Un ragionamento contorto dà origine a discorsi dello stesso genere

Il dopo elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo è in pieno svolgimento. Sono in corso le operazioni necessarie per assegnare gli incarichi per riavviare l’operatività della macchina parlamentare secondo le indicazioni risultate dal voto. Non tutto sta filando liscio e ciò, per il momento storico che sta vivendo l’umanità è particolarmente fuori luogo. Di fatto il contesto in cui si muoverà la rinnovata costruzione politica è del tutto simile a quella in cui si trovava alla scadenza del mandato da poco terminato. Tralasciando il rifacimento- non il restauro, nb- del quadro in cui è collocata la Ninfa, gli “artisti” di nuovo incarico troveranno questioni pratiche irrisolte – è bene indicare il loro insieme con i termini giusti – che stanno comportando oneri finanziari a carico dei cittadini della Ue. Oltretutto essi sono da tempo ai margini della regolarità contabile o di bilancio che definir la si voglia. Per l’ Italia la situazione è particolarmente critica e si concentra su casi di particolare valenza sociale. Senza dimenticare il prestigio che per decenni hanno conferito al Paese. Mettendo sotto la lente di ingrandimento solo alcuni casi che danno l”esempio di come non debba essere condotta una azienda, sono diventate testimonial di schegge impazzite con l’unico scopo rimasto di tenere a bada la rabbia dei dipendenti, finché resterà
margine per non far cadere gli stessi in povertà assoluta. Sono migliaia di dipendenti quelli sballottati da una parte all’ altra della scala sociale. Due “casi”, al momento, stanno facendo scintille e la soluzione dei problemi è ancora aleatoria: l’Alitalia-Ita e l’Ilva. Con una caratteristica che le accomuna, che a monte vengono fatti proclami roboanti e, all’atto pratico, il loro contributo alla soluzione dei problemi si traduce in poco o niente. Poichè è più eclatante, è bene provare a che punto è la fusione per incorporazione della Ita Alitalia nella Lufthansa. La materia prevede che, perché quelle nozze siano celebrate validamente, vengano rimossi gli ostacoli non compatibili con il libero mercato, più precisamente con i punti cardine della concorrenza. Rimanendo nel concreto, quanto deve essere fatto senza se e senza ma è giusto che resti nella discrezionalità delle due Promesse spose. Come avviene nella cerimonia religiosa, vale la regola che chi non è d’accordo che si portino a termine quelle “nozze”, lo dica per tempo o mai più. Non è fuori luogo credere che gli interessi che girano intorno a tale “affaire” sono molti e pesanti, ma è altrettanto credibile che i conti da pagare quando l’autorità per la tutela della concorrenza avrà dato il via libera incondizionato, cresceranno vertiginosamente e dovranno essere saldati quanto prima. Sono diverse altre, oltre l’Ilva, le realtà aziendali italiane che versano in condizioni analoghe. L’estate, tempo di vacanze, si sta avvicinando a grandi passi. Sarà bene quindi darsi una scossa al più presto, sempre con l’augurio di fare in tempo.

Ps: l’affermazione originale che fa da titolo a questa nota è: ab obscura cogitazione, obscurus sermo. Sembra che la usasse Cicerone.