Un esempio recentissimo di monitoraggio sulla convenienza al mantenimento del metodo Pnrr del Governo Draghi, a valle delle elezioni italiane del 2022

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in foto Mario Draghi (Imagoeconomica)

di Claudio Quintano*

Giorno dopo giorno  che passa (come si vede, ieri stesso, tre ottobre 2022) con il Seminario di pubblicazione del Primo Rapporto su investimenti e riforme per le infrastrutture idriche e l’aggiornamento trimestrale sullo stato di attuazione del Pnrr e del Piano Nazionale Complementare Pnc (https://www.mit.gov.it/comunicazione/news/infrastrutture-idriche-miliardi-pnrr-renderle-efficienti-sicure-resilienti) non solo  le formazioni politiche sono attratte per ricavare “induzioni” sull’affermarsi di scelte dei metodi di governo ma    va bene dire che i cittadini, in particolare le categorie che hanno la responsabilità di appartenere ai ruoli professionali  del comparto produttivo, pubblico e privato, impegnati nei processi di produzione ed in quelli formativi, ecc. misura in continuazione  l’intensità della credibilità e dell’avvaloramento, ove mai ce ne fosse ancora bisogno,  dell’ormai   vero e proprio “metodo”,  del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza  (PNRR). Entrato in carburazione con il pieno accreditamento da parte di  Draghi, Presidente del Consiglio dei Ministri, il PNRR  è inserito  nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile che, tutti sanno, “è un programma d’azione per incidere sulle  persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. L’Agenda  ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs  (https://www.un.org/sustainabledevelopment/) – in un grande programma d’azione per un totale di 169 “target” o traguardi”, ovviamente, con il prevalente concorso dei Fondi Europei.
In questo autunno, 2022, nel suo secondo anno di vita, il PNRR, ha segnato   circa il 40% dei 191,5 miliardi di euro erogati all’Italia, ivi incluso, il prefinanziamento iniziale di dicembre e le due tranche del 2021 e del giugno 2022, in liquidazione in questi giorni). Come sono stati distribuiti questi fondi ad oggi?
Obiettivo  principale, esplicito  del Pnrr è stato quello di ridurre i divari territoriali. Per cui  almeno il 40% delle risorse allocabili territorialmente devono essere destinate al Mezzogiorno. Il dipartimento per le Politiche di coesione di Palazzo Chigi  ne accerta già la soddisfazione con circa 74,7 miliardi di euro di fondi allocati al Mezzogiorno in fase di programmazione. E’ ovvio che ci si dovrà assicurare di fornire capacità amministrative  e di assistenza tecnica da organizzare e formare, se necessario, con forza lavoro   meridionale, sul modello del maggio recupero di efficienza nei tessuti economici duali. In piena sintonia queste positive acquisizioni e quanto relazionato dal Ministro Enrico Giovannini nella presentazione di ieri dedicata, agli investimenti nelle strutture idriche. I primi due pezzi del  fondamentale link sopra riportato di per sé caratterizzano l’ipotesi di induzione che ci fanno intravedere l’estensione al futuro del PNRR.

Il Ministro Giovannini: “La scelta di destinare quasi 4 miliardi di euro, di cui il 60% per le regioni del Mezzogiorno, a interventi sulle infrastrutture idriche, per renderle efficienti, sicure e resilienti ai cambiamenti climatici, dimostra quanto il tema sia stato centrale nell’azione del Mims. Abbiamo anche riformato la governance del settore per assicurare la realizzazione di nuovi invasi, la manutenzione delle reti esistenti, la messa in sicurezza degli impianti e una gestione più efficiente dell’intero sistema, basata su una strategia di medio-lungo periodo. Per quanto riguarda l’attuazione del Pnrr e del Piano Nazionale Complementare (Pnc), abbiamo già raggiunto tutte le milestone ed entro l’anno verranno centrati gli obiettivi rimanenti, come da cronoprogramma. Sono state finora avviate 63 procedure di gara finanziate da Pnrr e Pnc, per un valore di 8,6 miliardi di euro, mentre nel quarto trimestre è previsto l’avvio di ulteriori 55 gare”.

