Ucraina, David Rossi: Gli attacchi missilistici russi? Sono il rumore che precede la sconfitta

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“Diceva il grande stratega cinese Sun Tsu che la tattica senza strategia è il rumore che precede la sconfitta. E oggi il rumore in questione è il frastuono dei missili ipersonici russi che hanno attraversato (e forse continueranno a farlo per un paio di giorni) i cieli dell’Ucraina, come ‘vendetta’ per aver reso inutilizzabile ai mezzi militari di Mosca il ponte sullo stretto di Kerch inaugurato da Putin stesso nel 2018”. Lo dice all’Adnkronos l’esperto di geopolitica David Rossi, che spiega come “uno, due o anche tre giorni di sventagliate di missili hanno un effetto strategicamente nullo e tatticamente di brevissima durata: infatti, né cambiano le modalità di raggiungimento degli obiettivi (sottomettere l’Ucraina e annetterne definitivamente una parte) né modificano i rapporti di forza, dato che le difese antiaeree e antimissile ucraine restano inalterate e tremendamente efficaci: più della metà dei missili stessi utilizzati sarebbero stati abbattuti”. “La Russia sta perdendo questa guerra proprio per non aver mai acquisito una effettiva superiorità aerea – sostiene Rossi – Fa sorridere che alcuni commentatori occidentali abbiano parlato per mesi di ‘dominio dell’aria’ dei russi. Non saranno una o due centinaia di missili, spesso così poco precisi da aver centrato carreggiate stradali e parchi per bambini invece che edifici lì vicini, e il più delle volte rivolti, in modo criminale, contro obiettivi unicamente civili, a cambiare il corso che ha preso questa guerra. Né la Russia ha una quantità pressoché infinita di queste armi, come hanno fatto credere certi ‘esperti’ filorussi. Presto Mosca potrebbe bussare alle porte della Corea del Nord per farsi vendere qualcuno dei missili che il ‘Regno Eremita’ ha testato in questi mesi. Test che per i russi, affamati di armamenti, sono stati un vero teaser…”.
“All’origine dell”ira funesta’ di Putin – prosegue Rossi – sta il colpo ucraino contro il ponte di Kerch: a parte il valore simbolico dell’obiettivo e della data, successiva al compleanno del presidente russo, quello che davvero conta è che ora la logistica delle forze russe nei territori occupati di Kherson e di Zaporizhzhia è messa in grave crisi, dato che l’unico collegamento ferroviario rimasto per rifornire le truppe di Mosca di carburante ed equipaggiamenti passa proprio lungo la linea del fronte. L’attacco ucraino non ha avuto effetto solo sulle truppe di terra, ma anche sulla marina. Da aprile, quando fu affondato l’incrociatore Moskva, nave ammiraglia nel Mar Nero, la flotta russa aveva preso l’abitudine di “nascondersi” dietro alla penisola di Crimea per evitare possibili attacchi dal lato di Odessa e Mykolaiv. Sarà un caso, ma dall’8 ottobre ha preso il largo e se ne sta nel Mar Nero nord-occidentale, meno a tiro delle forze di Kiev”. “Chissà – conclude – che le sventagliate di missili non sortiscano l’effetto di convincere Washington a fornire missili a medio-lungo raggio a Kiev: sarebbe un vero e proprio effetto non voluto dal Cremlino”.