Turismo: Confesercenti, meteo e tariffe basse spingono per vacanze a settembre

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 Meteo caldo e tariffe da ‘bassa stagione’ danno una spinta al Turismo di settembre. Per il mese si prevede l’arrivo nelle strutture ricettive di 15 milioni di turisti per un totale di 50,2 milioni di pernottamenti, lo 0,6% in piu rispetto a settembre 2023. A stimarlo e’ il Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti. Un trend dunque positivo, anche se le imprese sperano di migliorare ulteriormente i tassi di occupazione con le decisioni di partenza sotto dati. Le tendenze piu’ ottimiste sono attese per le imprese delle citta’ d’arte (+2,4%%), delle localita’ rurali e di collina (+2,1%). Una leggera crescita e’ attesa anche per le localita’ dei laghi (+0,9%) e ad “altro interesse” (+0,8%), mentre per le localita’ marine (-0,5%), di montagna (-0,6%) e del termale (-1,2%) le previsioni sono di una sostanziale stabilita’ o di leggera contrazione della domanda. La contrazione della domanda si e’ fatta sentire anche nel trimestre estivo, con una stagione turistica sotto le attese: secondo le nostre stime, i pernottamenti tra giugno e agosto sono diminuiti dello 0,7%, per una flessione di 1,4 milioni di presenze rispetto allo scorso anno. A pesare il calo della domanda italiana (-2,9%), con valori di forte rilasciato nelle localita’ balneari (-4,1%), termali (-5,3%) e dei laghi (-3,7%) . In termini assoluti si stimano per il trimestre estivo 105,4 milioni di pernottamenti di italiani, contro i 108,6 milioni del 2023. Il raffreddamento della domanda interna e’ stato registrato da tutte le imprese della filiera del Turismo , in particolare dagli stabilimenti balneari e dalla ristorazione. Anche le strutture della ricettività hanno sofferto gli effetti di una minore capacità di spesa degli italiani, che hanno ridotto ulteriormente la durata dei soggiorni e innalzato di conseguenza i costi di gestione delle imprese. Complessivamente la permanenza media degli ospiti e’ scesa a 3,9 notti dal 4,0 del 2023, e’ diminuita anche la richiesta di servizi aggiuntivi ed e’ aumentato l’interesse verso le sistemazioni a tariffe piu contenute per meglio controllare il budget della vacanza. Il dinamismo delle prenotazioni registrato ad inizio stagione lasciava intravedere un trimestre estivo abbastanza promettente, ma ad oggi i risultati sembrerebbero al di sotto delle aspettative non solo per le località del Turismo balneare, della montagna e delle aree termali, ma anche per le destinazioni non interessato dal turismo internazionale. Che, invece, e’ andato bene: l’aumento degli stranieri e’ stimato al +1,6%, maggiormente avvertito nel settore alberghiero (+2,4%), ma anche nelle strutture complementari (+0,9%). In termini assoluti i pernottamenti stimati salgono ad oltre 105,1 milioni, contro i 103,4 milioni del 2023. Un aumento che, però, non basta a compensare il calo della domanda interna. La flessione del mercato e’ stata percepita in tutte le aree del Paese, ad eccezione delle strutture ricettive localizzate nelle regioni del Nord Ovest che hanno segnalato un valore di sostanziale stabilità o di leggerissima crescita (+0,4%), grazie all’ aumento dei turisti stranieri (+2,2%). Nelle regioni del Nord Est si registra il risultato peggiore (-1%) con un consistente calo degli italiani (-2,9%) e nonostante l’incremento degli stranieri (+0,5%). Nelle regioni del Centro la stima del risultato e’ del -0,8%, determinato dal calo degli italiani (-3,5%) e da un parallelo incremento degli stranieri (+1,9%). Per le regioni del Sud e Isole la stima e’ del -0,6%: le presenze stimate degli italiani sono del -2,8% a fronte di un aumento di quelle straniere del +4,1%.