Un paese troppo marcio per progredire

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Alla fine, per la verità, vengono arrestati tutti. Ma dopo avere combinato tanti guai. Troppi. Con l’arresto di un magistrato, colto sul fatto con due suoi complici, siamo arrivati al top. Medico e infermiera sono amanti. E sarebbe quasi normale. Ma non gli basta. Per amarsi più intensamente, uccidono il marito di lei e altri 37 pazienti. Tutti nel loro reparto di ospedale. Nessuno se ne accorge né sospetta, nonostante l’evidente anomalia statistica. Vuol dire che non ci sono controlli, che nessuno guarda a qualche centimetro dalla propria scrivania, che se ne fregano tutti. Sono certo che se convincessimo Gesù Cristo a gestire il paese, usando alcuni dei suoi miracoli, prima di accettare porrebbe certe condizioni. Per esempio, si può invocare onestà solo dopo essere arrivati al potere.

Bravo Hollande!

Finalmente qualcuno che si rende conto della propria inadeguatezza. Si ritira per non creare ulteriori danni, né fare una brutta figura. La Francia è un passo avanti. Un tempo anche da noi chi non si riteneva adeguato si metteva da parte spontaneamente. Non c’era bisogno di discriminarli. Aspettavano che si risolvessero i problemi più grandi delle loro capacità per affacciarsi alla politica. Per non danneggiare il paese e i propri figli al cui futuro anche i mediocri tenevano. Come il minuscolo uomo dell’Eliseo, che, con la rinuncia a duplicare un mandato impossibile, evita anche l’umiliazione di essere bocciato. Non vuole correre il rischio di Sarkozy. Considera già un colpo di fortuna essere stato per cinque anni il primo cittadino. Speriamo che non rimanga un caso di umiltà (e intelligenza) isolato.

Castro non era amico di tre papi

Anzi, se ci andavano tutti, appena eletti, è perché ognuno riteneva che la gente oppressa avesse bisogno di una parola di conforto, che la dittatura nega. Nessun pontefice può essere legato da stima o simpatia a chi priva il popolo della libertà e dei diritti fondamentali, e persino della vita. Falsi rivoluzionari che imbrogliano il popolo che soffre e persino i posteri ingenui o sprovveduti, non meritano un necrologio. Non si festeggia la morte, ma neppure le gesta di chi ha seminato terrore. E continua anche dall’aldilà.

Che peccato, gettare la vita nella pattumiera!

Non mi stanco di ripetere, seppure non creduto, che la felicità non dipende dal denaro che si possiede né dal livello sociale cui si appartiene. Anzi, tanti soldi ci creano problemi esistenziali che spesso ci fanno vivere male. Le disavventure di Lapo ne sono la prova. Ma la presunzione fa credere a ognuno di noi che al suo posto sarebbe diverso. Ecco perché non si arresta la corsa all’arricchimento, anche illecito. Nessuno si rende conto che l’unica vera ricchezza è la vita. Ci conviene tutelarla perché contiene, da sola, gli ingredienti per vivere felici. Povero ragazzo, senza amore né amici, senza compagna né figli, senza famiglia né equilibrio. Cerca la gioia nel sesso e nella droga, nell’alcol e nel vizio. Attorniato da chi cerca di sfruttarne le debolezze. E c’è pure qualche stolto che lo invidia.

Che paese! Si attenta anche alla credibilità del Papa

Ormai è il litigio la nostra linfa vitale. Quando non è possibile prendercela tra chi vota sì o no, tra destra o sinistra, tra laziali o romanisti, troviamo il modo di polemizzare con chi la pensa allo stesso modo e persino tra correligionari. Da un po’ di tempo non potendo litigare con musulmani o ebrei, che non ce ne danno l’occasione, i cattolici sono gli uni contro gli altri. In questo momento il motivo del contendere è il pontefice, troppo buono, caritatevole, vicino ai poveri e a chi soffre. Ma per qualcuno falso, populista e politico. Insomma, non è più infallibile. Un tempo era il punto di riferimento dei fedeli, quello che dava l’indirizzo alla Chiesa, il vicario di Cristo. Oggi qualsiasi ignorante crede di interpretare il Vangelo meglio di lui. Come ci siamo ridotti così?