Tunisia, Ance e Atct firmano il primo accordo per la formazione di lavoratori altamente qualificati

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L’ambasciatore d’Italia in Tunisia, Alessandro Prunas, ha partecipato questa mattina a Tunisi alla firma di una nuova convenzione tra l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) e l’Agenzia tunisina di cooperazione tecnica (Atct) per l’ingresso in Italia di lavoratori tunisini qualificati. L’ambasciatore Prunas ha posto enfasi sull’impegno condiviso per creare nuove opportunità per giovani e imprese di entrambi i paesi. “L’accordo firmato oggi tra Ance e Atct mira a formare lavoratori altamente qualificati, iniziando con una ventina di ingegneri che verranno assunti da imprese italiane attive nel settore della costruzione e dei lavori pubblici”, ha dichiarato Prunas ad “Agenzia Nova” a margine della cerimonia di firma. “Sappiamo che la nostra industria ha bisogno di manodopera e questo è un modo anche per favorire la creazione di quei percorsi regolari di immigrazione che contrastano con forza i percorsi illegali in mano ai moderni schiavisti del XXI secolo, venditori di illusioni e di false speranze a gente che poi si ritrova purtroppo in situazioni di rischio per la propria vita”, ha aggiunto il diplomatico.

Il nuovo accordo per la formazione iniziale di una ventina di ingeneri è “una risposta concreta che trova le sue fondamenta nel Piano Mattei, di cui la formazione è un pilastro, uno dei punti qualificanti. Abbiamo anche consapevolezza della responsabilità di dover, oltre che importare manodopera dalla Tunisia di cui abbiamo bisogno, lavorare alla formazione in loco per i tunisini che intendono lavorare nel loro Paese, anche a vantaggio delle imprese che operano qui, a cominciare da quelle italiane”, ha spiegato ancora Prunas. Il diplomatico ha sottolineato che “attraverso l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) siamo in fase di conclusione di un bando rivolto alle Ong italiane per progetti di formazione in loco, in cooperazione sia con le imprese che con enti e organizzazioni della società civile italiana ma anche con le controparti tunisine per la formazione in diversi settori che vanno dal tessile all’agricoltura, al turismo, alla meccanica”.

L’Italia e la Tunisia dunque puntano su una risposta combinata: “Da una parte – ha evidenziato l’ambasciatore – abbiamo bisogno di favorire percorsi di migrazione regolari rispondendo ai bisogni delle nostre imprese; dall’altra, favoriamo la formazione di lavoratori tunisini che legittimamente vorranno rimanere in Tunisia, contribuendo a creare ricchezza attraverso le loro competenze e soprattutto aiutando le nostre imprese”. Il diplomatico, a tal proposito, ha ricordato che sono tante le aziende italiane che si sono stabilite e lavorano in Tunisia: “Ce ne sono circa 950 che operano in questo Paese stabilmente e che hanno anche loro ovviamente bisogno di manodopera qualificata. È un modo per restituire anche alla Tunisia le capacità di cui noi ci avvaliamo e di cui le siamo grati per i nostri fabbisogni di manodopera”.

Prunas ha ricordato inoltre che ieri è stato anche firmato l’accordo quadro tra l’Agenzia nazionale per l’occupazione e il lavoro autonomo (Aneti), l’Agenzia tunisina per la formazione professionale (Atfp), l’Ance e il Centro Elis, nell’ambito del programma Thamm Plus Italia, finanziato dall’Unione europea per la formazione in tre anni di 2 mila lavoratori tunisini interessati a lavorare in Italia. “Queste organizzazioni – ha concluso l’ambasciatore Prunas – insieme all’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), proseguiranno quella che è stata l’esperienza di un progetto pilota lanciato da Ance per la formazione e il successivo impiego in Italia di lavoratori tunisini nel campo delle costruzioni. È un’iniziativa che dopo la sua fase sperimentale, adesso trova una sua stabilizzazione anche grazie al generoso contributo dell’Ue”.