Ue, Ugo Bassi all’UniPegaso: Nonostante la crisi serve più Europa

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Superare Brexit e la crisi dell’Europa aprendo un dibattito sulle istituzioni e con una nuova politica economica. È la proposta di Ugo Bassi, napoletano, responsabile della Direzione generale mercato interno e Servizi finanziari della Commissione Ue, al convegno “Per una nuova Europa” organizzato a Napoli dall’Università Pegaso. Bassi presenta nella sede dell’ateneo i due strumenti voluti dal presidente Jean-Claude Juncker per rilanciare l’Unione: il Libro bianco della Commissione europea sul futuro dell’Europa e il grande progetto Capital Markets Union. Con lui c’è Piero De Luca, referendario presso la Corte di giustizia dell’Ue. De Luca porta avanti una strenua difesa dell’Europa che “che ha garantito sessant’anni di pace nel Continente e tanti vantaggi economici per gli Stati membri e i loro cittadini”, poi lancia alcune proposte: “Penso a un Erasmus della Pa, ma soprattutto a riforme istituzionali, come il procuratore europeo previsto dal Trattato di Lisbona e l’elezione del presidente della Commissione”. Con una convinzione: “L’Europa deve andare verso una forma federale, nello spirito del Manifesto di Ventotene e dei Padri fondatori”.

 

 

 

“È innegabile che l’Europa sia entrata in crisi – esordisce Bassi – ma la soluzione ai problemi si avrà con più Europa e non con meno Europa. La crisi è più di percezione che reale: non passa il messaggio che l’Unione ha portato vantaggi indiscutibili: oggi a Bruxelles io posso trovare 15 marche di pasta italiana, tanto per fare un esempio economico”. Ma a Bruxelles è chiaro che qualcosa va rivisto dopo Brexit. “Il modello attuale va cambiato. La decisione da parte del presidente Juncker di aprire un dibattito sull’Europa segna un cambio di passo, una vera e propria sfida”. È l’inizio di una nuova fase per la governance dell’Unione. “Questo libro in realtà non è bianco ma verde, aperto a tutti i cittadini e non solo a degli esperti. Juncker ha avuto coraggio uscendo dal dirigismo e aprendo un dibattito anche sul metodo e sulla forma della governance”.

Cinque gli scenari descritti dalla Commissione. “Non c’è dubbio che per il presidente Juncker la strada sia quella dell’ultimo scenario: ‘Fare molto di più insieme’. Rinnovare per tenere fede al progetto unitario”. L’Europa è vista da buona parte della popolazione non solo come l’”Europa dei burocrati” ma anche come “l’Europa delle banche”: anche qui la Commissione interviene con Capital Markets Union. “Si tratta di un sistema di finanziamento che va oltre quello dominante del credito bancario. C’è una enorme liquidità che intende atterrare nel nostro mercato, con questo nuovo strumento basato su private equity, venture capital, crowfunding, intendiamo portare nel nostro mercato comune capitali che sono nella City”. E Bassi prospetta uno spostamento di capitali dal Regno Unito al Continente dopo Brexit. “È molto probabile che ci sia uno spostamento di liquidità da Londra verso l’Irlanda o Francoforte, oppure verso il Lussemburgo”. L’obiettivo? “Creare un grande sistema di capitali autonomi non dipendente dalla City degno di una grande potenza, forse della più grande potenza in termini di mercato”.

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