Un turista nel Regno di Zenda: le persone ragionevoli e la trasformazione della realtà

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in foto Herbert Simon

A Zenda va di moda consultare il Giornale dell’assedio di Montalcino (1553) in cui, a proposito del progetto, si legge: “Idea, proposito anche vago, bizzarro, o difficilmente attuabile”. E i tanti scettici spesso riportano ciò che Giovanni Papini (1881-1956) ne Il tragico quotidiano afferma in forma interrogativa: “Il progetto non è forse il tè, il caffè, l’oppio, l’hashish della vita? Non è forse il sostituto, il surrogato, la caparra della realtà?”

Le persone ragionevoli, quelle animate da buone intenzioni discutono dell’opera The Sciences of the Artificial (Cambridge: MIT Press, 1969), del premio Nobel di economia Herbert Simon (1916-2001). Qui il progetto appare come un artefatto, riconducibile a tutti quei fenomeni che si presentano come contingenti in quanto malleabili dall’ambiente. Essi apprendono che a questi fenomeni artificiali che hanno a che fare con il possibile (“come le cose potrebbero essere”) si contrappongono i fenomeni naturali che si misurano con il necessario (“come le cose stanno”) e che danno un’impressione di necessità nel loro sottostare alle leggi della natura.

Le persone ragionevoli, allora, discorrono di progetti che vanno ben al di là di quello che è apparentemente il loro territorio normale di adozione – l’ingegneria e l’architettura, per estendersi a tanti altri campi: all’economia e al mondo degli affari, alla medicina, alla legge, ecc… E dai progetti essi traggono altri discorsi per azioni tese a trasformare uno stato di cose esistente in un altro desiderato. Insomma, sognano di artefatti per ridefinire e non solo ammodernare l’economia del Regno.

piero.formica@gmail.com