Turismo, il progetto Fari fa il bis: a bando altri 20 gioielli del mare

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Da Ponza a Capo Rizzuto, da Punta Polveraia all’Isola dell’Elba a Capo Milazzo, ma anche l’isola di Spignon a Venezia e le Formiche a largo di Grosseto. E’ pronto il nuovo bando per valorizzare altri 20 tra Fari, Torri ed edifici costieri di proprieta’ dello Stato. Dopo “il successo” della gara precedente che ha assegnato i primi 9 Fari a privati, tra cui il Wwf e un imprenditore tedesco, a settembre partira’ il nuovo bando pubblico per dare nuova vita alle strutture, strapparle al degrado e trasformarle in “dimore uniche attraverso una rete nazionale dedicata al turismo sostenibile, alla cultura e all’ambiente”.

Promosso dall’agenzia del Demanio e da Difesa servizi spa, il progetto affida in concessione (con un massimo di 50 anni) i gioielli del mare disseminati su tutto il Paese con l’obiettivo di recuperarli attraverso un piano imprenditoriale “innovativo e sostenibile, nel pieno rispetto della tutela e salvaguardia del territorio”. Un’operazione che nella sua prima edizione ha mosso una ricaduta economica complessiva di circa 20 milioni, con l’assunzione di oltre 100 operatori e un incasso per lo Stato pari a piu’ di 340mila euro di canoni annui, che diventeranno 7 milioni considerato tutto il periodo di affidamento. Frutto di un grande lavoro di squadra tra diverse parti dello Stato”, ad annunciare la seconda fase di valorizzazione dei Fari, che stavolta comprende anche le Torri e gli edifici costieri, i ministri dell’Economia Pier Carlo Padoan, dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini e della Difesa Roberta Pinotti, riuniti al ministero dell’economia in via XX settembre, a Roma, insieme al direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, e all’ad di Difesa Servizi spa, Fausto Recchia. Dei venti fari che andranno a bando a settembre, dieci sono in gestione a Difesa Servizi Spa: il Faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (Kr), il Faro della Guardia a Ponza (Lt), il Faro di Torre Preposti a Vieste (Fg), il Faro di Punta Polveraia a Marciana nell’Isola d’Elba (Li), il Faro Formiche nell’isolotto Formica Grande (Gr), il Faro di Punta Libeccio nell’Isola di Marettimo (Tp), il Faro di Punta Spadillo a Pantelleria (Tp), il Faro di Capo Mulini ad Acireale (Ct), il Faro di Capo Milazzo a Milazzo (Me) e il Faro di Capo Faro a Santa Maria di Salina sull’Isola di Salina (Me). A questi, si aggiungono altri dieci beni, di varia tipologia, in gestione all’Agenzia del Demanio: in Campania, a Salerno, la Torre Angellara, in Sicilia il Padiglione Punta del Pero a Siracusa, lo Stand Florio a Palermo, il Faro di Capo Zafferano a Santa Flavia (Pa), il Faro di Riposto a Riposto (Ct). In Puglia, la Torre Castelluccia Bosco Caggioni a Pulsano (Ta), il Convento San Domenico Maggiore Monteoliveto e la Torre d’Ayala a Taranto.

Salendo a nord, infine, in Emilia Romagna, il Faro del Po di Goro a Goro (Fe) e in Veneto il Faro Spignon sull’isola di Spignon a Venezia. “I fari erano abbandonati e dunque generavano costi per lo Stato- ha detto Reggi- perche’ costavano 210mila euro l’anno di manutenzione e avrebbero richiesto 400mila euro ciascuno di investimenti per essere messi in sicurezza”. Adesso, invece, ha detto il direttore del Demanio, “genereranno ricavi, sviluppo e posti di lavoro, grazie a un lavoro di squadra straordinario che ha funzionato molto bene e che ha visto lavorare insieme diverse parti dello Stato”. Eccoli, allora, i numeri del primo bando che ha concesso nove Fari a progetti presentati da privati, aggiundicati secondo un criterio che ha dato priorita’ alla qualita’ dei piani rispetto al ritorno economico: un investimento di circa 6 milioni di euro per riqualificare le strutture, una ricaduta economica complessiva di circa 20 milioni e un conseguente risvolto occupazionale diretto di oltre 100 operatori. Il tutto, per un incasso per lo Stato di oltre 340mila euro di canoni annui che, in considerazione della differente durata delle concessioni, ammontera’ a oltre 7 milioni per tutto il periodo di affidamento. Ad aggiudicarsi i primi nove gioielli del mare, anche un imprenditore tedesco – al quale sono arrivate due concessioni per altrettante strutture – e associazioni come il Wwf. “Con il progetto Fari si e’ passati da una cosa che era fonte di costo, quindi un problema, a fonte di reddito per il bilancio dello Stato”, ha detto il ministro Padoan, per il quale quello dei Fari e’ “un esempio di una cosa molto bella, utile ed efficiente. Sono contento del contributo del Mef a una strategia che deve andare avanti”. Nelle prossime settimane, il Demanio (in collaborazione con il Touring Club e il Wwf) dara’ il via alle giornate #openlighthouse che ospiteranno i cittadini per visitare le strutture costiere. Parallelamente, partiranno nelle regioni interessate gli incontri territoriali rivolti ad associazioni, operatori del settore e privati per far conoscere le opportunita’ offerte dal prossimo bando di gara. I fari, ha ricordato Pinotti, “continueranno ad avere la funzione di illuminare il mare, ma la Difesa non li occupa piu’ direttamente, visto che possiamo accenderli anche a distanza”. Da qui, “la possibilita’ di usare questi luoghi straordinari, mantenendoli come patrimonio dello Stato, ma valorizzandoli e mettendoli a disposizione del turismo e di chi vuole passare momenti indimenticabili in luoghi unici”. E la collaborazione tra i ministeri proseguira’ grazie a un’intesa firmata nei giorni scorsi da Padoan, Franceschini e Pinotti, con l’obiettivo di consolidare i risultati gia’ raggiunti e di ampliare nel triennio 2016-2018 la rete degli immobili costieri da recuperare, avviando anche azioni congiunte per il finanziamento dell’iniziativa. “L’operazione Fari- ha detto infine Franceschini- dimostra come sia possibile raggiungere piu’ obiettivi contemporaneamente, come la valorizzazione del patrimonio e l’equilibrio della spesa. Il primo bando e’ stato un successo, il risultato di un esempio di buona collaborazione tra le amministrazioni”. Tra la concessione dei primi nove e quella dei prossimi venti, per il titolare del Collegio romano i Fari “possono diventare luoghi di ospitalita’ unici, perche’ sono in mezzo a paesaggi straordinari. Un circuito che difficilmente un altro Paese al mondo puo’ offrire”.