Un tranquillo week end di paura e non è il titolo di un film

Parigi brucia e non è la sola città a farlo, ce ne sono anche in Svizzera e Belgio. La sommossa popolare, partita dalla Ville Lumière, si è estesa al resto della nazione, quella definita da J.P. Sartre la Grande Nutrice della Capitale. In effetti il malcontento generale e diffuso è arrivato a tal punto che basta un episodio, seppur molto grave come quello del ragazzo ucciso da un poliziotto, per innescare la rivolta. È noto che oltre le Alpi, con quel termine vengono identificati fatti violenti che finiscono, con diversa gravità, quasi sempre in un bagno di sangue. Del resto è noto che, intorno alla metà di questo mese di circa due secoli e mezzo orsono, in piena Rivoluzione, proprio a Parigi la popolazione espugnò la Bastiglia. Con tale episodio si materializzò la fine dell’Ancièn Regime e il resto è storia. Per completare il quadro, nel mese di maggio del 1968, quindi corrispondente allo stesso intervallo di tempo di un mese fa, le strade di quella che fu Lutetia per i Romani, si trovò piena di barricate. In effetti le stesse erano state sperimentate al tempo della Rivoluzione, e consistevano in un baluardo di offesa e di difesa, messo in opera con l’uso di barriques. Sono esse le piccole botti da vino squisitamente identificative di quella storica realtà vinicola ai quattro angoli del mondo. Quanto fin qui scritto evidenzia che quel popolo non è stato mai tollerante, anzi! Si impara a capirlo già con la studio del De Bello Gallico e ci si accorge che, a parte la finesse, per il resto, ancora oggi, è cambiato poco, se non addirittura niente. Il personaggio del gallo irredimibile di Asterix della saga che porta il suo nome è attuale ancora oggi e la grandeur è solo un ricordo, nemmeno tanto vivo. C’è da aggiungere che ormai la violenza ha preso la forza di uno tsunami a livello planetario, che non da l’idea di voler retrocedere ma di estendersi ancora. Della miriade di problemi che stanno assillando il mondo, quello della violenza probabilmente è il più importante. Anche perchè molto spesso quel comportamento è del tutto gratuito, gli Usa insegnano. Di pari passo stanno marciando il femminicidio e la violenza sulle donne, che anche in Italia è ormai a livelli indiani o quasi. Verrebbe da chiedersi che se quanto appena scritto sia una condizione imprescindibile perché il Paese possa agganciarsi alla locotiva del progresso. Se così fosse, con molta probabilità converrebbe rimanere arretrati. Esistono buone ragioni per credere che così non sia, ma che quella carica di vera e propria ferocia sia un modo per sfogare la rabbia accumulata dall’ umanità per le storture di ogni genere e grado che sta subendo, non importano le ragioni, talvolta assurde. Tanto trova sostegno per il fatto che per gli animali quel comportamento è una delle condizioni caratterizzanti il loro essere predator,i perchè tanto suggerisce loro l’istinto di sopravvivenza a cui non si comanda. Diversamente accade per l’uomo, per il quale la pulsione scaturisce prevalentemente se non esclusivamente da motivazioni di ordine finanziario, l’ancestrale auri sacra fames. Come inizio di secolo e di millennio, quanto sta accadendo all’umanità difficilmente sarebbe potuto essere di maggiore negatività. Con tutta la buona volontà, essere ottimisti di questi tempi è particolarmente difficile e faticoso. Eppure è proprio “quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare”, dice John Belushi nel film Animal House già nel 1970. Peccato che quell’ attore da tempo non ci sia più e che in giro di duri ce ne siano pochi, anzi con buona probabilità nessuno. Diverso è per i Rodomonte, che abbondano dovunque e il loro numero è in crescita notevole.