Un mondo sempre più oscuro per il cittadino medio

L’ Istat, Istituto Centrale di Statistica, probabilmente mai come di questi tempi, sta producendo una mole di elaborazioni di dati che, anche se più che corretti, innescano una certa diffidenza, quando non un senso di scoraggiamento, in quanti approfofondiscano la loro conoscenza. È noto e talvolta abusato il paradosso di Trilussa: se uno mangia un pollo intero e un altro non lo assaggia neppure, in media ne hanno consumato mezzo ciascuno. La citazione vuole introdurre il commento a quanto gli italiani hanno potuto apprendere dai mezzi dell’informazione. Dando per scontata la veridicità dei risultati della elaborazione dei dati raccolti e della attendibilità delle previsioni che quello stesso Istituto fa per il breve periodo, occorre cercare di trovare la giusta chiave di lettura per non cadere nella prostrazione e quindi nello sconforto.
I vari addetti ai lavori chiamati a esprimersi sulla materia, seppure con argomentazioni pronunciate con toni più o meno solenni, fino a ieri non erano andati oltre considerazioni fatte senza grandi differenze tra quella che definisce un bicchiere riempito a metà mezzo pieno e l’altra che lo definisce mezzo vuoto. Costoro, usando tale modo sibillino di argomentare, danno una forte spinta a chi li segue a rimanere inerti, quando quella che al momento necessita è invece una scossa, anzi uno strattone. Sarebbe estremamente laborioso il tentativo di contribuire a decrittare la relazione dell’Istat punto per punto, con il rischio di alimentare polemiche. Probabilmente il tempo può essere impiegato più utilmente se si prova a iniziare dall’ esame di un argomento di quella relazione per usarlo come strumento per interpretare, tipo Enigma usato in guerra dall’esercito tedesco, la reazione sociale del Paese. Quindi si parte dalle notizie dei dati positivi, commentati con un entusiasmo non sempre giustificato. Per primo e doveroso citare la crescita del PIL, il prodotto interno lordo, che sta crescendo più del previsto. L’ entusiasmo però rallenta quando si prende atto che dette variazioni, per quanto precedute dal segno +, sono nell’ordine di grandezza della frazione di punto. Per di più va aggiunto che per il 2024 la velocità con cui avanza ora quell’indicatore economico probabilmente rallenterà. Non sará una frenata brusca e il particolare apre ancora il cuore alla speranza. Poi ci sono i dati sull’ occupazione, anche essi di buon auspicio. Sono quei numeri ugualmente beneauguranti, perché in crescita. Non di meno positivi perché, a sezionarli, viene fuori che buona parte dei presenti nelle liste, sono lavoratori a termine che hanno rinnovato il loro contratto sottoscrivendone uno nuovo a tempo indeterminato. Ancora altri sono i dati che indicano la ripresa del Paese e sono anche essi di facile interpretazione.Passando poi a altre grandezze di rilievo, nel sistema Italia appare nitida una specie di piovra che attanaglia pesantemente una delle particolarità positive che caratterizzano gli italiani: la propensione al risparmio. Dunque uno dei primati detenuti dagli stessi, l’ attitudine a mettere da parte una percentuale delle proprie entrate, è al momento afflitto da due mali. Il primo é che la percentuale appena indicata di reddito non consumato stia tendendo sempre più a azzerarsi. Come se non bastasse, è intervenuto, seppure in una condizione che il diritto romano sintetizzava nel concetto: “coactus tamen volui”, costretto tuttavia lo volli, che ,non riuscendo a arrivare alla fine del mese con le entrate di routine, una parte degli italiani ha iniziato a erodere quanto messo da parte negli anni. A questo punto è necessario almeno accennare come è inteso il risparmio in Italia, soprattutto nel mondo rurale. In premessa va confermato l’ odore di santità che emana tale pratica. Una volta che una somma viene aggiunta (segnata, in gergo) a quanto già depositato presso un intermediario finanziario bancario o non, è come se la stessa si fosse transustanziata. A differenza di quanto afferma la religione cattolica riguardo alla Madonna, nel caso dei soldi depositati, alcuni di essi avrebbero, assicurano i depositanti, dei biglietti di ritorno a scadenza stabilita, quella di un matrimonio, una ricorrenza e altri eventi del genere. Parte di essi sono invece legittimati a far ritorno a semplice richiesta, basti pensare al costo del biglietto, anche esso per ipotesi di sola andata, cioè quello dell’ultimo viaggio di chi è titolare di quelle somme o comunque avente titolo. Quanto descritto mette in chiaro due situazioni: la prima è quella delle famiglie che scontano anche questo disagio, oltre a quelli che riguardano la diminuzione delle entrate, costringendo a ridimensionare e a riqualificare il loro menage. La seconda interessa quelle aziende che devono comunque dirottare sulla spesa corrente, in tutto o in parte, la disponibilità predisposta per gli investimenti. In termini di negatività tra le due situazioni non c’è molta differenza. Ne consegue che, perché torni a crearsi ricchezza nel Paese, deve essere messo a terra senza indugio il contenuto del Pnrr nella sua entità totale. Inoltre è altrettanto, se non più importante, che ciò venga fatto presto, tenendo presente che nella partita contro la recessione l’Italia è già ai tempi supplementari. Il muro contro muro, già di per sé un atteggiamento scorretto, nella circostanza causerebbe un disastro.. Come sembra che stia accadendo tra maggioranza e opposizione, il concetto non è ben chiaro. Nel villaggio si dice che una fune tirata troppo finisce con lo spezzarsi. L’ augurio è che, nel caso di specie, sia almeno robusta, non fosse per altro che per far ritornare sui propri passi almeno chi più capisce. Sempre che ne esista almeno uno.