Investire i propri risparmi è un ottimo modo per riuscire ad accumulare un discreto capitale da destinare ad un progetto o per assicurarsi una rendita futura. Tra le molte opzioni, una è rappresentata dalla possibilità di trasferire i propri soldi all’estero, in vista di un’opportunità o di un investimento ad alto rendimento. Naturalmente, prima di muoversi sarà necessario chiedersi in che Paese trasferire i propri soldi e quale metodo seguire: per rispondere a queste domande leggi alcuni dei nostri consigli per trasferire i risparmi all’estero.
Che Paese scegliere per trasferire i risparmi?
Uno dei primi interrogativi che ci si pone quando si vuole spostare un capitale all’estero (che sia per ragioni di convenienza fiscale o di investimento, o perché ci si intende spostare lì o aprire una nuova attività) riguarda la scelta del miglior Paese dove trasferire i propri soldi. Naturalmente, non esiste una risposta univoca visto che esistono molteplici variabili da considerare: ad esempio, bisogna capire se vuoi trasferire solo i tuoi capitali o se, oltre ai soldi, prevedi anche un tuo trasferimento all’estero, posto che l’una o l’altra scelta presentano implicazioni differenti.
Quale che sia la motivazione o la modalità prescelta, scegliendo di trasferire i propri risparmi all’estero è bene sapere che con ciò non si sfugge certo all’applicazione delle norme fiscali interne. Ciò dipende non solo dalla presenza di una serie di regole uniformi nell’Unione Europea, ma anche (per i Paesi extra Euro) dalla presenza di una serie di accordi internazionali (quali il CRS o il FATCA), che regolano lo scambio di informazioni finanziarie tra amministrazioni pubbliche.
Sotto questo profilo, le norme fiscali prevedono per i contribuenti che continuano a mantenere la residenza fiscale in Italia l’obbligo di dichiarare in un apposito riquadro del modello Redditi, le attività estere di natura finanziaria che siano detenute, come conti correnti, investimenti attivi e altre operazioni di rilievo fiscale compiute all’estero. Da ciò discende che, quando si sposta denaro all’estero senza cambiare residenza, rimane l’obbligo di dichiarare i depositi di moneta fatti all’estero, poiché questi vengono considerati (superate certe soglie) come redditi imponibili in Italia.
Inoltre, quando si apre un conto all’estero o si spostano comunque i propri capitali è opportuno verificare che le condizioni economiche del Paese prescelto siano tranquille; inoltre, nella scelta dell’istituto cui affidare i propri risparmi occorre che venga garantita la dovuta trasparenza. Ecco perché, prima di scegliere in che Paese trasferirsi o investire il proprio denaro è opportuno informarsi o, meglio ancora, farsi assistere da un consulente.
Trasferire denaro all’estero: come scegliere il metodo migliore?
Una volta deciso il Paese di destinazione, occorrerà organizzare (tra gli altri preparativi materiali e burocratici) anche il trasferimento effettivo del denaro. Sotto questo profilo, oltre allo spostamento in contanti (che è però fortemente ostacolato dalle norme doganali) e a quello tramite i canali bancari, il miglior sistema per effettuare trasferimenti internazionali di denaro è rappresentato dalle agenzie di money transfer.
Essendoci molte società che si occupano del servizio di intermediazione in questione, è opportuno valutare le condizioni di ognuna per scegliere il miglior operatore. Le variabili, in questo caso, sono due: le commissioni praticate e il tasso di cambio per l’eventuale conversione in valuta straniera.
Le commissioni possono essere rappresentate da un importo fisso o percentuale rispetto alla somma trasferita: naturalmente cambia in base all’operatore e alla fascia di valore in cui si inserisce la somma da trasferire. Normalmente, la commissione viene pagata una sola volta, al momento in cui si invia il denaro, ma non è raro che ne vengano applicate altre al momento del prelievo dei fondi nel Paese di destinazione. Per questo è sempre opportuno verificare che le commissioni dichiarate vengano rispettate e scegliere in base alle proprie necessità l’intermediario che pratica le migliori condizioni.
Discorso analogo si può fare rispetto al costo richiesto per il tasso di cambio valutario: in questo caso occorre valutare lo spread operato dalla società di money transfer (ossia il differenziale tra il tasso di cambio ufficiale e quello praticato dall’operatore, che corrisponde, in sostanza una sorta di aggio o compenso fatto pagare all’utente), per decidere se sia conveniente o meno la proposta dell’intermediario.