Ucraina, tensione crescente. L’imprenditore Alberto De Marco: Parlare in russo è tabù

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Un “acredine verso i russi”, ma anche “un inasprimento dell’astio verso quella che prima era parte della cultura ucraina”. Così l’imprenditore italiano Alberto De Marco, che da sei anni vive e lavora a Kiev, racconta all’Adnkronos del sentimento che si respira a Kiev. “Appena in ufficio o al pub si parla di questa situazione la tensione cresce. Qui a Kiev c’è una posizione filo europea e una certa acredine nei confronti dei vicini russi”, spiega. E lo si dimostra a partire dalla lingua. “Qui si parla ucraino e russo, mentre l’inglese è conosciuto solo dalle nuove generazioni – spiega – Io non parlo l’ucraino, conosco qualche parola in più di russo e le persone con cui lavoro parlano italiano e inglese. Ma quando si parla in russo è sempre un’occasione per accendere il dibattito sulla questione che stiamo vivendo”. De Marco racconta quindi che “l’altro giorno in un pub ho ordinato in russo e un cliente mi ha apostrofato: ‘Qui siamo in Ucraina, parla e ordina in ucraino’. Ne è partita una discussione, durante la quale abbiamo parlato senza acredine e con rispetto perché europeo”.
“Il governo ucraino negli ultimi due giorni ha distribuito alla popolazione un pdf con tutte le attività da svolgere in caso di attacco”. Si tratta di “un documento ricco, sono diverse pagine scritte in ucraino con molte informazioni e poche illustrazioni” per indicare “dove trovare riparo” in caso di guerra, “quali sono i documenti da preparare” per una fuga, “cosa mettere dentro la valigia” da tenere pronta, racconta ancora De Marco, che a Kiev si occupa di cooperazione finanziaria internazionale e business design.

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