Tunisia e Italia, tensione diplomatica per i continui sbarchi

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In foto Moez Sinaoui
Vedere un video in cui a Lampedusa la situazione scoppia e gli extracomunitari si mangiano nelle proprietà altrui dalle capre ai cani e gatti, non fa bene e fa ancor più male sentire che cinque anni fa l’amministrazione aveva promesso qualcosa e poi non è stato fatto nulla. Ci fa tastare il polso a quello che è l’iniquità di un governo che chiede solo ma non è capace minimamente di dare, e il farsi bello in tv con le promesse in giacca e cravatta fa parte della necessità stessa di adottare una materia nella quale alla fine, saranno tutti bocciati. Ci fa stizzire quando un lettore del Giornale di Sicilia afferma che non si capisce questa gente da cosa viene salvata, visto che per loro non esistono guerre da cui scappare e abbandonare i propri familiari; che esistono ambasciate e consolati tunisini in Italia che non fanno nulla: non occorre scavare troppo nella rete per capire che questo è un pensiero comune. Se in un giorno sbarcano circa 180 stranieri per barcone la situazione e’ di una gravità unica: la Farnesina convoca l’Ambasciatore in Italia Moez Sinaoui, per esprimere solo la preoccupazione sugli arrivi di irregolari, ma il danno le popolazioni siciliane lo stanno vivendo da anni e anni e questi ancora lo devono capire . Di Maio in questa sede affermo’ che la Tunisia è considerata un Paese sicuro e allora questi da chi scappano? Il governo italiano ha chiesto di accelerare questa pratica per niente simpatica dei rimpatri con voli aerei ma neanche ciò è possibile. Il governo italiano ha stabilito nel 2019 che quando un Paese e’ considerato sicuro comporta l’onere al migrante di dover dimostrare la necessità della protezione internazionale. La ministra Lamorgese si è recata a Tunisi per offrire ancora ulteriore cooperazione in cambio di maggiori controlli da parte delle autorità tunisine sia sulla terra ferma che in mare : da allora gli sbarchi sono addirittura raddoppiati.
È per questo che successivamente è arrivato lo stop ai fondi per la cooperazione allo sviluppo , da parte del nostro Governo, fino a quando la Tunisia non dimostrerà una maggiore collaborazione nel contrasto alle partenze dalle sue coste. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha scelto la strategia del pugno duro nei confronti del governo di Tunisi, dopo il nuovo boom di arrivi registrato a luglio.