Un giorno saremo tutti grillini

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Anche i giornali, come la politica, anziché cambiare programmi e personaggi, sempre più vecchi e noiosi, spostano i mobili. Fassino e Prodi risolveranno i problemi della sinistra. Omologhi coetanei quelli della destra. Qualche anno fa si indagavano i genitori, oggi i loro eredi. I nomi sono gli stessi. Possono i populisti essere peggiori? Infatti, avanzano. Una veste grafica diversa si ritiene nuova. Invece, è scialba e spenta. Non c’è ricambio di uomini. Donne solo nelle quote rosa. È saltata la seconda generazione. Si passa dai nonni ai nipoti, senza esperienza. Anche loro nominati. La novità è Di Maio. In effetti. i suoi errori di sintassi e geografia sono meno gravi del riciclaggio o della complicità.

Quando si sottovaluta la menzogna, la libertà è al capolinea
Il progresso non si ferma. Come la corruzione. Travolge qualsiasi argine, persino quelli della verità e dell’onore. Le chiamano “fake news” perché il neologismo ne maschera il raggiro. In realtà, si tratta di volgari falsità diffuse per manovrare l’opinione pubblica. Complici ignoranza e stupidità, le notizie manipolate fanno il giro del web. Travisano i fatti e diffamano innocenti. Si insinuano nella mente degli ingenui. Gli stolti non capiscono il trucco e, scandalizzati, le veicolano, senza rendersi conto di essere portatori malsani di menzogne. Era una tecnica dei paesi comunisti per denigrare l’occidente. Nessuno interviene. Anzi ci ridiamo su, anziché preoccuparci per la democrazia che se ne va.

Non è solo l’economia da risanare
I nonni giocavano con le bambole o con i soldatini di piombo. Qualcuno credeva a Babbo Natale e gli scriveva. Figli e nipoti, invece, preferiscono imitare i criminali e lo diventano anche loro. Ecco due dei tanti episodi che si ripetono ogni giorno in Italia. In una scuola di Roma alcuni alunni rubano le chiavi di casa a un compagno. Ne fanno una copia prima di rimetterle al loro posto. L’indomani, mentre i genitori sono al lavoro, l’appartamento viene svaligiato. A Ivrea, non a Partinico o Casalinuovo, una ragazzina accoltella la rivale che le prende il filarino. Hanno 14 anni, sono amiche dalle elementari. Noi gioiamo perché aumentano Pil e posti di lavoro. Era solo questa la crisi da superare?
Cerchiamo il colpevole che, però, è in noi
Guadagnano troppo. È normale che siano rammolliti. Perché applaudiamo senza dignità? A valutarli è il mercato, ma in maniera esagerata. Soldi a palate per chiunque. Per quanto meritevoli, i compensi sono lontani dal tenore di vita del paese. C’è chi vive con 500 euro al mese. Un insegnante non arriva a guadagnare un milione nell’intero arco della vita. C’è, invece, chi ne è sommerso. Non ci chiediamo se li merita. Purché il popolo si diverta. Chi paga? Da dove viene tanto denaro? Sono domande che ci poniamo solo quando crollano le illusioni. La rabbia, però, dura solo qualche giorno. Chiediamo le dimissioni, ma ci commoviamo, se piangono. Domani avremo già dimenticato tutto.

Come Grillo, neppure la vedova vuole vedere giornalisti
È una saggia decisione perché le domande potrebbero offendere la memoria del morto. Per la società civile era un assassino, per lei un eroe. Preferisce rinchiudersi nel dolore. E poi, che cosa potrebbe dire? Ogni commento sarebbe inutile. La donna, però, esprime un superfluo disprezzo per i professionisti dell’informazione. Come se responsabili degli ergastoli cui il suo uomo fu condannato. Quell’odio lo trasmette Grillo, ogni giorno, implacabile, violento. Li accusa di tutto ciò che di peggio accade in Italia. Senza quell’istigazione, la signora avrebbe solo rifiutato. Come sarebbe accaduto a Ostia. Ma i messaggi della politica incidono le coscienze. Purtroppo nessuno parla mai di amore.

Meglio il cattivo conosciuto che il buono da conoscere
Teniamoci Tavecchio e tutte le mezzecalzette che pullulano nel mondo del pallone. Tanto, i nuovi saranno sempre peggio. Perché il prossimo dovrebbe essere migliore? Chi lo elegge è del suo stesso livello. La mediocrità non è più individuale, ma collettiva. È l’intera società a degradare ogni giorno. Non meritano di più gli spettatori delle curve e nemmeno i tifosi che ingrassano le pay-Tv. Per sentirci migliori inventiamo un capro espiatorio, nel calcio come in politica. Oggi è il CT, domani sarà un altro. La responsabilità non è mai nostra, che non sappiamo votare e neppure applaudire. Ma insultare e corrompere, sì. La sola piccola colpa di Ventura è l’incapacità. Le nostre sono più gravi.

C’è chi è più cattolico del Papa?
La Chiesa è conservatrice per eccellenza. E noi ce ne lamentiamo perché vorremmo essere più liberi. Ma se arriva un innovatore siamo preoccupati. Anche se li abbiamo amati, gli ultimi pontefici non hanno fatto alcun passo avanti nel costume. Anzi, il più delle volte indietro. Il fatto è che i vizi dei preti ci tranquillizzano e giustificano Questo Papa ha scoperchiato finalmente le pentole puzzolenti, additando i peccatori, anche se porporati. Ora accusa l’accanimento terapeutico. Eluana è vissuta troppo. La vita è un dono del Signore, non può dipendere da una macchina. Nessuno dovrà più fare il Caronte tra l’Italia e la Svizzera. Francesco toglie lavoro ai Radicali. Fermatelo non è cattolico!