3 ottobre 2022 – Ammontano a 3,9 miliardi di euro gli investimenti nelle infrastrutture idriche definiti nel corso degli ultimi 19 mesi, di cui 2,9 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), finalizzati a potenziare e migliorare l’efficienza del sistema idrico nazionale e fare fronte agli effetti della crisi climatica. Il 60% dei fondi complessivamente ripartiti, pari a circa 2,3 miliardi di euro, è destinato alle regioni del Mezzogiorno. In particolare, con riferimento ai fondi Pnrr, circa due miliardi di euro sono destinati a finanziare progetti per le infrastrutture idriche primarie. Il 44% degli interventi riguarda il potenziamento delle infrastrutture (991 milioni), il 41% l’adeguamento delle infrastrutture esistenti (779 milioni), il 10% l’adeguamento sismico e la messa in sicurezza delle infrastrutture (121 milioni), mentre il restante 5% prevede la realizzazione o il potenziamento del volume degli invasi (108 milioni). Il 38,4% delle risorse è destinato a progetti per l’utilizzo potabile della risorsa idrica, con la realizzazione di 1.282 km di infrastrutture, di cui 975 per nuove condotte. Il restante 61,6% è destinato all’utilizzo irriguo o misto, con un’incidenza sulle superfici irrigue interessate pari a circa il 15% del totale nazionale. Ulteriori 900 milioni sono destinati a progetti per il potenziamento della rete di distribuzione idrica, con l’obiettivo di ridurre le perdite e aumentarne l’efficienza“.

“Il seminario è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato di attuazione del Pnrr e del Pnc. In estrema sintesi, per quanto riguarda il Pnrr, al 30 settembre il Mims ha conseguito le nove milestone di propria competenza riferite al 2021, nonché quelle previste per i primi tre trimestri del 2022. Ha inoltre raggiunto in anticipo rispetto la scadenza di fine anno ulteriori tre milestone, due per le riforme e una per gli investimenti, mentre sono già stati predisposti gli atti per conseguire gli ultimi due obiettivi, relativi alle concessioni portuali e gli investimenti ferroviari, previsti per il quarto trimestre.
Coerentemente con il cronoprogramma, il 2022 è stato prevalentemente un anno dedicato alla progettazione e all’avvio delle procedure di gara delle diverse opere. Al 30 settembre sono 63 le procedure di affidamento per lavori e servizi legati al Pnrr e al Pnc pubblicate finora, per un valore complessivo di circa 8,6 miliardi di euro. Entro la fine dell’anno è previsto l’avvio di 55 ulteriori gare (per un valore complessivo di 1,6 miliardi), un numero superiore a quello registrato nei primi tre trimestri del 2022”.

Il Documenti di questo seminario costituiscono un campione rappresentativo  di “pezzi del PNRR” che poggia su una filosofia condivisibile anche per i dopo Draghi. Allo scopo se ne consiglia la consultazione e l’approfondimento

Per visualizzare il Rapporto “Gli investimenti e le riforme Pnrr per le infrastrutture idriche”  (clicca qui) https://www.mit.gov.it/nfsmitgov/files/media/notizia/2022-10/MIMS_PNRR_Risorse%20Idriche%2002.10.2022_compressed.pdf

Per visualizzare la Relazione sulla stato del Pnrr e del Pnc (clicca qui)  https://www.mit.gov.it/nfsmitgov/files/media/notizia/2022-10/Relazione%20stato%20di%20attuazione%20PNRR%20e%20PNC%203set22.pdf

Per visualizzare la presentazione del Dr. Davide Ciferri (clicca qui) https://www.mit.gov.it/nfsmitgov/files/media/notizia/2022-10/presentazione%20Dr_Ciferri.pdf

Per visualizzare la presentazione del Prof. Attiliio Toscano (clicca qui) 10/presentazione_Prof_Toscano.pdf  

Per visualizzare la presentazione della DG Angelica Catalano (clicca qui) https://www.mit.gov.it/nfsmitgov/files/media/notizia/2022-10/Presentazione_DG_Catalano.pdf

 *già Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope (2010-2016) – Emerito di Statistica economica