TT Tecnosistemi, Riccardo Bruschi: “Da 35 anni innoviamo con un’attenzione costante alle persone”

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In foto Riccardo Bruschi

di Paola Ciaramella

La doppia ‘T’ vuol dire Talento e Tecnologia. Qualche anno fa stava per Technology Transfer, prima ancora per Tecnosistemi e Toscana. Un’evoluzione del nome che è andata di pari passo con quella del core business, caratteristica che ha portato TT Tecnosistemi Spa di Prato, Rivenditore e System Integrator di Information & Communication Technology dal 1984, ad affermarsi come una delle più grandi realtà in Italia in grado di progettare, realizzare e fornire soluzioni in ambito IT. Un elemento però non è mai cambiato: l’attenzione nei confronti delle persone, come si intuisce dal claim, Immagina la Tecnologia Umana. “Per noi la tecnologia è una questione di idee e non di algoritmi, di uomini e non di macchine”, racconta a IlDenaro.it Riccardo Bruschi, fondatore e Ceo di questa azienda che oggi conta 150 dipendenti, 5 sedi nel nostro Paese – Bologna, Modena, Arezzo, Imola, oltre all’headquarter pratese – e spedisce circa 21mila device in 780 sedi nel mondo. “Non si riesce a resistere su un mercato così complesso, complicato e competitivo senza unire almeno tre componenti. La prima è reinvestire il profitto, creando nuove opportunità professionali e, quindi, nuovo profitto. Poi affiancare mercati maturi, come la vendita delle infrastrutture, alle soluzioni innovative proposte dalle startup, con persone esperte che insegnano alle giovani generazioni a fare impresa. Infine anticipare – lo abbiamo fatto almeno quattro anni prima che se ne sentisse parlare su altri tavoli –, rischiando anche fallimenti, tecnologie come la Augmented e la Virtual Reality. Questo è il nostro semplice segreto: lavorare tanto, metterci passione, innovare, pensare a sfide difficili che nessuno ha mai affrontato”. Un interesse costante verso l’innovazione che negli anni ha fatto ottenere a TT Tecnosistemi innumerevoli riconoscimenti: l’ultimo è arrivato pochi giorni fa in occasione di Connext, il primo incontro nazionale di partenariato industriale di Confindustria tenutosi a Milano il 7 febbraio, durante il quale ha ricevuto il Premio Imprese x Innovazione (IxI) di Confindustria, assegnato alle migliori dodici imprese italiane in grado di mantenere e accrescere il proprio vantaggio competitivo attraverso l’innovazione a 360 gradi. Il prossimo 4 marzo, nel corso di una cerimonia al Senato, l’azienda ritirerà, ancora, il Premio Nazionale per l’Innovazione, il “Premio dei Premi” istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri su mandato del Presidente della Repubblica.
L’evoluzione di una ‘startup’ – “Abbiamo alle spalle 35 anni di storia, ma forse l’anima della ‘startup’ c’è ancora”, sebbene negli anni Ottanta quella parola non esistesse ancora. “Il distretto pratese è tessile, tutta la mia famiglia era impiegata nel settore: mio padre lavorava alle filandre, mia madre ai telai, mio zio aveva un lanificio. A 14 anni, tuttavia, io presi la decisione di andare a scuola a Firenze e non vicino casa, provando a fare qualcosa di diverso – ricorda Bruschi –. Dopo il diploma conobbi come tecnico un posto unico al mondo: la torre di Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria, andavo lì per ripulire col pennellino una macchina da scrivere di colore marrone. Fu un’esperienza del bello incredibile, che successivamente ho cercato di riportare in azienda. Siamo partiti offrendo servizi, poi abbiamo cavalcato l’onda del PC da scrivania, l’hardware, e nel Duemila siamo tornati nuovamente ai servizi. Infine siamo passati all’As a Service, soluzioni in cui non ci sono più né l’hardware né i servizi ma si confeziona un servizio al cliente”, cucito sulle singole esigenze. Oggi TT Tecnosistemi si rivolge alle imprese, agli enti pubblici, alla scuola, offrendo soluzioni trasversali e personalizzabili che vanno dalla business intelligence alla realtà virtuale e immersiva, passando per i progetti dedicati alle Smart Cities e i digital media. “Unendo, per esempio, le nostre tecnologie alle capacità dei system integrator tradizionali che fanno infrastrutture – ferroviarie, autostradali, in città –, le potenzialità sono enormi: con la realtà immersiva è possibile ricostruire il percorso che deve fare il treno, la metropolitana o la tranvia, e quando si verifica un episodio come l’attraversamento di un pedone, si può capire già il modo in cui l’operatore reagirà”. Un altro ‘mantra’ aziendale è l’educational: “Il nostro avvicinarci alla scuola è stato un impegno di tipo sociale. Ci siamo entrati circa quindici anni fa, portando in Italia dall’Inghilterra, che era leader del settore, la conoscenza della tecnologia Lim, la Lavagna interattiva multimediale. E i primi esempi di collaboration li abbiamo sperimentati proprio nel mondo della scuola: col progetto Marettimo, nel 2002-2003, collegammo l’isoletta delle Egadi con il comune di Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, dove la moglie di un nostro tecnico era insegnante in una scuola media, permettendo a tre ragazzi che vivevano sull’isola di seguire le lezioni a distanza”. Nell’operato di TT Tecnosistemi c’è sempre l’impegno a favore dell’ambiente: “Scegliamo prodotti a basso consumo di energia elettrica e ripiantifichiamo la Co2 che immettiamo nell’atmosfera: nel 2018 abbiamo piantato decine di migliaia di nuovi alberi”.
Locomotiva per l’Open Innovation – Per migliorare e completare la propria offerta, TT Tecnosistemi investe in quote societarie di aziende d’eccellenza e collabora con gruppi di ricerca e startup. “L’interconnessione di startup è la nuova frontiera: mettere in filiera, in una sorta di locomotiva che è TT Tecnosistemi, una serie di vagoni che uniti permettono di fare Open Innovation, di attuare una trasformazione digitale”. Nella scelta della startup “valutiamo se questa è disponibile a interconnettersi e se può esserci un mercato. Quando troviamo una realtà del genere la testiamo su di noi, in seguito analizziamo la richiesta del cliente e, se riteniamo che vi siano elementi di unicità, entriamo in partecipazione. Cerchiamo di fare da acceleratore finanziario laddove c’è l’idea, ma manca l’organizzazione per condurla sul mercato. È un processo che non si ferma mai. La ricerca avviene su tutta Italia: siamo più vicini alle Università di Firenze e Pisa, però abbiamo creato anche aziende a Imola e Modena. Stiamo lavorando, inoltre, con startup che si sono sviluppate a Trento e Bolzano, con l’influenza dei centri di ricerca tedeschi, e con altre di Roma, sulle soluzioni per il Facility management. Ma siamo aperti a collaborazioni in tutto il Paese, ovunque vi sia l’idea giusta e un vagone da attaccare alla nostra locomotiva”.
Paola Ciaramella