura starebbero indagando sulla sorella Arianna e il marito (o ex?) ministro Francesco Lollobrigida (anche lui coinvolto, ma non si sa fino a che punto, nella burrascosa vicenda che continua a riguardare l’ex ministro Sangiuliano e l’arrampicatrice sociale Maria Rosaria Boccia). Nuova vicenda che fa parlare di complotti e dossieraggi: da una banca di Bitonto un hacker, pirata informatico, ha compiuto oltre mille accessi illegali violando i conti correnti di personaggi di primo piano, cominciando proprio dagli esponenti politici e governativi più in vista (Giorgia: “Sono la più dossierata d’Italia”). Ora colui che si è definito un “maniaco dei controlli”, Vincenzo Coviello di 52 anni, deve rispondere anche di attentato alla sicurezza dello Stato. 

CROSETTO NELLA BUFERA. Bombardando il sud del Libano, Israele ha attaccato anche l’Unifil, la forza Nato di interposizione di cui fa parte anche l’Italia con un notevole contingente militare. Reazione per via diplomatica da parte del ministro della Difesa che convoca l’ambasciatore israeliano a Roma e, attraverso di lui, “tira le orecchie” al premier Netanyahu.” Sparare su Unifil è come sparare sul mondo” aveva detto Romano Prodi. Crosetto, anche considerando la crescente inquietudine di Giorgia:” Il contingente italiano -assicura- non verrà ritirato e continuerà a sostenere la pace nel Libano e nell’intera regione, sapendo bene che l’Onu non prende ordini da Israele”.

GIORGETTI E I CONTI CHE NON TORNANO. Doccia fredda e terreno scivoloso per il ministro del Bilancio che deve preparare la nuova legge finanziaria da approvare entro l’anno. Se tutto andrà bene sarà una manovra da 25 miliardi. Primo compito, riparare alle previsioni del Pil: dall’1 per cento scenderà allo 0,8 nel prossimo anno per poi risalire, col fiato grosso, all’1 e 1 nel 2026.Chi pagherà le conseguenze delle limitazioni che vengono ora imposte dai numeri? La premier Meloni promette che “nessuno rimarrà indietro”. Giorgetti tentenna e non sembra avere soluzioni praticabili a portata di mano. Un dato gli fa paura: il debito pubblico dell’Italia sta superando i 3 mila miliardi. Come metterla con l’Europa che ne chiede una drastica riduzione e in tempi non troppo lunghi?

CULTURA DI MALE IN PEGGIO. Prima caduta con la vicenda di Vittorio Sgarbi, sottosegretario a processo per illegale commercio di opere d’arte. Poi la vicenda di Sangiuliano e dell’arrampicatrice Boccia. Adesso la figura del nuovo ministro,49 anni, Alessandro Giuli. Non è disdicevole fare l’ultimo esame, per la laurea in Filosofia, a porte chiuse e pochi giorni dopo essere stato nominato successore di Sangiuliano al Ministero? Lui che deve dar conto della sua “preparazione” a chi, rappresentando il sistema Università, deve a sua volta dar contro al ministro? Ma se fosse solo questo si potrebbe dire: e va bè: è il solito, comico gioco delle parti in commedia…Il vero dramma è che il neo ministro ha dato prova, questa sì e immediatamente percepibile, di grande confusione mentale con citazioni sbagliate, formulazioni lessicali oscure e criptiche. Supercazzole, si è detto, specie quando Giuli ha parlato di “quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’epocalittismo difensivo e dell’infosfera globale…”. Le parole son pietre, diceva Carlo Levi; le parole sono la forma della nostra intelligenza, aggiungeva Aldo Masullo. Da Napoli un corale consiglio al neo ministro Giuli:” ma parla come t’ha fatto mammeta…”.