Napoli in zona Chiaia, hanno fatto un macello! Non è l’inizio di un articolo di cronaca nera bensì di cronaca rosa, un ristorante braceria in piena zona di glam shopping. I ristoranti specializzati ormai non sono più Napoli in zona Chiaia, hanno fatto un macello! Non è l’inizio di un articolo di cronaca nera bensì di cronaca rosa, un ristorante braceria in piena zona di glam shopping. I ristoranti specializzati ormai non sono più una tendenza ma una necessità, luoghi dove tutti fanno tutto non sono più credibili in termini di qualità, meglio concentrarsi su alcune linee e bene. Questa è la mission per definizione de Il Macello, la carne. Il claim potrebbe essere: “il fuoco ci ha reso sociali, la carne intelligenti”, secondo alcuni scienziati l’uomo deve il suo successo evolutivo proprio a questo tipo di alimentazione. Il locale è targhettizzato a 360°, di giorno al servizio di chi vuole fare una pausa dallo shopping, dining di lavoro per i professionisti e commercianti della zona, di sera la presenza è eterogenea, dai giovani in attesa del buio per la movida alle famiglie per trascorrere una serata in compagnia. Ma chi sono i creatori di questo nuovo format? Massimo Fiorentino, imprenditore del settore medicale e Gianluca De Crescenzo imprenditore nel settore legname (già dall’ingresso capirete…). Il terzo socio è Dario Della Rossa, vecchia (anche se giovane) conoscenza del mondo ristorativo, pronipote del Cavalier Francesco Moccia noto pasticciere, uno dei fondatori di uno dei primi wine bar a Napoli, il Vintage al Vomero, e soprattutto conduttore del noto ristorante DWine di piazza Vittoria di qualche anno fa. Tek brasiliano, boiserie a listelli, riggiole e tavoli in legno rendono il locale molto friendly, in cucina Giuseppe Di Paola dopo un po’ di percorsi nelle cucine lombarde e liguri, affiancato dal suo aiuto Davide Sibilio, è sempre pronto ad accontentare la clientela anche per richieste “personalizzate”. Una nota sulla cucina, altamente tecnologica (il partner è l’ormai noto Fabrizio Schettino, una garanzia!) con una attrezzatura presente nelle migliori cucine del mondo, tra cui il forno a brace. I salumi sono per la maggior parte di provenienza Irpina mentre le carni fresche dal beneventano, fatta eccezione ovviamente per le carni straniere. Il menu è centrato, 10 antipasti, 11 piatti di carne, 4 primi, 4 contorni, 4 dolci e frutta. Formaggi e latticini, al tagliere o come ingredienti dei piatti completano l’offerta. La carta dei vini con buona presenza sui rossi in merito a origini e tipologie di vitigni è ben assortita. Ancora per poco, assenza di champagne (sono in arrivo…) pur essendoci alcune etichette di bollicine. Culatello con gnocchi fritti, millefoglie di melanzane con cuore di bufala, Spaghettone alla Nerano, crespella ricotta e spinaci, una grande Tomahawak Wagyu Beef (la costata del cowboy), un Black Angus o una scottona a taglio fiorentina, per concludere con una cheesecake ai frutti di bosco, sono solo una parte delle cose buone in carta. Periodicamente ci sono dei fuori carta per i più curiosi mentre per il pranzo niente male l’offerta presentata su lavagna, ad un prezzo molto competitivo, di un monopiatto completo ed appagante addirittura con un calice di vino, dolce e caffè. Che dire, il luogo d’elezione per carnivori di carni rosse o bianche, nobilitate dalla cottura del forno a brace e dall’attenzione nelle preparazioni dello chef, in sala Dario è esperto problem solver. “meglio chi mangia carne seicento volte l’anno di chi la mangia, tanto per consentire, una volta la settimana; nel carnivorismo cieco, totale, tigresco, c’è una specie di innocenza, è materia che divora se stessa; in quello sporadico c’è l’uomo e la sua colpa”. Guido Ceronetti (poeta, filosofo, scrittore, giornalista e drammaturgo ) in: La pazienza dell’arrostito, 1990. Costo medio €. 35
Ristorante Il Macello: Via Vittoria Colonna,10 – Napoli – Info e prenotazioni: 081.19101542/3772 ilmacelloristorante@gmail.com WI FI OK CELIACI OK DISABILI NO FUMATORI NO GIARDINO NO TERRAZZO NO ANIMALI NO PARCHEGGIO NO CARTE DI CREDITO OK
